X
<
>

Il presidente del Consiglio Mario Draghi

Share
5 minuti per la lettura

Da questa situazione si esce solo se i partiti trovano una soluzione complessiva al problema del governo e della Presidenza della Repubblica. Bisogna ridiscutere il sistema politico italiano che non funziona più perché mancano i perni su cui era stato costruito che erano i partiti. Nel momento in cui i partiti non ci sono più si deve rivedere il meccanismo. Per fare politiche coraggiose ci vogliono capitani coraggiosi. Perché gli occhi del mondo sull’Italia sono tutti puntati su Draghi in quanto viene considerato l’interprete del nuovo modo di agire e di comportarsi ai tempi delle grandi crisi finanziarie prima e di quella globale oggi. Questo vale per l’Europa come per l’Italia. È abbastanza ridicolo che tutto il Paese non sia orgoglioso di questa situazione e, soprattutto, che i capi partito passino il tempo a rosicare

NON giocate con la carta estrema Draghi. Che è l’unica cosa che non ci possiamo  permettere. Perché per fare politiche coraggiose ci vogliono capitani coraggiosi. Perché gli occhi del mondo sull’Italia sono tutti puntati su Draghi in quanto viene considerato l’interprete del nuovo modo di agire e di comportarsi ai tempi delle grandi crisi finanziarie prima e di quella globale oggi. Questo vale per l’Europa come per l’Italia.

La lettera al Financial Times a doppia firma con Emanuel Macron è solo l’ultimo esempio di questa leadership di idee e di azioni percorribili. Così come lo è la richiesta da parte di Putin di un ruolo italiano nei negoziati tra Russia e Nato e nella normalizzazione dei rapporti con l’Unione europea. Draghi rappresenta la prova più alta della capacità di rendere concreto un nuovo modo di approcciarsi e diventa, per questo, la carta estrema del Paese. Perché se si sceglie una nuova tecnica di gara, una cosa è se vince chi vinceva già prima, un’altra è se vince chi perdeva sempre. Perché in quest’ultimo caso, che è quello dell’Italia, allora è subito evidente a tutti che a fare la differenza è la nuova tecnica.

Questo è il modello al quale guarda il mondo per vedere se funziona. A prescindere dal capitale di reputazione di chi ha salvato l’euro, esprime la leadership politica europea, ed è tra le persone più ascoltate nel mondo. È abbastanza ridicolo che tutto il Paese non sia orgoglioso di questa situazione e, soprattutto, che i capi partito passino il tempo a rosicare. Non si facciano illusioni perché da questa situazione si esce solo se loro trovano una soluzione complessiva al problema del governo e della Presidenza della Repubblica.

Questo tipo di problemi non si si risolve con lo spezzatino. Paradossalmente siamo dentro una fase costituente di fatto. Bisogna ridiscutere il sistema politico italiano che non funziona più perché mancano i perni su cui era stato costruito che erano i partiti. Quel sistema esprimeva la Repubblica dei partiti. Nel momento in cui i partiti non ci sono più si deve rivedere il meccanismo. Non c’era scritto in Costituzione che il sistema era fondato sui partiti, ma così era e così è. Tutti su questo erano d’accordo. Non è un caso che alla Presidenza della Repubblica non ci si candida perché la candidatura spetta a uno o a più partiti. Ora che i vecchi partiti non ci sono più, il punto di domanda è: come si fa un Presidente della Repubblica che sia garante in Italia e nel mondo di un Paese diverso e come si fa un Presidente del Consiglio di legislatura? Bisogna stabilizzare quello che ha fatto Mattarella prendendo in mano una situazione che i partiti non riuscivano ad affrontare. I partiti oggi come un anno fa sono nelle stesse condizioni. Che sono quelle di chi non è in grado di produrre un discorso sul sistema.  

Il vero problema non è il nome del capo del governo, ma quello dei capi di partito che non fanno andare avanti il capo di governo e, quindi, ci vuole il domatore dei leoni con la frusta. Invece si deve tornare a una situazione normale in cui per governare e fare le cose non c’è più bisogno dei domatori perché i partiti stessi hanno capito quale è il loro ruolo e cominciano a collaborare e a costruire insieme. Altrimenti anche se Draghi rimanesse a Palazzo Chigi qualche mese o qualche anno in più fallirebbe uguale.

La denuncia del superbonus al 110% su tutto è in questo senso emblematica. Accetto una cosa che non andava fatta così perché la volevano i partiti. Una volta pazienza, ma se ciascuno continua a volere la sua cavolata, quanto vuoi che regga anche Draghi? I partiti si offendono perché glielo ha detto in faccia, ma piuttosto che offendersi farebbero bene a riflettere su quanta ragione ha e su quanto sia importante per il Paese cambiare l’approccio della bandierina per imboccare la strada delle riforme e della  riunificazione delle due Italie con gli investimenti pubblici e privati. Questo modo di fare dei partiti scatena nella società blocchi impropri di informazione e di lobbismo che puntano alla devastazione e alla deresponsabilizzazione perché queste sono le acque nelle quali sguazzano e prosperano questi signori. Rubano il futuro ai nostri giovani per arricchire il loro presente fatto di piccolo cabotaggio.

La verità è che siamo alla rivoluzione di Keynes del ‘29 che si ripete. Siamo alla sua metafora di scavare le buche per dare  un lavoro a chi dovrà andare a riempirle, ma che oggi significa fare piani trentennali di investimenti produttivi e di ricerca e, in Italia, farli, non annunciarli, partendo dal Mezzogiorno. Il principio di oggi è la rivoluzione del mondo che segna l’uscita dal monetarismo degli anni Ottanta e Novanta e dal patto di stabilita europeo che ha fallito perché si è rivelato stupido e perché ora servono riforme e investimenti. Perché dalla crisi globale si esce con la crescita sana, non con l’austerità.

Se si acquisiscono queste consapevolezze avremo il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio che gli italiani meritano, ma soprattutto i partiti avranno capito che è cambiato il gioco. Si tratta di fare oggi quello che fece Papa Giovanni XXIII per il Concilio. Disse: non vogliamo cambiare la teologia della chiesa, ma dobbiamo aggiornarla. Come allora tutto il mondo imparò questa parola italiana “aggiornamento”, oggi in  economia c’è la concreta possibilità che tutto il mondo parlerà il linguaggio di Draghi. Siccome i tempi sono cambiati si può esprimere anche in inglese, ma il pensiero è italiano.

Buon Natale a tutti.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE