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Il presidente Mario Draghi e il ministro Patrizio Bianchi

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C’è da pedalare, ma la bicicletta è già stata comprata. Anche l’incubo di una notte di mezza estate, che riveliamo in esclusiva, di un’autonomia differenziata che sarebbe costata dieci miliardi in più solo per consentire ai governatori di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto di assumere e pagare loro i docenti e di fare la loro scuola, è caduto sotto i colpi della Costituzione ritrovata e della verità dei fatti e dei numeri. Stiamo uscendo tutti insieme dal mondo dell’irrealtà e questo vale anche per i partiti del rumore che alla fine non dicono mai no. Anche le Regioni sono state messe in riga. Hanno scadenze da rispettare e cose da fare

Chi sa di avere il Paese dietro manda il suo messaggio ai partiti. Fate pure le vostre sceneggiate, ma sappiate che state parlando al vento. Io vi porto cifre e fatti, voi portate aria e polemiche inutili.

Certo, dobbiamo vedere che cosa succede nei prossimi due trimestri perché quella sarà la prova vera, ma fino a oggi in economia abbiamo fatto il nostro. Anche le Regioni sono state messe in riga, dicono sì prima e devono fare il loro nei trasporti locali. Hanno scadenze da rispettare e cose da fare.

Ancora. Il 91% di vaccinati del personale docente e la grande corsa a vaccinarsi dei ragazzi sono il segno concreto di un Paese che vuole rimettersi in cammino. I 59 mila insegnanti messi in ruolo contro i 19 mila dell’anno precedente sono il frutto dell’azione paziente del ministro Bianchi e di un metodo di lavoro che guarda lontano e si prepara per tempo. Lo stesso metodo che ha consentito di recuperare in estate un milione e seicentomila ore di scuola per la linguistica e la matematica, ma ancora prima per tornare a fare scuola insieme e a parlare insieme.

Si è arrivati all’inizio dell’anno scolastico con una grande voglia di tutti di ritornare tra i banchi perché il governo non è andato in vacanza “a passeggiare”. Obbligo dei vaccini? Sì. Terza dose? Sì. Afghanistan e Europa inconcludente? Sì, perché c’è stato qualcuno che è stato concludente? La verità è che l’Europa è assente perché non è organizzata, ma ci stiamo lavorando e tutte le relazioni diplomatiche stanno cambiando.

Noi governo Draghi, questo è il senso, stiamo facendo e sappiamo di avere il Paese dietro. Voi alle spalle non avete niente, i centri decisionali lavorano con noi. Potete fare solo un po’ di confusione sui social, ma tutti hanno capito che il governo fa le cose e vogliono confrontarsi e trovare un accordo perché è troppo importante. Stiamo uscendo tutti insieme dal mondo dell’irrealtà e questo vale anche per i partiti del rumore che alla fine non dicono mai no.

L’incubo di una notte di mezza estate che riveliamo in esclusiva di un’autonomia differenziata che sarebbe costata dieci miliardi in più solo per consentire ai governatori di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto di assumere e pagare loro i docenti e di fare la loro scuola, è caduto sotto i colpi della Costituzione ritrovata e della verità dei fatti e dei numeri. Sempre quelli. È grave che si pensino architetture simili, ma oggi a differenza del passato c’è un muro di buon senso che le rende irrealizzabili. Perché il Paese è uno e può ripartire solo insieme non con gli egoismi miopi che hanno segnato i venti anni della crescita zero.

L’abilità di Draghi è evidente. Lui loda il Parlamento e lavora con il governo. Arriva in conferenza stampa mai da solo e circondato da sempre più ministri. Si vede la squadra e si percepisce la guida. Il messaggio di prima battuta è: noi stiamo lavorando, basta che aprite gli occhi e ve ne accorgerete. Il messaggio di seconda battuta è ai partiti: guardate che la gente se ne è accorta.  Come dire: fate, ma sappiate che ci saranno delle conseguenze. C’è da pedalare, ma la bicicletta e già stata comprata. Hanno capito tutti, insomma, meno che il solito supertalk italiano che continua a parlare di partiti, maggioranze, Quirinale, e delle loro consunte varianti che sono il problema della Lega, il problema del Pd, i Cinque stelle arrabbiati. Francamente sono quasi tutti un po’ patetici perché giorno dopo giorno succederà a loro sempre di più quello che già succede ai partiti. Guadagneranno in modo più fastidioso dei partiti l’irrilevanza. Perché la gente ha capito e la Nuova Ricostruzione è cominciata.  


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