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Il centro vaccini dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata a Roma

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La situazione è quella che è. Dipende tutto da come vanno i vaccini. Se la campagna prende ritmo e rispetta le priorità nel terzo trimestre l’Italia può cominciare a ripartire. Altrimenti tutti torneranno a bussare al Tesoro della Repubblica italiana peraltro sempre più arrabbiati e chi governa dovrà continuare a fare nuovo deficit e nuovo debito. Perché i debiti pubblici nel nuovo ’29 mondiale si gestiscono, ma se esplodono tutti insieme quelli privati sono le imprese che saltano e le economie che tracollano

LA SITUAZIONE è quella che è. Dipende tutto da come vanno i vaccini. Se la campagna prende ritmo e rispetta le priorità nel terzo trimestre l’Italia può cominciare a ripartire. Altrimenti tutti torneranno a bussare al Tesoro della Repubblica italiana peraltro sempre più arrabbiati e chi governa dovrà continuare a fare nuovo deficit e nuovo debito. Non avremo più un debito sotto il 160% del Pil ma sopra. Con la polveriera sociale che bolle dentro la pentola a pressione delle moratorie e del blocco dei licenziamenti non è nemmeno la più brutta delle notizie.

Perché i debiti pubblici nel nuovo ’29 mondiale si gestiscono, hanno un costo ma si gestiscono, se esplodono tutti insieme quelli privati sono le imprese che saltano e le economie che tracollano. Perché è un po’ come il collo di bottiglia che salta, si riempie in un attimo e viene tutto giù diretto. Stanno cautamente risalendo tutti i tassi. Il decennale americano ha raddoppiato e tira la corsa.

Il Bund tedesco se ne avvantaggia e la Bce è pronta a incrementare gli acquisti per frenare la corsa al rialzo dei titoli di Stato. I debiti pubblici che in questa fase si gestiscono, appunto. Sui mercati l’effetto Draghi c’è stato e ne abbiamo approfittato abbastanza. Man mano che si attenua la sorpresa, l’attenzione si sposta su “vediamo che cosa fa” e la valutazione di tutti per tutti è che l’andamento dell’economia e, quindi, del Pil dipende essenzialmente da chi prima esce dalla crisi sanitaria con una azzeccata campagna vaccinale.

Siamo sempre lì. Mercoledì avremo il documento di economia e finanza (Def) e qui sarà messa nero su bianco l’entità del nuovo scostamento che coincide con il Sostegni2. Quello che possiamo anticiparvi è che questa volta lo scostamento sarà certamente pluriennale e che avrà un importo sicuramente superiore ai 32 miliardi del Sostegni1, se arriverà a 40 o ancora di più si capirà presto. Ci sarà più fondo perduto per i risarcimenti dovuti alle imprese e si interverrà sui costi fissi come fitti e bollette. Soprattutto con il Def conosceremo l’obiettivo programmatico di deficit e di debito rispetto al pil che dipenderanno un po’ dall’impatto sulla crescita che si attribuirà al Recovery Plan (molto) e un po’ dall’entità del nuovo scostamento pluriennale (meno).

Il Piano italiano di ripresa e di resilienza non è chiuso, ci sono circa 40 miliardi di richieste in più da parte dei ministeri e non è neppure detto che verranno cancellate e basta. Una parte importante delle nuove richieste viene da Colao, un’altra da Cingolani. Sono i due ministri che hanno in mano il digitale a partire dalla banda larga ultra-veloce e la transizione ecologica. Per noi è decisivo che sia confermato il 48% di investimenti al Sud sulla rete digitale del futuro e oltre il 40% complessivo al netto delle risorse dei fondi di coesione che possono fare massa critica per un progetto organico di sviluppo Paese di lungo termine che investa sul capitale umano, riunifichi infrastrutturalmente le due Italie e ponga la logistica e la portualità al centro di una piattaforma europea nel Mediterraneo.

Non facciamo scherzi. Soprattutto, ricordiamoci che il futuro comincia dai vaccini.


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