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Il presidente del Consiglio Mario Draghi

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Alla politica e ai suoi partiti che lo sostengono vogliamo ricordare che tregua significa tregua. Non significa che ognuno vuole portare a casa un pezzettino. Bisogna viceversa ritrovare la capacità di guardare alla sostanza delle cose e non come le cose vengono presentate con i colori delle diverse ideologie. Si affidino a Draghi, lui li saprà guidare ma saprà anche ascoltarli. Noi di Draghi ci fidiamo. Farebbero bene a farlo anche loro. Ci possono solo guadagnare

Più soldi a tutti e più velocemente a tutti. Questo è il segno concreto del cambio di passo di Mario Draghi. Non 200 e passa articoli ma 44 come questo giornale aveva anticipato una settimana fa. Meno annunci propagandistici, più sostanza che è quella possibile.

Sono evidentemente risposte parziali, ma ci sarà un secondo stanziamento in occasione del Def. Non i codici Ateco, ma criteri lineari e una piattaforma tecnologica che consente di fare arrivare quello che deve arrivare nei tempi prestabiliti.

Questo è un anno che non si chiedono soldi ma si danno soldi perché siamo in un’economia in recessione circondata da altre economie in  recessione e il patto di stabilità cambierà. Sul turismo abbiamo messo molto, ma è certo che ciò che mettiamo non è buttato perché il turismo italiano è certo che tornerà, è certo che riavrà le sue aziende in attivo, e è proprio per questo che dobbiamo mettere molto. Per chi ha perso il posto di lavoro e il sussidio, per i poveri di ieri e di oggi, si interviene con 8 miliardi. Per il lavoro autonomo, per il mondo della cultura e per il mondo dello spettacolo si interviene con una indennità una tantum pro capite di 2400 euro. Per la scuola ci sono 300 milioni 35 dei quali vincolati per la didattica a distanza nelle regioni del Mezzogiorno.

In tutto sono 11 miliardi che entrano nell’economia nel mese di aprile perché la prima nuova regola che si è voluta trasferire è che ci si prende un po’ più di tempo prima per arrivare puntuali dopo a erogare ciò che si è deciso di erogare nel tempo in cui si è deciso di farlo. Nessuna difficoltà a chiamare condono quello che è un condono di multe di oltre dieci anni fa con uno scaglione di tetto di reddito figlio di uno Stato “riscossore” che bisogna cambiare e che noi ci impegniamo a  cambiare.

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Fare il più possibile e il più rapidamente possibile per il piano vaccini. Sono cinque miliardi, non bruscolini, anche questo come avevamo anticipato, per accelerare il più possibile nell’attuazione del piano e fare autoproduzione. Qui c’è il secondo punto effettivo di primo livello di cambio di passo di un Capo di governo che ha le idee molto chiare e compie scelte molto nette. Che annuncia che si farà il vaccino AstraZeneca e che ha precisa consapevolezza di quale sia la responsabilità di chi guida un governo durante la più grande emergenza della storia repubblicana italiana.

Che quando pronuncia la parola “tedeschi”lo fa con la forza della sua storia di indipendenza e di salvatore dell’euro e con l’umiltà di chi risponde davanti alla sua comunità delle scelte che prende. Quest’uomo che non si fa dettare l’agenda dal talk permanente italiano e, tanto meno, la linea, ha mostrato alla sua prima conferenza stampa ciò che chi scrive ben conosce: la capacità di leadership fondata su analisi empirica, visione da statista e intelligenza politica.

Ci eravamo permessi di chiedergli di fare sentire la sua voce perché se non comunicava lui comunicava qualcun altro. Siamo contenti che lo abbia fatto. Alla politica e ai suoi partiti che lo sostengono vogliamo ricordare che tregua significa tregua. Non è che tregua significa che ognuno vuole portare a casa un pezzettino. O peggio ancora che al suo riparo qualcuno forza la situazione per farla saltare che sarebbe addirittura criminale. Il solito teatrino lunare di una geografia politica in ebollizione dove tutti impazziscono è lo scenario perfetto per fare declinare il Paese verso la guerra civile e bruciare la carta estrema che il Paese ha potuto mettere sul tavolo.

Bisogna viceversa ritrovare la capacità di guardare alla sostanza delle cose e non come le cose vengono presentate con i colori delle diverse ideologie. Abbiamo visto da Destra e da Sinistra agitare confusamente categorie ideologiche sulle cartelle fiscali che non esistono più al punto da apparire entrambe lunari rispetto a una terra che sul suolo italiano rischia di lasciare sul campo cinque milioni di posti di lavoro. Remino tutti i partiti della coalizione di maggioranza nella stessa direzione che è quella di un governo di unità nazionale per portare in salvo l’Italia dal suo nuovo ’29 mondiale sanitario e economico.

Questo è il dividendo politico a cui devono aspirare non quello delle solite bandierine che gli italiani nemmeno capiscono. Si affidino a Draghi e lo sostengano con lealtà in questa navigazione procellosa. Lui li saprà guidare ma saprà anche ascoltarli molto di più di quello che loro immaginano. Noi di Draghi ci fidiamo. Farebbero bene a farlo anche loro. Ci possono solo guadagnare.


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