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I treni carichi di merci della MSC di Aponte, leader mondiale del trasporto navale con 60 miliardi di fatturato, sono già partiti dall’hub marittimo di Gioia Tauro per arrivare all’hub interportuale di Bologna. Che significa per le merci potere passare da Gioia Tauro e raggiungere il cuore dell’Europa senza dovere andare giocoforza a Rotterdam. Saranno 600 i treni in un anno. Saranno 1000 entro il 2023. Grazie a un progetto innovativo della Agenzia delle Dogane, a FS e alla regia del governo Draghi la Calabria diventa una delle grandi piattaforme italiane del traffico cargo e della logistica integrata. Che sono il futuro dell’industria del mare e del mondo dei trasporti. Aponte ha investito circa 200 milioni nel porto di Gioia Tauro e la nuova geopolitica trova qui la sua capitale euromediterranea per vincere la sfida del trasporto combinato marittimo-terrestre e della logistica energetica. Questo, non il bonus monopattini, vuol dire combattere le diseguaglianze e lavorare per fare correre il Pil e valorizzare in casa i nostri talenti giovanili. Ovviamente nessuno lo sa o quanto meno nessuno lo dice

Cristo non si è fermato a Eboli e nessuno lo sa. Il porto di Gioia Tauro, uno degli scali cargo più grandi del Mediterraneo, il primo passato Suez, è collegato a Bologna in tempo reale su una linea ferroviaria veloce tracciata, con un controllo doganale satellitare (Fast corridor) che copre oltre 700 chilometri di percorrenza senza soste.

Le merci arrivano a Gioia Tauro e proseguono il loro viaggio verso Bologna con tassi di percorrenza quasi analoghi a quelli dell’alta velocità ferroviaria passeggeri senza dovere sbarcare prima alcunché. Non sono cose scritte su un progetto di massima o esecutivo, che i nostri nipoti neppure vedranno. Sono cose accadute.

Sono fatti che cambiano l’economia di un Paese. Sono state poste le basi perché la Calabria diventi una delle grandi piattaforme italiane del traffico cargo e della logistica integrata. Che sono il futuro dell’industria del mare e del mondo dei trasporti. Senza contare la grande scommessa della logistica energetica che capitalizza la posizione strategica all’interno del Mediterraneo.

Questo, non il bonus monopattini, vuol dire combattere le diseguaglianze seriamente e lavorare per fare correre il prodotto interno lordo italiano e valorizzare in casa i nostri talenti giovanili. Ovviamente nessuno lo sa o quanto meno nessuno lo dice. I treni carichi di merci della MSC di Gianluigi Aponte, leader mondiale del trasporto navale con 60 miliardi di fatturato, 100 mila dipendenti e un assegno staccato di 5,7 miliardi per rilevare la logistica africana di Bollorè, sono già partiti dall’hub marittimo di Gioia Tauro per arrivare all’hub interportuale di Bologna. Che significa per le merci potere passare da Gioia Tauro e raggiungere il cuore dell’Europa senza dovere andare giocoforza a Rotterdam.

Saranno seicento i treni in un anno. Saranno mille entro il 2023. Penso a Gabriele Pescatore che con gli uomini della prima Cassa per il Mezzogiorno, quella del miracolo economico italiano che consentì al nostro Paese di raddoppiare il prestito Marshall, fece costruire i fondali migliori del mondo a Gioia Tauro, ma non trovò mai pace per il fatto che la politica avesse voluto distruggere questa ricchezza lasciandola marcire in fondo al mare. Oggi, vedendo quello che è successo, sarebbe un uomo felice. Un grande capitano di impresa globale partito da Sorrento, Aponte, un gruppo Ferrovie (FS) adeguatamente stimolato dal governo della coerenza meridionalista che è quello Draghi rappresentato dal suo top manager Ferraris, e un direttore generale delle Dogane, Minenna, che a me ricorda la forza esecutiva di Pescatore e che per Aponte è uno dei migliori dirigenti della pubblica amministrazione italiana, hanno fatto quello che tutti dicevano che non era possibile fare e che non era mai accaduto.

Soprattutto, lo hanno fatto cacciando soldi pubblici praticamente quasi a zero e dimostrando al mondo che l’Italia è un Paese dove c’è un imprenditore privato che ha investito circa 200 milioni nel porto di Gioia Tauro ed è pronto a investire ancora di più perché la grande scommessa della nuova geopolitica trova qui la sua capitale euromediterranea per vincere la sfida del trasporto combinato marittimo-terrestre e della logistica energetica.

Tutti i container sono tracciati e vigilati da un controllo gestionale satellitare con un sistema digitale unico in Europa, concepito e realizzato dall’Agenzia delle dogane, che opererà con le stesse modalità a strettissimo giro per Padova e Bari. Se il presidente della Regione Campania De Luca, tra un comizio e l’altro, riesce a spendere i fondi di coesione e sviluppo avuti in dote e collega l’interporto di Nola-Marcianise a Napoli i container caricati sui treni di Gioia Tauro prenderanno anche quella destinazione. Altrimenti succederà che Evergreen e altre grandi compagnie internazionali decideranno in partenza di avere come hub di destinazione Gioia Tauro e non Napoli perché arrivando lì, via Bologna e Padova, potranno più agevolmente raggiungere il resto del continente europeo.

Non so quanti bonus “gratuitamente” erogati da Cinque stelle e cacicchi regionali del Pd, dal monopattino a ogni tipo di sussidio, e a spese di chi, dovranno essere messi in campo per sostituire i benefici di quel pezzo di mercato di logistica di qualità che le intuizioni felici di uomini di impresa fecero in tempi non sospetti scegliendo Nola-Marcianise, nel cuore della Campania, come il più grande interporto ferroviario del Mezzogiorno. Oggi, forse per la prima volta, la Calabria può voltare pagina. Grazie alla spinta dei soggetti privati e pubblici che abbiamo richiamato e a un disegno di sviluppo nazionale che punta a riunire le due Italie facendole uscire da egoismi e provincialismi.

Grazie a una Regione Calabria e al suo nuovo Presidente, Roberto Occhiuto, che sta favorendo con ogni tipo di decisione il processo che porta allo sviluppo integrato del circuito merci-mare-treni, al rigassificatore che segna il salto di qualità nella logistica energetica, e alla realizzazione di una zona economica speciale (Zes) tra porto e retroporto che faccia di Gioia Tauro il più grande polo di trasformazione agroalimentare di Europa e della catena del freddo realizzata appunto tramite il rigassificatore. Se nel pollaio del talk italiano, pubblico e privato, eccezioni a parte, ci fosse qualcuno capace di parlare di queste cose, il dibattito della pubblica opinione raggiungerebbe i livelli di quello spagnolo e francese e, di conseguenza, per gli italiani ci sarebbe anche la possibilità di esprimere un voto se non altro più documentato.

Noi abbiamo dato voce a tutti, dalle colonne di questo giornale, e proseguiremo ancora con il massimo di equilibrio, ma non rinunceremo mai a spronare giovani e meno giovani a non farsi rubare il voto. L’assistenzialismo, che non va confuso con il sacrosanto sostegno ai poveri da tutelare, e questo vale anche per il reddito di cittadinanza, è la tomba del Mezzogiorno. Perché fa il gioco degli assistenzialisti del Nord che possono fareman bassa a spese del Sud. Soprattutto, non libera il Paese intero dalle catene che lo ingabbiano da sempre.


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