La sede del parlamento europeo a Bruxelles
6 minuti per la letturaSiamo davanti alla più screditata classe politica europea che pensa di giocare a Monopoli sulla pelle degli italiani caricando valanghe di emendamenti su un decreto aiuti bis di 14,2 miliardi targati Cinque stelle. Che, a loro volta, sono quelli che con la Lega di Salvini blaterano di un’imminente chiusura per sempre dell’economia italiana e dell’urgenza di fare un immediato scostamento di bilancio. Decidere di anticipare il voto in un momento di crisi geopolitica e finanziaria come questo è stato un atto di pura follia perché con un governo per gli affari correnti e davanti al voto non c’è più nessuna ricerca di concordia, ma se i capi partito che hanno compiuto questo atto di follia continuano a comportarsi con la stessa irrazionalità se lo possono scordare di recuperare l’astensionismo. Non sono riusciti nemmeno a capire che questa volta sul caro gas l’Europa non ha fatto l’eurobond come è accaduto con la pandemia e la politica monetaria europea a botta di rialzi dei tassi della Bce dello 0,75% alla volta ci rende ancora più vulnerabili. Avevamo una sola arma vera in Europa che era la reputazione di Draghi e la sua intelligenza tecnica su tetto e meccanismi di prezzo. Siamo stati capaci di indebolirla
IL FRUTTO avvelenato di una classe politica senza competenze né istituzionale né economica non riesce neppure a garantire il minimo di agibilità politica per fare quello che possiamo permetterci di fare. Siamo davanti alla più screditata classe politica europea che pensa di giocare a Monopoli sulla pelle degli italiani caricando valanghe di emendamenti su un decreto aiuti bis di 14,2 miliardi targati Cinque stelle. Che, a loro volta, sono quelli che con la Lega di Salvini blaterano ogni giorno di un’imminente chiusura per sempre dell’economia italiana e dell’urgenza non più derogabile di fare un immediato scostamento di bilancio.
Questa schizofrenia di comportamenti che fa perdere soldi veri già stanziati dimostra che a loro del problema del caro bolletta delle imprese e delle famiglie non gliene frega niente perché il loro è solo un interesse meramente elettorale. Non c’è l’agibilità politica in un contesto in cui sono tutti impazziti. Mancano interlocutori disposti a fare un discorso razionale, è offensivo per i matti ma è proprio come cercare di fare ragionare un gruppo di pazzi che sono sconnessi dalla realtà. La politica italiana è pazza semplicemente perché è sconnessa dalla realtà. Ogni giorno di più viene fuori questa realtà e gli italiani se ne stanno accorgendo.
Decidere di anticipare il voto in un momento di crisi geopolitica e finanziaria come questo è stato un atto di pura follia perché un governo per gli affari correnti tanto per capirci non può mettere la fiducia e davanti al voto non c’è più nessuna ricerca di concordia, ma se i capi partito che hanno compiuto questo atto di follia continuano a comportarsi con la stessa irrazionalità se lo possono scordare di recuperare l’astensionismo. Diciamoci la verità. I partiti hanno avuto paura che se si andava avanti fino a marzo diventava un plebiscito per Draghi e loro scomparivano e, quindi, hanno agito di conseguenza. Per evitare Draghi hanno fatto un caso sul Quirinale. Per evitare Draghi sono andati alle elezioni. Alla fine, ancora non lo sanno, rischiano di fare crollare l’edificio sotto il quale rimarranno tutti al grido “muoia Sansone con tutti i filistei”.
Perché non sono riusciti nemmeno a capire che questa volta sul caro gas l’Europa non ci salva come è accaduto con la pandemia e la politica monetaria europea a botta di rialzi dei tassi della Bce dello 0,75% alla volta ci rende ancora più vulnerabili e, quindi, tutto ciò avrebbe obbligato ognuno di loro ad aggrapparsi al capitale della reputazione riconquistata e della fiducia ritrovata di investitori e consumatori proprio grazie all’azione del governo di unità nazionale e alla leadership europea di Draghi. Avremmo dovuto dare a Draghi il massimo di forza in Europa per ottenere almeno quegli interventi di tetto ai prezzi e di separazione dei meccanismi tra energia e gas che a noi possono portare sollievo.
No, invece no. Si è fatto l’esatto contrario. Siamo anche riusciti a farci del male da soli. Pure per fare il decreto ter con quello di miracolosamente recuperato grazie alla migliore crescita europea conseguita nel primo semestre dell’anno, bisogna relazionare prima in parlamento e poi seguire lo stesso iter parlamentare che ha già incontrato tante difficoltà per il decreto aiuti bis. Le cose stanno così. I decreti bis e ter di aiuti sono impantanati con le loro evidenti difficoltà legate alla scarsità delle risorse e, cosa infinitamente più grave, ai giochetti sporchi della politica in campagna elettorale. La decisione della Bce va per la sua strada alzando i tassi e avvertendo sul peggioramento del quadro economico europeo.
La guerra di Putin in Ucraina centra per noi nella fase più calda dove ai costi civili del conflitto di civiltà si aggiungono quelli economici di una partita di ricatti e controricatti di cui rischiamo di essere l’anello debole. Potremmo farcela se arrivassero dal bilancio europeo aiuti di decine e decine di miliardi come è avvenuto con la pandemia, ma l’Unione europea non si è mossa e non si muove perché gli interessi sono divergenti. Perché con il caro energia l’Olanda ci guadagna e la Norvegia non è da meno. Perché per il tipo di interessi che sono intrecciati tra di loro e Putin, Ungheria e Germania o non si possono muovere affatto o si possono muovere poco.
Ci vorrebbe un nuovo eurobond veloce e intenso come ai tempi del Covid quando la cancelliera Merkel e il Macron del primo mandato presero in mano la situazione e fecero tutto in tre mesi, qui con la guerra di mesi ne sono passati quasi otto e non è successo niente. Le aziende Italiane stanno chiudendo adesso e noi non abbiamo la possibilità di fare di più non perché facciamo i capricci ma perché la politica ha follemente smobilitato e il contesto internazionale ci è fortemente avverso. Perché l’Europa di allora mise 750 miliardi di eurobond, questa Europa degli interessi divergenti e la politica monetaria anti-inflazione della Bce restringe brutalmente i nostri margini di manovra. A meno che non vogliamo fare lo scostamento per risolvere un grande problema e crearcene all’istante un altro gigantesco di gran lunga superiore. Per superare un momento di crisi così difficile all’Italia servivano reputazione e concordia di azione.
Speravamo che almeno quel minimo di concordia per sopravvivere venisse preservata. Abbiamo deciso di fare fuori Draghi perché avevamo fatto i nostri calcoletti con i sondaggi, ma al mondo di quei sondaggi non gliene importa un fico secco. Poveri italiani. Speriamo che almeno capiscano da chi e come sono stati raggirati. Soprattutto speriamo che se ne ricordino nell’urna.
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