Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, stringe la mano a Giorgia Meloni
2 minuti per la letturaDICE Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo: «In Italia c’è un governo forte e affidabile che Antonio Tajani e Giorgia Meloni stanno gestendo bene. […] Il voto sulla migrazione, con FdI a favore e il Pd contro, dà una chiara indicazione su chi sia pronto ad accettare i compromessi europei».
Si avvicina il voto del prossimo 8 e 9 giugno. Le aspettative sono alte perché l’Europa si trova davanti a una svolta storica. Al momento tutti gli istituti di ricerca fotografano un’Europa dove il primo partito sarà quasi certamente il Partito popolare europeo. Un partito, quest’ultimo, che all’indomani della chiusura delle urne dovrà decidere se ripartire da una coalizione tradizionale con i socialisti, i liberali e i verdi, per intenderci la cosiddetta maggioranza Ursula, oppure se dovrà allargare la compagine ai conservatori o comunque a una sua parte.
Il messaggio del capo del Ppe è arrivato forte e chiaro al quartier generale della presidente del Consiglio. In estrema sintesi, Weber considera affidabile l’attuale inquilina di Palazzo Chigi, ritiene che debba far parte della nuova maggioranza europea, anche in virtù del percorso dell’ultimo anno e mezzo, ma a una condizione: dovrà prendere le distanze dai sovranisti come Marine Le Pen e Matteo Salvini. In Europa sanno benissimo che in campagna elettorale i toni possono eccedere e che è dirimente per una leader come Meloni provare ad allargare il consenso senza perdere lo zoccolo duro della destra più radicale. In questa fase tutto è concesso. Dopodiché alla conclusione del voto la propaganda dovrà essere riposta nel cassetto.
Insiste Weber: «Servono partiti e politici pronti ad accettare il compromesso a livello europeo per risolvere i problemi». E qui si arriva al tornante più significativo della leadership di Giorgia Meloni. Weber mette la presidente del Consiglio davanti a una prova di maturità. È vero che la leader di FdI ha dimostrato in questo ultimo anno e mezzo di camminare a braccetto con Ursula von der Layen e di avere una postura filoeuropeista. Non basta, però. Per inviare un ulteriore messaggio di maturità deve portare in dote i voti della delegazione di Fratelli d’Italia al nuovo presidente della commissione Ue che sarà quasi certamente espressione del Ppe che con molta probabilità sostenuto anche dal Pse. In questo modo Meloni non sarà solo una leader ma si avvicinerà a diventare una statista.
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