La foto postata da Vito Bardi per ringraziare gli elettori
3 minuti per la letturaQuesto elemento peserà anche nelle elezioni europee. Perché il campo largo non ha scelto tra progetto riformista o movimentista. Un’incertezza strategica che avvantaggia l’area moderata del centro-destra. Antonio Tajani e Giorgia Meloni, con ruoli diversi, dimostrano di fare e ciò, in un dibattito rumoroso egemonizzato dall’ideologia, porta la gente a privilegiare chi ritiene si prenderà carico dei suoi problemi. In modo non consueto paga la politica estera. Che in questa congiuntura riconosce l’azione di Tajani e Meloni esattamente come nella storia passata della contrapposizione con Berlusconi sulla scelta di Prodi pagarono proprio la forza e i risultati della sua politica estera.
QUESTA volta in Basilicata ha vinto il centro-destra non il destra-centro. È un segnale anche per la Sinistra che deve capire che non si vince solo con la critica tipo “Bardi non ha fatto miracoli” perché la gente non crede che i miracoli neppure li farà chi vuole prendere il suo posto usando solo l’arma della contestazione. Per la verità, forse, la critica è ancora più profonda, nessuno tra gli elettori crede più che si fanno miracoli. Bisogna piuttosto rendersi conto che il centro ha una sua importanza. Certo, Fratelli d’Italia fa un buon risultato, ma Forza Italia è molto più avanti della Lega.
Questo risultato rende evidente la drammaticità dell’errore del centro-sinistra di avere fatto fuori Calenda rifiutando l’alleanza di chi sul territorio ha storicamente peso. Questo errore tattico si combina con una miopia strategica più in generale della Sinistra stessa che oscilla tra il ritorno grillino al movimentismo puro e una leadership del Pd che segue i suggerimenti di un gruppo ristretto di consiglieri piuttosto che quelli di Prodi. Per cui Elly Schlein prima fa venire fuori la storia del nome sul simbolo e dopo, sommersa di critiche, fa il simbolo senza il suo nome e aggiunge che, però, si candida in tutte le circoscrizioni, non più solo in due.
Nell’urna avranno certamente pesato gli aiuti che il Presidente Bardi ha potuto dare ai cittadini della comunità lucana sfruttando le royalty dell’Eni, ma pesa di sicuro il moderatismo di Tajani che attrae e include invece di dividere e che, non a caso, ha insistito per la conferma della candidatura del generale Bardi. Non a caso, la ripetizione è voluta, a differenza di quello che è accaduto in Sardegna e, in misura diversa, anche in Abruzzo, la distanza tra i due schieramenti è nettamente più marcata a favore della Destra. Forse, il dato politico nazionale più rilevante che si può ricavare da questa consultazione territoriale della Basilicata è proprio quello della forza del moderatismo di destra.
Quando si esamineranno i flussi si vedrà più concretamente se è vero o no che si è preso un po’ del consenso moderato che fa riferimento alla Sinistra, ma sicuramente si può già dire che in questo caso avere incluso il più possibile aree moderate forti sul territorio di provenienza Pd ha giovato al consenso. Questo elemento va tenuto fortemente in considerazione anche per le elezioni europee. Perché il campo largo deve ancora scegliere se andare verso un progetto riformista o verso un progetto movimentista. Questa incertezza strategica avvantaggia l’area moderata del centro-destra perché è ritenuta quella che meglio può esprimere una destra di governo. Antonio Tajani e Giorgia Meloni, su piani e ruoli diversi, dimostrano di essere uomini del fare e questo, in un dibattito interno rumoroso egemonizzato da temi ideologici, porta la gente a privilegiare chi la gente stessa ritiene possa almeno prendersi in carico pragmaticamente il loro problema. Per la prima volta in una maniera non consueta paga la politica estera. Che in questa congiuntura paga proprio per l’azione di Tajani e Meloni esattamente come nella storia passata della contrapposizione con Berlusconi la scelta di Prodi pagò proprio grazie alla forza della connotazione e dei risultati della sua politica estera.
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