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Matteo Salvini

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Putin abbaia più di tutti perché è quello che ha di più da perdere anche se non lo dice nessuno. L’Europa rialza la testa ma resta divisa e, quindi, vulnerabile perché frazionata al suo interno dai singoli interessi nazionali. Ciascuno ha le risorse che ha, ma i Paesi che queste risorse non le hanno pretendono che i Paesi che le hanno li diano anche a loro. Salvini si rivolge all’Europa dicendo che ha messo le sanzioni che aiutano Putin e danneggiano gli europei. Noi subiamo effetti collaterali seri, ma quelli diretti subìti dalla Russia sono superiori e, dunque, il leader leghista racconta frottole. A ore alterne Salvini bussa a soldi anche al bilancio pubblico italiano con il rendimento del Btp già al 4% prima della nuova mossa rialzista della Bce e, quindi, chiede un nuovo scostamento di bilancio. Esaudire questa richiesta significa condannare l’Italia a una spirale Argentina che colleziona fallimenti sovrani da 20 anni e ha un’inflazione oltre il 70%. È tutto il contrario di quello che serve all’Italia. Che è costretta a giocare questa partita nei prossimi due mesi che per noi sono i peggiori perché i partiti populisti hanno messo a bagnomaria il governo migliore che avevamo

Siamo al gioco dell’abbaiarsi reciprocamente sul gas russo per vedere chi si spaventa prima. Putin abbaia più di tutti perché è quello che ha di più da perdere anche se non lo dice nessuno. L’Europa rialza la testa molto tardivamente e comincia ad abbaiare brandendo tetto, nuovi meccanismi di formazione del prezzo, stoccaggi e così via, ma resta divisa e, quindi, vulnerabile perché frazionata al suo interno dai singoli interessi nazionali. In questi casi la cosa ti può sfuggire di mano, anche perché al caro gas di origine bellica si associano la caduta senza freni dell’euro rispetto al dollaro e gli shock inflazionistici con il loro carico diseguale da Paese a Paese in termini di prezzi sui titoli sovrani.

Putin e i suoi “cani politici da riporto” europei ben stretti al guinzaglio abbaiano come lui e più di lui sulla tempesta perfetta globale. In casa nostra Salvini si sta assumendo la responsabilità di fare saltare il progetto di governo del centrodestra guidato dalla Meloni. Perché si può discutere di tutto, ma non sul posizionamento strategico europeista e atlantista. Che vuol dire stare da una parte chiara in questo conflitto di civiltà tra mondo autocratico e mondo libero che ridisegnerà l’ordine mondiale. Su questo deve essere chiaro a tutti che non sono ammesse ambiguità.

Il problema politico vero di oggi è se l’Europa ha adeguata capacità di reazione. Che vuole anche dire capacità di trovare altre risorse per fronteggiare la crisi energetica che assume di giorno in giorno contorni sempre più allarmanti. Ciascuno ha le risorse che ha, sono le sue risorse, ma i Paesi che queste risorse non le hanno pretendono che i Paesi che le hanno li diano anche a loro. Questa è l’origine della crisi del bilancio europeo che è di origine derivata, che ha ancora troppo poco di suo messo in comune.

Salvini bussa a soldi all’Europa oppure bussa a soldi al bilancio pubblico italiano. Si rivolge alla prima dicendo che ha messo le sanzioni che favoriscono Putin e danneggiano gli europei e, quindi, chiede aiuto definendo i leader della nuova Europa incapaci e inadeguati per non parlare degli inevitabili dubbi che queste parole determinano sul suo doppio ruolo in partita. Perché l’Istat russo, non qualche dissidente interno, racconta gli effetti devastanti che le sanzioni dell’Occidente hanno avuto sull’economia russa dalla quale sono scappate mille multinazionali e il 20% della mano d’opera qualificata con un crollo verticale del prodotto interno lordo mentre l’Europa tiene e un’impennata dell’inflazione che è doppia di quella francese. Questo semplicemente per chiarire che noi subiamo effetti collaterali molto seri, ma quelli diretti subìti dalla Russia sono di livello superiore e, dunque, il leader leghista racconta frottole.

La capacità di resistenza alla sofferenza di quel popolo è un altro discorso, ma anche su questo qualcosa sta cambiando.

Salvini poi a ore alterne negli stessi giorni come la bella addormentata che non vede e non sente tutto quello che sta accadendo intorno, bussa a soldi al bilancio pubblico italiano con il rendimento del Btp già al 4% ancora prima della nuova mossa rialzista della Bce e, quindi, chiede ossessivamente un nuovo scostamento di bilancio dopo i due governi Conte che hanno assunto impegni pluriennali di spesa per oltre 500 miliardi. Esaudire questa richiesta significa condannare l’Italia a una spirale Argentina che colleziona fallimenti sovrani da venti anni in qua e ha un’inflazione oltre il 70%. Gli argentini sono poveri.

Bisogna che Salvini si renda almeno conto di chi comanda in Europa e che quando chiede soldi all’Europa sta dicendo alla Germania, che ha già messo 65 miliardi per il suo Recovery energetico interno, di chiedere ai loro cittadini di cacciare altre decine di miliardi per le imprese e le famiglie italiane. Che la stessa cosa deve almeno chiederla alla Francia e che la prima e la seconda devono fare accettare ai loro cittadini questa logica solidale che, ancorché giusta, resta per loro molto onerosa.

Devono realizzare tutto ciò i capi di governo tedesco e francese senza che questo crei scompensi nelle loro comunità facendole accettare il gioco obbligato, ma ai loro occhi terribile, che è quello di rendersi conto che nuovo debito e nuovo scostamento fatti da altri, ad esempio l’Italia, finirebbero sempre per cadere su tutta l’Europa a partire dalle loro teste. Questa è la vera grande incognita che abbiamo davanti e con la quale dobbiamo misurarci altro che i bau bau di un dittatore allo sbando come Putin schiacciato dal conto delle sue immoralità e dal crack ormai evidente della sua economia.

Rendiamoci almeno conto che l’unica vera garanzia che noi possiamo dare alle comunità a cui chiediamo di darci una mano in nome di un progetto comune è una garanzia di tipo politico. Abbiamo il dovere di offrire una classe politica adeguata all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. Che è un po’ come quando vai in banca e chiedi i soldi dove è evidente che la qualità del management dell’azienda che chiede i soldi conta eccome. Se pensi che quei soldi ti verranno restituiti li dai, altrimenti no.

Questa partita tutta italiana si gioca nei prossimi due mesi che per noi sono i peggiori. Perché siamo sospesi dal risultato delle elezioni e poi dalla trasformazione di quel risultato in un governo effettivo del Paese. Senza contare che avevamo un governo buono e lo abbiamo messo a bagnomaria. Sul Recovery energetico e su altre scelte impegnative su tetti e prezzi, sul farlo o meno, sul come, sul quanto e su chi finanzia, a negoziare per nostro conto sarà il governo messo a bagnomaria. Parliamo del governo e del premier che hanno dato la linea a tutta l’Europa, ma questo ovviamente per i populisti di casa nostra non conta nulla.


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