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ALCUNI articoli pubblicati su questo Quotidiano mostrano un trattamento particolarmente vantaggioso riservato agli onorevoli parlamentari dagli sportelli interni della Banche che gestiscono, nella Camera e nel Senato, i servizi di cassa e tesoreria (LEGGI). Non si tratta di denunciare alcun illecito, né di coltivare un atteggiamento populistico, di inappropriato attacco verso chi svolge le impegnative funzioni della più elevata rappresentanza politica. Tuttavia qualche riflessione è possibile sotto il profilo della opportunità e dei meccanismi che possono determinare trattamenti di favore per una particolare e ristretta categoria di clientela di quegli istituti di credito.

La valutazione della opportunità o meno di un trattamento di straordinario vantaggio è un elemento non irrilevante sei si vuole evitare che la giustificata condizione della erogazione di servizi che consentano di svolgere con tranquillità anche economica una elevata e impegnativa attività, quale è quella dei Parlamentari, si trasformi o sia comunemente avvertita come straordinario privilegio che, al di là della legittimità degli atti da cui deriva, sia percepito come tale dai cittadini per la sua non ragionevole giustificazione.

Nessun dubbio che nella gara per l’attribuzione del servizio di cassa e tesoreria Camera e Senato, possano e debbano chiedere le condizioni di maggior vantaggio per l’ente, nella remunerazione dei depositi e per il costo del servizio richiesto. Libere le banche che intendono fornire questo servizio di fare le scelte che reputano più convenienti per la gestione che sono chiamate a effettuare, tenuto conto della numerosità della clientela che ne deriva e della quantità dei prevedibili depositi, a fronte dei costi del servizio, e forse anche del prestigio che ne può derivare dall’essere chiamati a svolgerlo. Questo è l’oggetto della gara. Ma è opportuno, se è così come appare, che un elemento da valutare per l’attribuzione del servizio sia anche il trattamento riservato ad una particolare categoria di clienti delle banche, fossero essi pure gli onorevoli parlamentari ?

Se poi queste condizioni fossero “fuori mercato”, per i vantaggi che arrecano a chi ne usufruisce, esse sono percepite come ingiustificato privilegio e concorrono ad alimentare un distacco dei cittadini dalle istituzioni. Forse è opportuno riflettere anche su questi aspetti, che sono marginali e possono apparire poco significativi.


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