Giorgetti e Meloni
4 minuti per la letturaQuesta invenzione, propagandata in particolare dai Cinque stelle ma sostenuta chi più chi meno da tutte le forze politiche, ha devastato la finanza pubblica italiana e acceso ipoteche pesanti sul nostro futuro, ma rischiava – se non fermata – di trasformare l’ipoteca pesante in un macigno che avrebbe seppellito per sempre il nuovo boom italiano. È il veleno di questa stagione d’oro dell’economia italiana. Il coraggio dimostrato da Meloni e Giorgetti conferma ai mercati che il controllo dei nostri conti è in mani responsabili. Non è affatto poco.
Sono Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti ad assumersi la responsabilità politica di chiudere definitivamente la stagione italiana della pazzia assoluta della cosiddetta moneta fiscale. Questa invenzione, propagandata in particolare dai Cinque stelle ma sostenuta e incoraggiata chi più chi meno da tutte le forze politiche, ha devastato i conti pubblici italiani e acceso ipoteche pesanti sul nostro futuro, ma rischiava – se non fermata – di trasformare l’ipoteca pesante in un macigno che avrebbe seppellito per sempre il nuovo boom italiano. Che è fatto di esportazioni e di mercato come di investimenti pubblici e privati. Che è, insomma, una cosa seria da preservare con cura e operare per consolidare e stabilizzare.
La cosiddetta moneta fiscale non è nient’altro che il credito fiscale cedibile senza controllo preventivo che in gergo viene appunto chiamato moneta fiscale. Essenzialmente significa, per capirci ancora meglio, che lo sconto fiscale che mi è stato accordato diventa un valore scambiabile, io lo posso vendere e un altro lo può comprare, indipendentemente dal fatto se ho avviato o meno i lavori per i quali ho ottenuto lo sconto fiscale. Che è, appunto, un’espressione dell’infinita filiera dei bonus, a volte anche super, soprattutto edilizi, che sono stati messi in campo nella stagione post Covid e hanno alimentato – questa è la distorsione patologica – un mercato parallelo di affaristi e speculatori che nulla c’entrano con i lavori da fare e molto invece hanno a che fare con la lievitazione dei costi che ora paghiamo tutti noi.
Questo tipo di invenzioni, nelle loro molteplici involuzioni distorsive, appartiene al mondo della finanza non solo immobiliare e, sotto varie forme, ha già creato diverse bolle. In casa nostra è stata una grande invenzione grillina venduta come lo strumento che custodiva la grande novità che ci permetteva di eludere i vincoli di finanza pubblica nascondendo però a tutti che questi aggiramenti contabili non sono gratis e producono debiti. Il decreto di ieri Giorgetti- Meloni cancella la validità per la utilizzabilità, ai fini della cessione dello sconto fiscale, delle vecchie comunicazioni di inizio lavori se nel frattempo non hai iniziato davvero il lavoro. Prima di potere trasferire il tuo credito fiscale devi avere la cosiddetta Cila che è un titolo abilitativo perché contiene la comunicazione di inizio lavori, abbreviato appunto Cila. Questo decreto-legge numero trentanove con un intervento a sorpresa retroattivo cancella la possibilità della cessione al buio.
Ne consegue che muore la moneta fiscale che è stata per il bilancio pubblico come l’atrazina per distruggere le erbe spontanee. Ditelo un po’ come volete, ma questo veleno della moneta fiscale è stato chiuso, stoppato, cancellato, non può più fare vittime. Da questa vicenda dobbiamo, però, prima di tutto trarne una lezione per il futuro. Si possono trovare scorciatoie per eludere i vincoli fiscali o parametri di finanza pubblica che dir si voglia, ma non esistono scorciatoie per eludere i vincoli della realtà o per evitare di accumulare debito. Perché è un fatto incontestabile che noi oggi ci ritroviamo con trenta miliardi di debito annuo per i prossimi tre non previsti.
Il ministro dell’economia Giorgetti e la premier Meloni sono riusciti a fare ciò che nessuno era riuscito a fare prima per vincoli politici di maggioranza, la componente Cinque stelle è sempre stata azionista pesante di governo e gli altri partiti della coalizione o all’opposizione lisciavano il pelo ai beneficiari, anche quando Draghi e Franco prima di tutti hanno lanciato l’allarme e fatto scattare i controlli. A sorpresa Giorgetti e Meloni chiudono la falla fiscale e lo fanno anche con effetto retroattivo cancellando definitivamente i meccanismi di cessione dei crediti di imposta che è stato il veleno italiano di questa stagione d’oro dell’economia italiana. Meritano un apprezzamento per il coraggio dimostrato e confermano ai mercati e agli investitori globali che il controllo della finanza pubblica italiana è in mani responsabili. Non è affatto poco.
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Caro Napoletano io sarei uno degli inventori della Moneta Fiscale che nasce nel momento in cui gli sconti fiscali possono circolare liberamente nell’economia. Tenerli fermi è anti economico e anacronistico.