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Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al Ministro Gennaro Sangiuliano, ha preso parte al viaggio inaugurale del Frecciarossa Roma-Pompei

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L’azione del ministro della Cultura valorizza il nostro capitale più invidiato e recupera una funzione di riequilibrio sul piano sociale e economico. Perché non fare pagare niente ai giovani e alle fasce protette è giusto e Sangiuliano, mentre tutti blaterano, ha allargato l’area di intervento. Regalare, però, ai ricchi della terra il godimento dei tesori italiani significa mettere il conto sulla fiscalità generale e, quindi, a carico di chi ha meno. È tangibile la costruzione di una cultura di equità che supera la demagogia, porta valore economico, come insegna il Pantheon, e dona legittimazione europea e mediterranea al nostro Paese.

Il problema vero della politica italiana è la ristrutturazione del centro. C’è una domanda di centro e non si sa ancora bene chi occuperà questo luogo della politica e la sua domanda di leadership. Forza Italia parte da una condizione più forte avendo una base reale e avendo fatto una scelta di parte europeista all’interno di uno schieramento conservatore che fuori dalla nebbia sta con i Fondatori.

Ci sarebbe potenzialmente uno spazio reale per una scelta di centro fuori dallo schieramento conservatore, ma le divisioni tra due cavalli di razza quali sono Renzi e Calenda, che peraltro hanno preso decisioni di governo dell’economia vincenti di cui nessuno li ringrazia, rende questa strada complicata. A aiutare, infine, Forza Italia è la nuova guida del Pd, Elly Schlein, che a sinistra il centro proprio non lo vuole e non fa nulla neppure per mascherarlo. Tutto ciò mette oggettivamente Tajani in una posizione di vantaggio a patto che il partito convintamente decida di farsi guidare e sostenere dalla locomotiva europea che lui rappresenta e che nessuno altro può rappresentare in quel partito.

Siamo ai temi di sempre riaggiornati al passo con la storia quando c’erano il centro dentro la Dc che contava più o meno a seconda delle stagioni e i tre partitini -repubblicano, liberale, socialista – che contavano sempre un po’ meno ma anche loro più o meno a seconda delle stagioni e delle divisioni altrui.

Un centro relativamente forte in uno schieramento di nuova Destra, che non è ovviamente la vecchia Dc, può essere invece la stampella europeista e non riduttivamente popolare di cui la Meloni ha bisogno in casa e in Europa. Per questo farebbe un errore grave a pensare di annettere elettoralmente quello spazio in quanto sarebbe una vittoria di Pirro. Perché in casa sarebbe meno forte nel controbilanciare costruttivamente Salvini e fuori casa perderebbe il valore aggiunto del gioco di squadra che proprio Tajani sta facendo con lei sul doppio quadrante europeo e dei mediterranei.

Il problema fondamentale è contare in Europa e non si può non passare attraverso il partito popolare che evidentemente non è solo quello di Weber, ma il peso assolutamente crescente del duo Meloni-Fitto in Europa unito al peso della storia istituzionale europea di Tajani come ex presidente del Parlamento molto apprezzato e di pluricommissario, possono fare dell’Italia un protagonista del nuovo grande gioco.

C’è, però, qualcosa, di ancora più strategico, a nostro avviso maldestramente sottovalutato nel dibattito della pubblica opinione italiana, che è il lavoro prezioso che sta facendo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di rilancio mondiale di questo inestimabile patrimonio italiano come ricchezza dello spirito e come valore economico e sociale.

Da questo punto vista il treno Frecciarossa diretto Roma-Pompei, inaugurato ieri dalla presidente Meloni e dal ministro Sangiuliano, esprime al massimo livello questa cultura cosmopolita modernizzatrice che rompe il colpevole isolamento dei grandi patrimoni italiani dal turismo internazionale. È un esperimento riuscito che si ripeterà di certo per altri luoghi della cultura italiana aumentando le frequenze e che viene dopo il successo di iniziative coraggiose come quelle già assunte per il Pantheon a Roma.

La cultura della modernizzazione, finalmente concepita e perseguita da Sangiuliano, significa valorizzazione del nostro capitale più prezioso e invidiato nel mondo, ma anche recupero di una funzione di riequilibrio sul piano sociale e economico. Perché non fare pagare niente ai giovani e a tutte le fasce protette è sicuramente giusto e questo ministro, non altri, mentre tutti blaterano più o meno ideologicamente, ha allargato la fascia di intervento in queste aree.

Regalare, però, ai ricchi della terra e a un popolo di milioni di visitatori internazionali il godimento dei tesori italiani significa mettere sulla fiscalità generale e quindi a carico di chi ha meno il prezzo dell’incomprensibile gratuito godimento donato al ricco benestante internazionale in visita in Italia. Non lo fa al mondo nessuno tra i grandi Paesi. Anche quelli, praticamente tutti, che hanno molto meno di noi da offrire.

L’azione del ministro, scelta dopo scelta, si è mossa in modo coerente in questa direzione che è quella di intensificare sempre di più la costruzione di un nuovo immaginario italiano nel mondo e collegare quel mondo in modo sempre più diretto a tutti i tesori italiani. In questa prospettiva comincia a essere tangibile e percepita la costruzione di una cultura italiana che supera la demagogia di qualunque colore e porta valore economico e legittimazione europea e mediterranea al nostro Paese. Questo asset è un presidio strategico dell’Italia che affianca e valorizza la scelta dell’altro presidio strategico che è quello europeo dei Fondatori declinato in nuove modalità.


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