I ministri Giancarlo Giorgetti e Raffaele Fitto
4 minuti per la letturaQuello che sta accadendo è l’esatto contrario della fase di stallo che si vuole per forza accreditare. I progetti sono stati inviati in Europa preventivamente ai fini dell’ammissibilità. La logica è “concordiamoli”, non è che ti mando un piano a scatola chiusa e poi ci vogliono sei mesi per approvarlo, al contrario si chiede prima se ogni singolo progetto è ammissibile oppure no. La modalità di azione su revisioni e Repower Eu è che Fitto concorda prima, come fanno in Europa tutti grandi Paesi, con quel metodo di concertazione preventiva che per le sue esperienze precedenti conosce meglio di chiunque altro. Questa è la pura verità che nessuno dice
C’è una bolla mediatica italiana di allarme sul lavoro prezioso che il ministro Raffaele Fitto e il suo team stanno facendo in casa e in Europa coinvolgendo il meglio della amministrazione italiana e chiamando costruttivamente alla responsabilità tutti i soggetti attuatori che diventerà molto presto un boomerang di credibilità irrecuperabile per chi lo ha cavalcato e continua a cavalcarlo. Si sta facendo tutto un lavoro di organizzazione e di dettaglio per definire e chiudere terza e quarta rata e rimodulazione entro fine luglio e passare poi alla fase operativa.
Sulla terza rata tutto l’impegno residuo è sugli aspetti tecnici-amministrativi che sono eredità dello stesso tipo di ritardo del governo precedente. Le modifiche in atto sulla quarta rata e il cambio degli obiettivi di rimodulazione dello stesso Pnrr sono in fase di assoluto avanzamento con il coinvolgimento di Eni, Enel, Terna, Snam che hanno progetti ben precisi e che sono già stati inviati in pre-confronto a Bruxelles. Quello che sta accadendo è l’esatto contrario della fase di stallo che si vuole per forza accreditare. I progetti sono stati inviati preventivamente ai fini dell’ammissibilità.
La logica è “concordiamoli”, non è che ti mando un piano a scatola chiusa e poi ci vogliono sei mesi per approvarlo, al contrario si chiede prima se ogni singolo progetto è ammissibile oppure no. La modalità di azione di Fitto sul Repower Eu è che la sua struttura lo concorda, come fanno in Europa tutti i grandi Paesi, con quel metodo di concertazione preventiva che per le sue esperienze precedenti conosce meglio di chiunque altro. Questa è la pura verità che nessuno dice. La differenza della situazione di oggi rispetto al passato, diciamolo francamente, è che prima viaggiavano solo carte e confronto e rilascio di benestare e soldi avvenivano solo su carte.
Ora con la terza rata che ha il più elevato numero di obiettivi (55) si è passati alle verifiche attuative per vedere se hai fatto o meno quello che scrivono le carte su asili nido, posti letto, disabili, tanto per capirci. La Commissione procede a un campionamento con un gruppo di progetti sottoposti a verifica. Questa verifica su ogni singolo progetto è un lavoraccio che prima non si doveva fare e che ora si sta invece facendo con dettaglio e riscuotendo i complimenti della Commissione europea per la puntualità e la linearità dei confronti. Anche questa è un’altra verità assoluta nascosta, anzi quasi sempre ribaltata. È ovvio che se fai il primo check up completo dettagliato i problemi ereditati, perché chiaramente riferibili a impegni e scadenze precedenti, non possono che emergere e non osiamo nemmeno immaginare che cosa avrebbe fatto Draghi ribaltando tavoli e persone dovendone prendere coscienza.
La cosa importante da cogliere oggi è che il governo Meloni, grazie al lavoro di Fitto e al coinvolgimento di tutti, sta collaborando molto bene con la task force della Commissione europea. Con i Comuni si sta lavorando addirittura minuziosamente per risolvere tutti i problemi degli asili nido. Questo lavoro di messa a punto, centralizzazione e focalizzazione operativa lo avrebbe fatto di certo per tempo Draghi se fosse rimasto in carica sciogliendo la matassa all’interno, ma il punto è che c’è stato un cambio di governo e sia pure senza polemiche, in modo assoluto mai nei suoi confronti, si sono dovute chiarire per forza le cose sul piano tecnico.
Tra l’altro Fitto e Giorgetti stanno procedendo di piena intesa e anche con le strutture della Ragioneria del Mef il rapporto funziona. Ciò che conta è che il risultato finale ci sarà. Sarà l’opposto di tutti questi dibattiti da buco della serratura che stanno colpevolmente segnando le cronache di fatti così strategici per il futuro dell’intero Paese non di chi sta al governo. Un po’ come il dibattito sul futuro dell’Europa quasi che si potesse concepire un governo dell’Europa senza Scholz e Macron, dibattiti ridicoli. Ovviamente ogni discorso serio partirà dai numeri usciti dalle urne, ma non potrà non avvenire con Germania e Francia sempre dentro, non fuori.
Altrimenti siamo sulla luna, non sulla terra. Quello che piuttosto dovrà essere molto ben vigilata ai fini europei è la doppia partita del meccanismo europeo di stabilità (Mes) e della riforma delle concessioni dei balneari perché sono punti che se ben gestiti non creano problemi, ma se lasciano il varco libero per impuntature ci possono fare molto male. Anche qui, però, siamo convinti che il pragmatismo di Meloni e Fitto nei momenti cruciali eviterà intoppi pericolosi.
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