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Benedetto Mineo

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Poiché questi signori autori di rincari monstre invece di andarsi a nascondere parlano di allarmismo ingiustificato e fanno velate minacce nei confronti di chi ha il dovere di vigilare, allora Mister Prezzi riferisca in tempi strettissimi le “dinamiche sospette” al ministro. Che ha i poteri per fare segnalazioni ad hoc all’Antitrust e sollecitare formalmente ispezioni della Guardia di finanza. Non c’è alternativa perché la strada della moral suasion con gente così è acqua fresca. Sono gli stessi soggetti che fanno gufismo previsionale e ingrassano i loro profitti a spese di tutti mettendo a rischio la stabilità finanziaria e sociale del Paese.

Non si vuole dire che l’Italia da tre anni cresce più di tutti in Europa e, a volte, supera anche Cina e Stati Uniti. I centri studi del mondo delle imprese e del commercio continuano a fare un miope gioco lobbistico sulle previsioni macroeconomiche sbagliando da un minimo del 100% a un massimo del 450% che incidono pesantemente sulle aspettative dell’economia, sulla fiducia delle imprese e sui comportamenti dei consumatori. Attentano al bene comune e fanno il male di tutti gli italiani senza un minimo di pudore o di vergogna.

Gli stessi, identici, operatori economici e commerciali singolarmente tutti, o quasi, mettono di fatto in atto un comportamento collettivo continuando a speculare sui prezzi finali di vendita dei prodotti con modalità differenti. La manifattura preserva invariati i prezzi finali al consumatore dei suoi prodotti nonostante il crollo da oltre otto mesi del prezzo delle materie prime energetiche regolamentate. Produzione alimentare, distribuzione e commercio minuto, questo più di tutti, addirittura continuano a fare crescere del 12,5% il prezzo medio dei prodotti del carrello alimentare con punte per la pasta che raggiungono tassi osceni del 16,5% a fronte di prezzi alla produzione cresciuti dell’8,4%.

Questo doppio circuito perverso di gufismo professionale a fini lobbistici – bisogna dire che va male perché imprese e commercianti hanno sempre qualcosa da chiedere al governo e, quindi, al debito pubblico italiano cioè a noi – e di ingiustificata speculazione da finta confusione inflazionistica che riguarda anche soggetti economici esterni alla dinamica della produzione come trasportatori, distributori e molti altri ancora, va bloccato all’istante. Perché non solo produce l’aumento delle diseguaglianze facendo pagare ai poveri l’indebito profitto dei ricchi, ma mette perfino a rischio la stabilità industriale, finanziaria e sociale del Paese. Dobbiamo sempre ricordarci che l’Italia è il Paese che ha il debito pubblico che ha, che sopporta dunque più di tutti il peso del rialzo dei tassi della Bce discendente ormai in buona parte proprio dall’anomalia dei comportamenti di questi capi e capetti dell’economia italiana come di molti dei colleghi europei.

Per non parlare più specificamente in casa nostra del contributo pesantissimo che fornisce la larghissima area di evasione fiscale che appartiene al mondo privato dei servizi che sta beneficiando come nessun altro del desiderio di Italia del mondo che ha fatto impennare arrivi e soggiorni dall’estero. Per tutte queste ragioni di contesto riteniamo di elogiare l’iniziativa del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del suo segretario generale, Benedetto Mineo, alias Mister Prezzi, che hanno riunito la “Commissione di allerta prezzi” voluta con il decreto trasparenza sui carburanti, per chiedere conto all’Unione Pastai degli abnormi rincari che sono peraltro comuni a tutta la filiera del cibo che è diventata di mese in mese la sorvegliata speciale del caro prezzi.

Che riguarda loro e dinamiche a loro esterne che sono sempre di altri soggetti economici profittatori. Resta il fatto che con il crollo delle quotazioni del grano duro sceso a 34 centesimi al chilo aumenti a doppia cifra di oltre il 16% del prezzo della pasta sono una vergogna assoluta sul piano morale e un danno certo per le fasce più deboli della popolazione. Qualcosa di davvero abnorme che riguarda, però, chi più chi meno, tutta la filiera di vendita di settore e di chi la affianca nel trasporto delle merci e nella sua distribuzione per la pasta come per gli altri prodotti alimentari. Poiché questi signori invece di andarsi a nascondere, e il riferimento non è ovviamente solo ai pastai, si permettono di parlare di allarmismo ingiustificato e fanno anche velate minacce pubbliche di chiedere i danni per la sacrosanta azione di chi ha il dovere di vigilare, allora diventa assolutamente obbligatorio che Mister Prezzi riferisca con puntualità e in tempi strettissimi le “dinamiche sospette” dei prezzi al ministro.

Che, a sua volta, dovrà provvedere alla formulazione di segnalazioni ad hoc all’Antitrust e, soprattutto, a sollecitare formalmente ispezioni della Guardia di finanza. Non c’è alternativa perché la strada della moral suasion è agli occhi di speculatori incalliti, per di più arroganti, acqua fresca. Bisogna assolutamente che sulla volatilità dei prezzi gli specialisti della speculazione la smettano di ingrassare i loro profitti a spese di tutti. Si approfondisca bene tutto per evitare boomerang mediatici, ma si agisca con la massima durezza perché parliamo di profitti indebiti che vanno a incidere sulla carne viva di chi ha meno e espongono i titoli sovrani italiani a un surplus di rischi di cui nessuno avverte il bisogno per l’oggi e per il domani con la catena di effetti indiretti, soprattutto futuri, determinati dal prolungamento della stagione degli alti tassi di interesse della Bce.

Per capire di che cosa stiamo parlando, pensate che nel 2026 si prevede una spesa solo per interessi dello Stato italiano di oltre 100 miliardi. La massima durezza è necessaria, ancora prima, perché la doppia anomalia di cui abbiamo parlato incide direttamente sul cuore del problema del Paese che è la sua crescita. Senza la quale il debito diventa insostenibile e il miracolo italiano sparisce.


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