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Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco

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Mentre continuano a scendere i prezzi energetici non scendono i prezzi finali di vendita della produzione e crescono quelli del carrello alimentare, dei servizi e del commercio. Tutti questi capi e capetti riflettano con urgenza sulle parole di ieri del Governatore Visco: “(…) se i profitti delle imprese, dopo il trasferimento sui prezzi finali degli straordinari aumenti del costo dell’energia, non ne riflettessero nei prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria non potrebbe che continuare a contrastare gli effetti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi al consumo”. Non parla un falco olandese, ma un banchiere centrale italiano stimato che non apprezza le dichiarazioni dei suoi colleghi sui rialzi prolungati dei tassi. È come se dicesse: se continuate a fare i furbi, la Bce non potrà che alzare i tassi per perseguire la stabilità monetaria, che è la sua responsabilità primaria, e noi italiani ne pagheremmo il costo più alto. Si deve smettere di giocare contro l’Italia

AVEVAMO scritto appena qualche giorno fa: basta giocare contro l’Italia. Avevamo anche scritto si “elimini” in fretta la droga dai listini dei furbetti della produzione come dei servizi e del commercio e si dia ascolto al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, su produttività e salari. Perché è intollerabile che quando i prezzi energetici si impennano tutti portano alle stelle i prezzi di vendita dei prodotti, chiedono sussidi e incassano, ma quando quegli stessi prezzi energetici crollano verticalmente i prezzi di vendita restano stellari e sussidiano i profitti acuendo la già delicata questione salariale italiana. Se il caro energia aumenta il costo di costruzione di una macchina e simbolicamente il suo prezzo di vendita sale da 100 a 120 ora che questo costo aggiuntivo non c’è più quello stesso prezzo di vendita va almeno ridotto a 110 se no invece di compensare i costi si aumentano i profitti e si trasferisce al sistema non un costo da inflazione ma da profitto. Oseremmo dire il più vergognoso dei costi da profitti perché è fatto sulla pelle di chi ha meno.

Per la verità, nel circuito perverso di questa storica vergogna italiana che risale addirittura ai tempi dell’ingresso nell’euro, c’è chi fa molto peggio. Perché non c’è solo chi mantiene ingiustificatamente alti i prezzi, ma c’è addirittura chi a fronte di una discesa dei prezzi energetici regolamentati del 16,7% aumenta tutti i prezzi degli alimentari lavorati e non lavorati facendo risalire il carrello della spesa del 13% e mantenendo la componente di fondo dell’inflazione, al netto del fenomeno energetico, al 6,4%. Si mettono così con le spalle al muro anche i banchieri centrali europei, soprattutto quelli dei Paesi del Sud Europa, più prudenti sulla linea degli alti tassi perché vengono disarmati dai nostri furbetti dei listini che incuranti di tutto e tutti continuano a giocare contro l’Italia.

Ora è evidente che i cicli delle materie prime sono lunghi, ma ancora ieri il prezzo del gas ad Amsterdam è sceso di un altro 3% fissandosi a 42 euro a megawattora. Anche il prezzo del petrolio su tutte le piattaforme continua a scendere. I prezzi finali di vendita della produzione non scendono, quelli del carrello alimentare, dei servizi e del commercio continuano a crescere. Potremmo dire che volano. Grazie all’intervento del presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, lo spread è sceso a 177 punti base dai 184 punti di riferimento della vigilia e il rendimento del Btp decennale è sceso al 4,41% dal precedente 4,53%. Ma sul finanziamento del nostro maxi debito pubblico che serve banalmente a pagare stipendi e pensioni a tutto l’impiego pubblico pesa l’incognita della vergogna dei furbetti della produzione & C. che si segnalano per la cosiddetta doppia morale. Fanno i maestrini su tutto e danno lezioni sulla crescita e sulle riforme alla nostra politica di ogni ordine e grado, ma razzolano molto male nei loro comportamenti mettendo i propri indebiti profitti, in alcuni casi i propri macroscopici indebiti profitti, prima di qualsivoglia interesse generale.

Perché torniamo nel giro di qualche giorno su questo tema per la seconda volta, vi chiederete? Perché questa è la vera emergenza nazionale e i mercati continuano a segnalare questa anomala divaricazione tutta italiana. Lo facciamo anche perché ieri è intervenuto pubblicamente il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ci eravamo permessi di evocare qualche giorno fa. Tutti oggi sottolineeranno le sue parole di esordio nel saluto alla XIV conferenza Maeci-Banca d’Italia: “Non apprezzo le dichiarazioni dei miei colleghi sui rialzi prolungati dei tassi”. Specificando subito dopo che “la politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati”, e “senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa”. A noi, però, ha colpito molto di più il fatto che sia tornato a sottolineare che “la ‘tassa’ energetica va assorbita, non generando vane e dannose rincorse tra prezzi e salari ma accrescendo la capacità di sviluppo dell’economia, e con essa la dinamica dei redditi reali” e a mettere in guardia dal “significativo incremento della volatilità alimentato soprattutto dalla dinamica del prezzo del gas, cresciuto drasticamente, fino al picco di quasi 350 euro per megawattora toccato la scorsa estate, per poi iniziare a calare, fino a scendere al di sotto dei 50 euro”. Soprattutto, però, il Governatore ieri ha lanciato un allarme che condividiamo in toto e che vogliamo ripetere proprio con le sue parole: “Se invece le richieste retributive, più che mirare in avanti, fossero soprattutto guidate dalla volontà di recuperare nell’immediato le perdite dovute al rincaro dei prodotti energetici e se i profitti delle imprese, dopo il trasferimento sui prezzi finali degli straordinari aumenti del costo dell’energia, non ne riflettessero nei prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria non potrebbe che continuare a contrastare gli effetti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi al consumo”, ha spiegato.

Come dire: se continuate a fare i furbi la Banca centrale europea non potrà che alzare i tassi per perseguire la stabilità monetaria, che è la responsabilità primaria della banca, e noi italiani ne pagheremmo il costo più alto. Tutto il Paese pagherebbe un prezzo troppo alto per gli indebiti profitti dei furbetti della doppia morale. No, è troppo: fermateli!


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