Mario Draghi e gli studenti di Bari
5 minuti per la letturaIl presidente Draghi inizia da Bari un percorso che illustra il Pnrr e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il governo. È arrivato il giorno della verità: “I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro”. E quello dell’impegno che è molto di più dell’attenzione: “Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del governo. A voi giovani spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è di mettervi nelle condizioni di farlo al meglio”. La Nuova Ricostruzione è la centralità ritrovata della scuola e, a seguire, dell’Università e della ricerca che tutte insieme sono il nuovo capitale umano del Paese e la base di un tessuto civile comune rinnovato e di uno sviluppo moderno. Ovviamente tutto questo esige pragmatismo normativo e un sindacato che non combatta per il passato delle quote cento e qualcosa per le pensioni. Esige che i partiti del rumore sospendano la propaganda e facciano una legge di stabilità dove le priorità sono il futuro, non il passato
Questo giornale nel suo primo giorno di uscita più di due anni e mezzo fa ha pubblicato l’intervento di apertura di Mario Draghi al convegno “Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia” (novembre 2009).
Quell’intervento partiva dal nuovo meridionalismo di Donato Menichella, il governatore della Banca d’Italia di Biccari, in provincia di Foggia, che conquistò l’oscar mondiale della lira. Avvertiva sui rischi di un regionalismo che non è la via maestra per chiudere il divario tra Centro Nord e Mezzogiorno e poneva inascoltato l’esigenza di prevedere meccanismi correttivi. Emergeva il solito realismo che invitava a fare i conti veri con la qualità delle singole amministrazioni territoriali e a tenere conto di ciò che sempre accade tra chi è più avanti e chi è più indietro quando arriva a mancare perfino un coordinamento unitario.
Questo giornale ha sostenuto la coerenza meridionalista degasperiana del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi e ne ha sottolineato le scelte qualificanti nelle sedi istituzionali italiane e europee che pongono sempre al centro del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) i tre obiettivi strategici della riduzione delle disparità territoriali, generazionali e di genere.
Potremmo queste disparità chiamarle sbrigativamente Sud, giovani, donne, ma commetteremmo un errore gravissimo se non cogliessimo il senso strategico unitario di queste tre missioni che parlano essenzialmente sempre di Mezzogiorno e descrivono la grande opportunità che ha l’Italia intera se dimostra di essere all’altezza della sua unica grande sfida che è quella di capitalizzare la sua risorsa giovanile e di farlo dove i divari di reddito con il Nord delineano i contorni di una cittadinanza minore.
Oggi abbiamo visto un Mario Draghi emozionato che sceglie di andare a Bari e di iniziare da qui, da una scuola tecnica di eccellenza e da un tessuto industriale di eccellenza “un percorso che illustri il Pnrr e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il Governo”. Draghi non ha accolto un invito del bravissimo sindaco di Bari, Antonio Decaro, o del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Ha scelto lui di venire a Bari per dire simbolicamente che da qui, da questi giovani, da queste terre, riparte l’Italia. È arrivato il giorno dell’impegno che è molto di più dell’attenzione. “Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro della azione del governo”. Parola di Mario Draghi.
È arrivato il giorno dell’orgoglio di un istituto tecnico superiore barese che è un punto di riferimento per la Puglia e per gli istituti tecnici superiori d’Italia e di un distretto industriale che è diventato un’eccellenza internazionale per la meccatronica.
Questo orgoglio di “un Mezzogiorno coraggioso e all’avanguardia” ci dice che l’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, ma ci dice allo stesso tempo che investire negli istituti tecnici superiori, in istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico è il solo cammino possibile perché riprenda il processo di convergenza tra Nord e Sud fermo colpevolmente da decenni. Parola di Mario Draghi.
È arrivato il giorno della verità. “Le risorse messe a disposizione per il Sud oggi non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e rapidità. La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali. I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro”. Ancora parola di Mario Draghi. Una verità da lui segnalata molto tempo fa.
Arrivano, infine, insieme il traguardo più ambizioso e l’impegno più solenne. “A voi giovani spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è di mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – un pizzico di incoscienza”. La Nuova Ricostruzione è questo. Che vuol dire un pragmatismo normativo che aiuta chi è più indietro e chiude gli spazi correttivi. Che dimostra di fare ripartire la macchina degli investimenti pubblici per mobilitarne altrettanti di privati nazionali e internazionali.
Prima di tutto, però, la Nuova Ricostruzione è la centralità ritrovata della scuola e, a seguire, dell’Università e della ricerca che tutte insieme sono il nuovo capitale umano del Paese e la base di un tessuto civile comune rinnovato. Ovviamente tutto questo esige che il sindacato non combatta per il passato delle quote cento e qualcosa per le pensioni. Che i partiti del rumore sospendano la propaganda e facciano una legge di stabilità dove le priorità sono il futuro, non il passato. Dove i soldi sulla scuola e sull’industria di qualità si possano toccare a partire dal Mezzogiorno. Dove la spinta fiscale sia un cosa seria. Dove i privilegi assistenziali di chi è stato aiutato per una vita lascino il campo agli investimenti per la riunificazione economica, sociale e civile del Paese scommettendo su giovani e donne di talento del Sud. Abbiamo già perso troppo tempo.
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Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
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Egr. Direttore Napoletano, perché Lei consente al professor Giuliano Cazzola di propalare, anche attraverso il Suo giornale, BUFALE, ormai mondiali anche per colpa del prof. Cazzola, sulla Riforma delle pensioni Fornero?
Pensioni, lo “scalone” è una tigre di carta che spaventa gli allocchi
GIULIANO CAZZOLA | 22 OTT. 2021 10:43 | 1 commento
https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/le-due-italie/occupazione/2021/10/22/pensioni-lo-scalone-e-una-tigre-di-carta-che-spaventa-gli-allocchi/
La nuova legge di Bilancio riporterà la previdenza lungo i binari della Fornero
GIULIANO CAZZOLA | 26 OTT. 2021 09:54 | 1
Citazione: “nessuno è autorizzato a fare il furbo”.
Appunto, non bisognerebbe continuare a propalare BUFALE consapevoli.
https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/le-due-italie/economia/2021/10/26/la-nuova-legge-di-bilancio-riporterala-previdenza-lungo-i-binari-della-fornero/
I sindacati scelgano tra la ricostruzione del Paese e l’onda del malcontento
GIULIANO CAZZOLA | 27 OTT. 2021 10:51
https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/le-due-italie/sindacati/2021/10/27/i-sindacati-scelgano-tra-la-ricostruzione-del-paese-e-londa-del-malcontento/
LA RIFORMA DELLE PENSIONI FORNERO E’ UNA BUFALA MONDIALE
La Riforma delle pensioni Fornero è ormai una BUFALA mondiale da oltre un lustro, che in Italia ha fatto 60 milioni di vittime (inclusi ISTAT, UPB, talvolta INPS, Banca d’Italia, RGS), poi si è diffusa all’estero (inclusi OCSE, FMI e i giornali più famosi).
Le vengono attribuite da TUTTI, inclusi i docenti universitari, le severe norme della Riforma SACCONI, in particolare l’età di pensionamento a 67 anni e l’introduzione dell’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita. Ho scritto un saggio, con tutte le prove documentali.
Le BUFALE sulla Riforma Fornero impazzano in questi giorni sui media, per le fibrillazioni del Governo Draghi, che ha deciso di non rinnovare Quota 100. La Lega Nord di Salvini (al quale ho scritto più volte sulle sue bugie sulla Riforma Fornero e su Monti), che la impose con il Governo Conte1, ovviamente è contraria e rifiuta “il ritorno alla Fornero”.
Vale la pena, allora, di riportare di nuovo lo stato dell’arte pensionistico con i relativi riferimenti legislativi per le opportune verifiche, dal quale emerge chiaramente che il grosso lo ha deciso SACCONI e quasi tutto per la pensione di vecchiaia.
1) Pensione di vecchiaia: l’aumento di 2 anni da 65 (2010) a 67 (2019) è quasi tutta opera di SACCONI: un anno mediante la “finestra” (L. 122/2010, art. 12, commi da 1 a 6, e L. 148/2011, art. 1, comma 21, per l’estensione al comparto della scuola e dell’università), tranne 4 mesi di Damiano (L. 247/2007), e un anno con l’adeguamento alla speranza di vita, introdotto (L. 102/2009, art. 22-ter, comma 2) e modificato sostanzialmente da SACCONI (L. 122/2010, art. 12, commi da 12-bis a 12-quinquies + L. 111/2011, art. 18, comma 4, per la decorrenza dal 2013, quando è effettivamente decorso). Fornero (L. 214/2011, art. 24) zero. ZERO! [1]
[1] L. 102/2009, art. 22-ter 2. A decorrere dal 1° gennaio 2015 i requisiti di eta’ anagrafica per l’accesso al sistema pensionistico italiano sono adeguati all’incremento della speranza di vita accertato dall’Istituto nazionale di statistica e validato dall’Eurostat, con riferimento al quinquennio precedente. Con regolamento da emanare entro il 31 dicembre 2014, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, e’ emanata la normativa tecnica di attuazione. In sede di prima attuazione, l’incremento dell’eta’ pensionabile riferito al primo quinquennio antecedente non puo’ comunque superare i tre mesi. Lo schema di regolamento di cui al presente comma, corredato di relazione tecnica, e’ trasmesso alle Camere per il parere delle Commissioni competenti per materia e per i profili di carattere finanziario. http://www.parlamento.it/parlam/leggi/09102l.htm
Legge 27.12.1997, n. 247 http://www.camera.it/parlam/leggi/07247l.htm
Legge 30.07.2010, n. 122 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=
4. All’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 12-bis, la parola: “2015” è sostituita dalla seguente: “2013” e sono soppresse le parole: “, salvo quanto indicato al comma 12-ter,”;
b) al comma 12-ter, primo periodo, le parole: “2013” e “30 giugno” sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: “2011” e “31 dicembre” ed è soppresso l’ultimo periodo.
Legge 15.07.2011, n. 111, art. 18 4. All’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 12-bis, la parola: “2015” è sostituita dalla seguente: “2013” e sono soppresse le parole: “, salvo quanto indicato al comma 12-ter,”;
b) al comma 12-ter, primo periodo, le parole: “2013” e “30 giugno” sono sostituite rispettivamente dalle seguenti: “2011” e “31 dicembre” ed è soppresso l’ultimo periodo.
e Legge 14.09.2011, n. 148 21. Con effetto dal 1° gennaio 2012 e con riferimento ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dalla predetta data all’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, dopo le parole “anno scolastico e accademico” sono inserite le seguenti: “dell’anno successivo”. Resta ferma l’applicazione della disciplina vigente prima dell’entrata in vigore del presente comma per i soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011. https://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf
Legge 22.12.2011, n. 214 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011-12-06;201~art24!vig
2) Pensione anticipata:
– Uomini, 42 anni e 10 mesi. Dei due anni e 10 mesi, un anno e 3 mesi (un anno e 9 mesi per gli autonomi) sono stati decisi da SACCONI (L. 122/2010, art. 12, comma 2 + L. 111/2011, art. 18, comma 22-ter), tranne 4 mesi in media da Damiano (L. 247/2007), un anno (L. 214/2011, art. 24, comma 10) e 7 mesi con l’adeguamento all’aspettativa di vita (comma 12) da Fornero (oltre alla riduzione di 6 mesi per gli autonomi, comma 6).
– Donne, 41 anni e 10 mesi. Dell’anno e 10 mesi, un anno e 3 mesi (un anno e 9 mesi per le autonome) sono stati decisi (L. 122/2010, art. 12, comma 2 + L. 111/2011, art. 18, comma 22-ter) da SACCONI (tranne 4 mesi in media da Damiano, L. 247/2007), 7 mesi con l’adeguamento all’aspettativa di vita (comma 12) da Fornero (oltre alla riduzione di 6 mesi per le autonome, comma 6).
Non è necessario aggiungere altro per additare SACCONI anziché Fornero.
Post scriptum
Perché la “legge Fornero”, come la chiamano, è diventata una BUFALA mondiale?
A parte che è sbagliato definirla legge (è l’art. 24 della L. 214/2011, cosiddetta Salva-Italia del Governo Monti), la diffondono tutti per ignoranza, tranne pochissimi, che lo fanno consapevolmente: Tremonti, Cazzola, T. Boeri, P. Ichino, Damiano, SACCONI, A. Brambilla, alcuni giornalisti; e la stessa professoressa Fornero. Sono tutti approfonditi nel mio saggio, con le relative prove documentali.
Il professor Cazzola ha insegnato all’università previdenza, conosce bene queste norme e conosce benissimo la Riforma SACCONI, poiché le ha votate quando era vice presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati (per il Popolo della Libertà, come SACCONI) ed ha motivato il voto favorevole del suo Gruppo parlamentare in Aula alla Manovra (DL 78/2010, L. 122/2010), la più scandalosamente iniqua della nostra storia repubblicana, che all’art. 12 conteneva (e contiene) la severissima Riforma SACCONI. C’è da chiedersi, almeno io me lo chiedo, perché da 10 anni egli diffonde consapevolmente BUFALE sulla Riforma Fornero, guadagnandole altro odio, e nasconde la Riforma SACCONI.