Il commissario Domenico Arcuri
6 minuti per la letturaIn questo Paese il copione è sempre identico, grande polverone, nessun colpevole. Siccome siamo alle prese con la vita delle persone e con una tragedia economica, non siamo più disposti a tollerare il solito scaricabarile italiano. I ventilatori per le terapie intensive sono stati consegnati o no? Ha ragione il commissario per l’emergenza sanitaria o hanno ragione le Regioni? Presidente Conte, non si scherza più. Si deve agire nelle sedi competenti affinché vengano accertate e perseguite le responsabilità. Stendiamo un velo pietoso sull’effetto ottico della De Micheli e sui “ricatti finanziari” delle Regioni. Intanto nel Mezzogiorno siamo a un passo dall’eversione
Lo stesso balletto delle mascherine della prima ondata si ripete con i ventilatori e con le terapie intensive della seconda ondata. I ventilatori non si sa dove sono finiti e le terapie intensive sono aumentate in misura infinitamente inferiore alle necessità. In questo Paese il copione è sempre identico, grande polverone, nessun colpevole. Siccome siamo alle prese con la vita delle persone e con una tragedia economica che rischia di fare scomparire l’Italia dal novero dei Grandi Paesi industrializzati e di condannare metà della sua popolazione alla povertà, non siamo più disposti a tollerare il solito scaricabarile italiano.
Ha ragione il commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Arcuri o hanno ragione il Presidente della provincia di Trento e i Presidenti delle Regioni? Se hanno ragione i secondi il commissario Arcuri deve essere licenziato all’istante e rispondere civilmente dei danni arrecati alla comunità. Se ha ragione Arcuri il Presidente Conte ha un motivo in più per troncare sul nascere questo grumo di potere nordista che si è costruito intorno alla Conferenza Stato-Regioni che si propone di costituzionalizzare di fatto la nuova Terza Camera dello Stato e di ripetere al cubo i danni abnormi prodotti da un federalismo all’italiana che mina da dieci anni in qua la coesione del Paese. Perché sottrae ai poveri per dare ai ricchi e perché nega a venti milioni di persone i diritti di cittadinanza nella scuola, nella sanità e nella mobilità.
Presidente Conte, non si scherza più. Arcuri ha dato i ventilatori e le Regioni sono rimaste dolosamente con le mani in mano? Allora si agisce nelle sedi competenti perché vengano accertate e perseguite le responsabilità personali. Mi creda, non c’è altra via per contenere questo egocentrismo regionalista malato che ha come regola: io do ai miei cittadini, lo Stato paga; io assumo, lo Stato paga; io prendo un sacco di voti e do ordini allo Stato che mi ha “finanziato” la raccolta di quei voti. Lo sceriffo De Luca passa il tempo a insidiare Crozza e Giletti sul palcoscenico mediatico e non ha tempo per chiedere e ottenere ciò che è dovuto ai suoi cittadini? Allora intervengo io governo perché è un fatto assodato che in materia sanitaria e scolastica la questione meridionale è la questione nazionale del momento.
Se in una parte del Paese il tasso di agibilità delle scuole è al 15% e in un’altra al 63% secondo voi da dove si deve cominciare a intervenire? Se poi la situazione attuale è il frutto di una sperequazione della spesa sociale che viola nel silenzio complice di tutti la Costituzione attribuendo al Mezzogiorno una spesa pro capite che è ingiustificatamente a livello medio la metà di quella pro capite del Nord, che cosa aspetta a intervenire un governo che si autoproclama meridionalista e che ha preso impegni pubblici proprio su questo terreno?
Ma che cosa vi fa minimamente pensare che si possa ancora tollerare in piena Pandemia una situazione che consente di garantire 85 euro pro capite di investimenti in sanità a un cittadino emiliano-romagnolo e 16 euro a un cittadino calabrese?
Siamo a un passo dal fare saltare due anni – dico due anni – di istruzione scolastica in un’area estesa del Paese in gran parte concentrata nel Mezzogiorno perché si sono sostituiti edifici fatiscenti con un luogo ancora più evanescente che è quello di una fantomatica didattica a distanza dove nemmeno si sa che cosa sia la banda larga ultra veloce, dove ogni forma di collegamento decente è impossibile, dove in molte case non esiste neppure un computer o un iPad sul quale provare a costruire un nuovo disegno delle relazioni umane e scolastiche perché neppure la connessione delle solitudini è possibile. Ci riempiamo la bocca da mattina a sera di capitale umano, di valore strategico dell’istruzione e consentiamo al governatore della Campania senza dare conto a nessuno di chiudere le scuole dalla sera alla mattina?
Che cosa impedisce alla coscienza collettiva meridionale di rendersi conto di quale abisso di indegnità sia stato raggiunto da governatori che si muovono come capi di stato padroni dei loro territori e delle loro clientele senza mai decidere di agire invece insieme nelle sedi costituzionali competenti per ottenere dall’unico Stato esistente il riconoscimento e la tutela dei diritti sacrosanti stabilmente violati dei propri concittadini?
Ma come si può solo pensare di mandare milioni di cartelle esattoriali mentre si continuano a colpire bar, ristoranti, alberghi, commercio, creatività, eventi, trasporto veloce, liberi professionisti, insomma tutto il lavoro autonomo senza minimamente porsi il tema dei risarcimenti dovuti! D’altro canto se anche li si riproponesse come nella prima fase si scoprirebbe che sono sommersi da un mare di decreti attuativi che impedisce all’aiuto di venire a galla. Vogliamo assistere di nuovo allo spettacolo della ministra che ha raccontato più balle della storia repubblicana italiana, Paola De Micheli, che fa finta di fare i decreti attuativi del dicastero dei Trasporti e li manda all’Economia che a sua volta li manda all’Europa con il solo scopo di farsi dire dai burocrati europei che c’è qualcosa che non va? Che così sono tutti contenti perché il Tesoro non deve cacciare un euro e può dire che è colpa dell’Europa, non sua, se i soldi non arrivano agli operatori privati e pubblici danneggiati pesantemente dal Covid 19? Ci sono troppi burocrati coperti da una politica a volte assente a volte complice ma sempre incompetente. Che sono impegnati a non tirare fuori il becco di un quattrino perché hanno un solo interesse da tutelare: il loro stipendio.
Ma davvero davvero pensate che a parte la TV di Stato silente qualcuno possa credere al racconto domenicale della De Micheli che lo strapieno sul trasporto locale sia un effetto ottico? Che cinque persone in un metro quadro stanno larghe? Che l’incremento dei contagi è colpa solo dei bar e delle famiglie? Ma davvero davvero pensiamo che chiudere per due anni di seguito la scuola, non abbia strascichi sullo sviluppo degli studi e sullo sviluppo psico-fisico dei ragazzi? Si parla ora di scaglionamento che è qualcosa che assomiglia molto banalmente al doppio turno di quando io andavo al liceo, ma non si poteva pensare per tempo a coinvolgere i bus gestiti da privati per il flusso turistico al momento non pervenuto? Ci voleva poi così tanto a dotarsi in tempi non sospetti di un’organizzazione che reggesse l’urto della seconda ondata? Perché non è avvenuto? Perché, come azzarda qualcuno, sui bus privati non si possono fare le stesse creste ipotizzate sulle mascherine? Fino a quando si può pensare che, a partire da donne e minori, debba essere la gente del Sud a pagare il conto con il proprio sangue e con la propria libertà? Se non si cambia subito registro prima che la verità si incarichi di smontare previsioni e sorrisi da parte del ministro dell’Economia Gualtieri, ci sarà da fare fronte a un fenomeno di eversione del Mezzogiorno così diffuso e capillare da non potere essere più controllabile. Prima si capisce che di questo non di altro di tratta, meglio è.
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