Il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri
2 minuti per la letturaSiamo di fronte al più indifendibile dei ministri dell’economia. Difende gli indifendibili funzionari della Sace. Difende le indifendibili banche che fanno tardi perché operano in un regime di lavoro delocalizzato. Difende le indifendibili procedure ideate e mai attuate dalla più bizantina burocrazia europea
Ha difeso gli indifendibili funzionari della Sace. Ha difeso le indifendibili banche che hanno fatto tardi, a suo dire, perché “costrette” poverine a lavorare per la prima volta in smart working e, cioè, in un regime di lavoro delocalizzato. Vale a dire, aggiungiamo noi, “costrette” a lavorare da remoto come è avvenuto in Germania e in mezzo mondo dove però hanno erogato i quattrini in mezza giornata a differenza nostra.
Ha difeso gli indifendibili risultati di oltre metà delle richieste di finanziamento rimaste addirittura senza risposta “nelle prime settimane”. Ha difeso le indifendibili procedure ideate e mai attuate dalle teste più bizantine della più bizantina burocrazia europea che è quella italiana formalmente alle sue dipendenze di fatto sopra la sua testa. Potremmo continuare. Per pietà ci fermiamo qui.
Siamo di fronte, ormai è evidente, al più indifendibile dei ministri dell’economia della storia recente, si chiama Roberto Gualtieri, anche lui evidentemente delocalizzato, anzi fortemente delocalizzato, rispetto all’emergenza reale del Paese, rispetto alle sofferenze delle persone e al dramma diffuso delle imprese. Non ha evidentemente ancora capito che il tempo disponibile è un mese non un anno per mettere i soldi nelle tasche degli italiani e che, forse, se me li dai troppo tardi, sbagli pure a darmeli.
Non ha ancora capito quanto vale oggi la differenza tra un mese e un anno e non ne chiede conto alla macchina pubblica responsabile di questo disastro. Non chiede scusa agli italiani per sé e per loro e arriva a sfidare le leggi della realtà vendendosi come un mezzo successo il fallimento totale del decreto liquidità, da noi correttamente ribattezzato decreto “illiquidità”. Roberto Gualtieri, con il suo intervento di ieri davanti alla Commissione di inchiesta sulle banche, si è guadagnato i galloni di ministro della burocrazia abbandonando sul campo quelli più importanti ma immeritati di ministro dell’economia. Siamo senza parole. Anzi peggio. Siamo senza difese.
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