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Mario Draghi

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Quella di chi fa politica inseguendo i voti, della corporazione dei presidi per cui non si può mai fare nulla, del talk che mette paura e di De Luca, monarca dei territori campani, che dice: lo Stato sono io, chiudo le scuole e attaccatevi. Tanto pagano Pantalone e i nostri ragazzi. Consigliamo a Mario Draghi di sentirsi ancora di più l’uomo delle istituzioni e di impedire che il Paese vada a sbattere esercitando la virtù della pazienza all’estremo per evitare di essere sopraffatti da questa follia collettiva. Nel frattempo non sottovaluti la protesta delle aziende di trasporto private e non tolga mai gli occhi dai dossier del Piano nazionale di Ripresa e di Resilienza. Sulla governance di questi progetti l’Italia si gioca tutto e l’affanno sulla pubblicazione in gazzetta del decreto Covid non depone bene

Ritorna l’Italietta dei capi partito del nulla e dei capi di stato ombra delle Regioni. Quella di chi fa politica lisciando il pelo all’ultimo che parla inseguendo i voti, non il governo dei problemi del Covid e dell’economia. Quella dei grandi feudatari regionali che sanno chiedere solo soldi per mettere più bus e fare più controlli, ma appena li ottengono dicono che non bastano, meglio rinviare tutto. O che alla voce De Luca, monarca dei territori campani, dicono “lo Stato sono io, faccio come mi pare, chiudo le scuole e attaccatevi”. Rinviare tutto, chiudere tutto, mai fare qualcosa prima, tanto pagano Pantalone e i nostri ragazzi.

L’Italietta delle grandi corporazioni per cui non si può mai fare nulla come quella dei presidi. Che hanno una faccia unica e una voce unica che appartengono a una sola persona che occupa le tv da mattina a sera per dire che non si può riaprire la scuola in presenza e che bisogna rinviare di almeno un paio di settimane. Era lo stesso che aveva detto di fare altrettanto con l’inizio dell’anno scolastico e che è stato smentito in tutto e per tutto dai fatti. Ovviamente questa trascurabile circostanza fattuale non impedisce ai media televisivi riuniti di ripetere il copione della vergogna senza autocritica e senza pudore. Suonare la grancassa della paura e del caos è connotata alla circolazione cromosomica del fare disinformazione.

Questa tutta insieme è l’Italietta di prima che aveva ceduto il posto alla nuova Germania d’Europa per i risultati conseguiti nella lotta al Covid e nella crescita economica. La Nuova Italia della Nuova Ricostruzione del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Che facendo realisticamente i conti con i vizi nazionali ha deciso il green pass prima di tutti e ha salvato la baracca facendo peraltro scuola in Europa. Siete pazzi, volete proseguire così, ma per carità! Noi a essere i primi ci viene il mal di testa se non torniamo subito a sguazzare nella brodaglia del peggiore dibattito della pubblica opinione. Dove i reciproci servilismi dei più infidi populismi europei hanno le sembianze della compagnia di giro del talk unico pubblico-privato.

Se non accade ciò non stiamo più in noi. Se non diciamo che viene tutto giù o non torniamo a inseguire, blandire, polemizzare con stregoni, ristoratori-scienziati, camionisti-scienziati, albergatori-scienziati, intellettuali à la page che tengono bordone, noi abbiamo un problema di identità. Se non rendiamo noi stessi Omicron come Delta e la frittata è fatta per l’economia, se non li impauriamo tutti, abbiamo come un mancamento d’aria. Volevate che non riapparisse in onda Grillo a richiamare i “trattamenti sanitari obbligatori” e a evocare “immagini orwelliane”? Che tristezza!

Potenza delle fibrillazioni quirinalizie? Sì, probabile; anche di sicuro. Purtroppo, il problema è più di fondo. Il 70% dei ricoverati in terapia intensiva sono non vaccinati. A Trento la percentuale sale al 100% e il 73% delle altre patologie non può essere curato in ospedale perché i padiglioni sono requisiti dall’area Covid interamente occupata da malati che non si sono mai fatti un vaccino. Escludendo i non vaccinati le quote nazionali di ricoveri ospedalieri e di terapie intensive si riducono rispettivamente al 10 e al 5% per cui si sarebbe nella più assoluta fisiologia senza blocchi all’economia e con un calo drastico, verticale, del numero dei morti.

Questi sono i fatti, ma per mezzo gradimento in più la peggiore opposizione politica europea, che è quella nostrana dei Fratelli d’Italia, strepita contro l’obbligo di vaccinazione over 50 e contro la sanzione di 100 euro comminata dalla Agenzia delle entrate. E mezza Lega che sta al governo riesce a fare ancora peggio scopiazzando i confratelli della destra all’opposizione e facendolo sulla pelle delle persone mettendo a rischio la loro vita o il loro posto di lavoro a seconda dei casi.

Che ne dite viceversa di prendere un po’ di coraggio e di avere la dignità di invitare tutti a vaccinarsi? No, per carità, che cosa volete che siano il bene comune, la ripresa economica da tutelare, gli investimenti da fare per ridurre le diseguaglianze e riunire le due Italie? Ma mi faccia il piacere, direbbe il principe de Curtis, io qui ho i voti da prendere e tu mi rompi le scatole con la morte delle persone, la crisi dell’economia, il Mezzogiorno che è staccato e può sprofondare? Oppure mi infastidisci con lo spread che risale perché gli investitori globali capiscono che la pistola della garanzia di credibilità di Draghi è scarica perché i signori dei partiti hanno ritirato le cartucce? Vuoi infastidirmi con queste stupidaggini dell’inflazione che è una minaccia reale e avvisarmi di queste pulsioni diffuse di suicidio collettivo? Dài, fai il buono, che a maggio ho le amministrative e poi le politiche e magari con tutto questo caos riesco pure a anticiparle?

Volete risparmiarvi lo spettacolo di un presidente della Regione Campania che decide di tenere chiuse scuole elementari e medie e apre uno scontro istituzionale senza precedenti con lo Stato? Per quanto a De Luca possa sembrare incredibile, ma ci sono anche delle leggi in questo Paese e queste leggi non gli consentono di prendere tali decisioni. Solo una regione in zona rossa può decidere chiusure unilaterali generalizzate. Siamo in una tipica situazione dell’Italietta dove si ignora quali sono i poteri e le funzioni dei Presidenti delle Regioni e dove a forza di autochiamarsi governatori ci si convince che non esistono più le leggi nazionali, che non esiste più lo Stato. Il problema di De Luca è la sanità, non le scuole, ma questo è un pezzo importante di un problema ancora più grande che riguarda sempre le Regioni. Fermiamoci qui.

La china che si è presa è davvero pericolosa. Anche perché c’è chi soffia su questi temi così delicati anche in chiave Quirinale. Consigliamo a Mario Draghi di sentirsi ancora di più l’uomo delle istituzioni e di impedire che il Paese vada a sbattere esercitando la virtù della pazienza all’estremo per evitare di essere sopraffatti da questa follia collettiva. La pubblica opinione capirà. Non sottovaluti, nel frattempo, la protesta delle aziende di trasporto private e degli albergatori delle città. Servono ristori immediati e mirati altrimenti si alza il solito polverone e si aggiunge confusione a confusione.

Sarà difficile fare capire ai partiti che bisogna chiedere a chi non è toccato di fare qualcosa per sostenere pro tempore i meno fortunati, ma bisogna fare comunque qualcosa. Così come fino all’ultimo giorno che resterà a Palazzo Chigi non tolga mai gli occhi dai dossier del Piano nazionale di ripresa e di resilienza. Servono gli stati di avanzamento dei lavori e sono ancora troppi quelli che confondono progetti e studi di fattibilità con l’apertura dei cantieri. Sulla governance di questi progetti si gioca tutto e l’affanno sulla pubblicazione in gazzetta del decreto Covid non depone bene.


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