Analisi su un tampone Covid-19
4 minuti per la letturaTogliamo ai “lupi” il palcoscenico dello spirito pubblico. Bisogna esigere il rispetto di tutti, no vax compresi, di una scienza che non fa miracoli ma produce risultati. Serve assolutamente una soluzione nel solco fattuale e anticipatore del green pass eliminando il tampone che consente trucchi e illegalità o rendendolo più stringente da 48 a 24 ore. Quello che è certo è che la soluzione va trovata presto e va condivisa. Chi si tiene fuori e chi incensa o difende i “lupi” per bassi interessi deve sapere che si pone fuori dell’interesse generale e deve sentire il morso di condanna della pubblica opinione
Basta balle su green pass, scienza, “dittatura sanitaria” e no vax. Il momento di fare qualcosa è adesso. Perché è in gioco un pezzo di ripresa oltre la salute. Perché è in gioco il futuro. Perché siamo stati i più bravi di tutti e abbiamo fatto scuola nel mondo. Perché dobbiamo togliere il palcoscenico dello spirito pubblico a una causa egoista che lede i diritti di tutti.
Punto uno. A partire dalla Germania, sì, avete capito bene, la Germania, l’unica via di uscita che gli altri Paesi europei riescono a individuare per venire a capo della situazione drammatica in cui sono ripiombati con la quarta ondata è quella di copiare il modello italiano del Green Pass.
Punto due. La situazione sanitaria italiana di oggi non è nemmeno lontanamente comparabile con quella di Germania, Russia, Irlanda che hanno dovuto richiudere quasi tutto o stanno chiudendo tutto o hanno già chiuso tutto.
Punto tre. Gli unici territori italiani dove si rischia la zona gialla, non quella rossa come è da settimane in Germania che ha tassi di vaccinazione e di controlli non comparabili con i nostri, sono sempre i territori dove la incomprensibile scelta individuale di non vaccinarsi senza motivi di salute, per quanto legittima, si è trasformata in una protesta organizzata che si è rivelata il più potente motore di propulsione in casa nostra di contagi, aumento dei ricoveri e delle terapie intensive. Una protesta fiancheggiata e/o sostenuta da movimenti estremisti che nulla hanno a che vedere con le ragioni individuali di libera scelta. Siamo in questo caso davanti a comportamenti a volte ingiustificatamente violenti e spesso fuori dalle regole come succede quando i no vax manifestano senza mascherina. Siamo davanti a gruppi organizzati protetti da forze politiche demagogicamente compiacenti e da media irresponsabili che hanno regalato loro il palcoscenico dello spirito pubblico per una causa egoista che lede gravemente la tutela dei diritti di tutti e mette a rischio il bene comune.
Punto quattro. Nonostante tutti questi indubbi meriti italiani il momento di fare qualcosa è adesso. Altrimenti ci perdiamo un pezzo di ripresa. Meglio fare qualcosa oggi di indigesto, ma non troppo, piuttosto che fare qualcosa dopo ma di più duro. Non è soltanto un tema fondamentale per la sanità, ma anche per la ripresa. Diciamo le cose come stanno. Già la miccia della crescita dei prezzi delle materie prime e dell’inflazione in generale ancorché al momento accesa essenzialmente da prodotti energetici e alimentari non permette di dormire sonni tranquilli. La verità che molti fanno finta di dimenticare è che con questa quarta ondata alle porte e già entrata in case altrui non si tratta di salvare il Natale, ma piuttosto di salvare la ripresa e di salvare il futuro.
Ci giochiamo la possibilità di trasformare il più importante rimbalzo nazionale del prodotto interno lordo in una crescita strutturale, con tassi da miracolo economico, sostenibile e inclusiva.
A questo punto, è la conclusione, bisogna prendere atto che c’è uno zoccolo duro no vax che sta spaccando i partiti – questo interessa davvero poco – ma che potrebbe addirittura mettere a rischio la rinascita del Paese tra un talk e l’altro più o meno plaudente. Questo è troppo. Tutti devono avere oggi la consapevolezza che da una Pandemia globale non si esce con un piccolo sacrificio ma con un sacrificio grande che dura a lungo e dove tutti devono fare la loro parte.
Bisogna smetterla di parlare di miracolo della scienza che ha costruito i “lupi folli” della “dittatura sanitaria” perché purtroppo il male esiste e la pazzia pure. Altrimenti i “lupi folli” rischiano di incendiare il Paese e bruciare il suo futuro. Bisogna esigere piuttosto il rispetto di tutti di una scienza che non fa miracoli ma produce risultati. Serve assolutamente una soluzione nel solco fattuale e anticipatore del green pass. Perché questo è il problema del Paese ed è il Paese che deve tutelare se stesso attraverso un’offerta nazionale sulla quale si concorda. Che non può essere ovviamente quella dei presidenti di Regione che vogliono copiare l’Austria che copia male noi limitando la libertà delle persone e ipotizzando interventi impossibili dei carabinieri a casa delle persone. Anche perché di fatto per i no vax in Italia è già così.
Si prosegua piuttosto sulla strada maestra del green pass eliminando il tampone che consente trucchi e illegalità o rendendolo più stringente da 48 a 24 ore. Quello che è certo è che la soluzione va trovata presto e va condivisa. Chi si tiene fuori e chi li incensa o difende per bassi interessi devono sapere che tutti loro si pongono fuori dell’interesse generale e devono sentire il morso di condanna della pubblica opinione. Perché la situazione è seria e non è più tollerabile che ci siano sfumature, distinguo o che si ricominci di nuovo con il solito “vediamo, aspettiamo, che male vi faccio”. Basta balle.
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