Lo scuolabus spesso al sud è un miraggio
4 minuti per la letturaÈ vero o no che negli ultimi dodici anni il Sud ha perso dieci punti di spesa reale e il Nord ne ha guadagnati tre? Gli under 14 emiliano-romagnoli viaggiano gratis sui bus mentre in molte aree del Sud il bus per portare i ragazzi a scuola se c’è è scalcinato. Vogliamo parlare delle classi pollaio del Mezzogiorno e della fuga di professori al Nord dove ci sono più cattedre?
L’ELEFANTE non si sposta. Non ne possiamo più di un dibattito del tipo: i consumi sono crollati più al Nord che al Sud, perché allora si fa la fiscalità di vantaggio al Sud? Ohibò: pensavate che poteva succedere il contrario? È vero o no che negli ultimi dodici anni il Sud ha perso dieci punti di spesa reale e il Nord ne ha guadagnati tre? È vero o no che per tornare il Sud ai livelli pre-Covid – livelli da bancarotta del sistema Italia – vi metterà di certo di più del Nord per la sua strutturale debolezza competitiva?
Ma l’avete capito o no che il reddito pro capite delle donne e degli uomini del Sud è la metà di quello del centro Nord? Forse, che dite, la torta dei consumi è molto più piccola o no? E una torta piccola sotto shock perde nella immediata congiuntura tendenzialmente un po’ meno di una torta più grande, non vi pare? Forse, che dite, ce la facciamo per una volta a non confondere la congiuntura con la struttura? Forse, che dite, ce la facciamo anche noi nelle nostre piccole testoline a fare i conti con il problema che l’Europa ci chiede di affrontare che è quello di riprendere a fare spesa sociale e spesa per infrastrutture nel Mezzogiorno dopo venti e passa anni di saccheggio operato dalle Regioni del Nord a spese delle Regioni del Sud attraverso il marchingegno della Spesa storica? Possiamo uscire per una volta dalle miopie regressive emiliano-romagnole e lombardo-venete di un Nord che vuole sostenere i suoi consumi e le sue clientele con le risorse pubbliche necessarie per lo sviluppo del Mezzogiorno e con una classe politica meridionale che insegue solo bonus a pioggia per i suoi potenziali elettori e non ha né l’intelligenza né la dignità di fare valere le ragioni civili e economiche della popolazione che indegnamente rappresentano?
Ohibò: dobbiamo riaprire la scuola post Covid (annuncio: sia chiaro) per scoprire che Bonaccini fa viaggiare gratis su bus e autobus gli under 14 emiliano-romagnoli mentre in molte aree del Mezzogiorno il bus o c’è scalcinato o non c’è proprio per portare i ragazzi a scuola? E le famiglie meridionali con il portafoglio che è tra la metà e un quarto di quello delle famiglie emiliano-romagnole è vero o no che devono svuotarlo ancora di più per mettere la benzina nella macchina che porta i ragazzi a scuola magari a turno tra più gruppi familiari per risparmiare?
Vogliamo parlare delle classi pollaio del Sud e della fuga di professori al Nord dove ci sono sempre più cattedre a concorso perché le classi sono con un numero più ristretto di alunni e i diritti di cittadinanza scolastica sono sempre superiori per diritto divino (pardon da Conferenza Stato-Regioni) di quelli dei ragazzi del Mezzogiorno? Vogliamo parlare di che cosa ciò determina in tassi di dispersione scolastica e di qualità dei risultati tra un territorio e l’altro?
Abbiate pazienza, ma lo avete capito o no che il costo pro capite per la mobilità di un cittadino del Sud, con l’esclusione di Napoli che ha la sua bella metropolitana, è di quindici o venti volte superiore a quello di un cittadino del Nord? Agli “austro-olandesi” di casa nostra della politica, della economia e della più servile delle informazioni europee dico di smetterla perché questa volta il giochetto truffaldino è stato portato alla luce del sole e i parlamenti di molti degli altri Paesi europei se i soldi del Next Generation non verranno spesi in scuola, ospedali, fibra e treni veloci al Sud voteranno no al finanziamento del piano italiano e il nostro Paese non vedrà il becco di un euro.
Alle favole italiane di tipo emiliano-romagnolo e lombardo-veneto non crede più nessuno. Come alle previsioni ottimiste da far paura del ministro dell’Economia Gualtieri. I dati sui consumi di oggi e quelli sui trasporti di questa settimana ci dicono che l’ottimismo si è liquefatto. Sulla scena della vita reale è rimasta solo la paura.
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