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La sede di Cassa depositi e prestiti

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Non abbiamo più voglia di scherzare. Hanno regalato al Nord tutte le infrastrutture con i soldi del Sud per venti anni. Ora, approfittando della Pandemia globale, vogliono regalare 50 miliardi alla Cassa Depositi e Prestiti per dare alle aziende private decotte del Nord un socio di capitale che si chiama Stato e copre per sempre le loro nefandezze. Ancora una volta vogliono farlo con i soldi del Sud. Basta! Ministro Gualtieri, direttore del Tesoro Rivera, ve lo diciamo con chiarezza, la stagione degli scippi in tempi di pace è maleodorante, ma in tempi di guerra fa ribrezzo. Questo giornale non vi darà tregua da qui al decreto, vi controllerà a vista. Scruteremo riga per riga il testo. Andremo a vedere i bilanci a uno a uno delle aziende che finiranno nella lista dei regali pubblici. A chi appartengono? Dove si trovano? Chi le sponsorizza e perché? Scoperchieremo il pentolone senza riguardi per nessuno. Non vi daremo tregua, prima e dopo, perché la misura è colma.

Non avete sbagliato un colpo per il peggiore sottogoverno nelle nomine nei Cda delle società pubbliche inventando mestieri e facendo strame di ogni regola di competenza. Non siete riusciti a togliere alle banche un solo vincolo, come la segnalazione alla centrale rischi, che taglia dall’accesso al credito la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese meridionali. Non riuscite a erogare contributi a fondo perduto perché avete escogitato (vero, dottor Rivera?) ogni genere di bizantinismo burocratico per cui i soldi a molte piccole imprese arriveranno quando avranno chiuso per sempre. Mentre voi occultate con mani sapienti ogni tipo di liquidità possibile tra Sace, Mediocredito, INPS, banche senza tutela penale, in Lombardia stanno “rimpatriando” dalla Svizzera i soldi della ‘Ndrangheta nel bresciano e si moltiplicano i faccendieri che danno le fideiussioni alle aziende che non hanno le garanzie che voi volete per avere prestiti e mutui. E così, di interposizione fittizia in interposizione fittizia, gli uomini dell’area grigia mettono un piede sempre più largo in un’economia reale che ha bisogno per colpe non sue di quella liquidità che una miope classe burocratica e una servile classe di governo impediscono loro di avere. Vergognatevi! Al Paese oggi, non domani, serve liquidità. Non azionisti pubblici amici degli amici che continuano a rapinare il soccorso pubblico dovuto al Mezzogiorno per foraggiare amministrazioni regionali assistenzialiste del Nord e un capitalismo privato del Nord che da tempo non sa più vivere di mercato. Al massimo, si affidino a Cdp strumenti di partecipazione tipo bond convertibili che finanziano l’impresa ma non entrano nel capitale.

Non avremmo francamente mai creduto che i Gualtieri e i Rivera ci potessero regalare la società finanziaria comunista per cui, grazie al risparmio postale fortissimo al Sud, si diventa soci di capitale delle imprese decotte del Nord. Se non sbloccate entro una settimana la liquidità necessaria, che Paesi come Germania, Francia, Svizzera, hanno già trasferito da un mese a chi ne ha bisogno, ci sarà la rottura del patto sociale che garantisce la pace in tempi di guerra, ma se addirittura non date la liquidità oggi e architettate i vecchi trucchetti per togliere domani al povero e dare al ricco succede il finimondo.

Avete un’ultima, residua, possibilità per riscattarvi. Siamo davanti a un evento straordinario? Sì, e ci sia allora un riequilibrio strutturale nella ripartizione di liquidità a fondo perduto e di spesa pubblica infrastrutturale di questo Paese tra Nord e Sud. Governatore De Luca, lo stesso lanciafiamme che ha usato nei confronti dei suoi concittadini per chiuderli in casa, vogliamo usarlo per garantire alla comunità e alla economia della sua regione i soldi che sono dovuti per la ripartenza? Vuole continuare a stare zitto e a subire, lei e gli altri Governatori del Sud, lo scippo da 60 miliardi l’anno di risorse pubbliche dovuti alle regioni meridionali per le loro sanità, le loro scuole e i loro trasporti, e regalati invece a un Nord che continua a tenere in scacco l’intero Paese? Perché non fa in pubblico qualcuno dei suoi numeri televisivi che lo hanno reso così popolare per difendere diritti che incidono sulla carne viva delle donne e degli uomini meridionali? Noi attenderemo tutti al varco perché questa volta sono in gioco la vita e la morte delle persone, la vita e la morte dell’economia.

Questo giornale è nato per fare l’operazione verità sui conti pubblici e ci è pure riuscito, figuriamoci se ci tiriamo indietro in un momento come questo. Il Sud, presidente De Luca, deve riaprire prima del Nord, deve dimostrare di esserne capace, e deve avere le risorse che gli spettano. Commissario Arcuri, le fabbriche delle mascherine sono in Lombardia, vero, i soldi vanno in Lombardia, vero? Esiste un piano epidemiologico della Lombardia? No. Esiste un piano di tamponi? No. Esiste un piano di presidi sul territorio per affrontare nuove emergenze in Lombardia? No. Legga il grido di allarme che Carmela Rozza lancia dalle colonne di questo giornale. Siamo consapevoli che senza una sanità lombarda sotto controllo rischia il sistema produttivo lombardo e si tengono sotto scacco la società e l’economia di un Mezzogiorno che ha avuto comportamenti esemplari e continua a pagare un conto pesantissimo che non è suo? Che cosa si aspetta a commissariare la sua sanità regionale?

Nessun Paese può vivere con una sola locomotiva peraltro “infettata” di provvigioni e prebende pubbliche senza limiti che hanno diffuso il male dell’assistenzialismo al Nord, sottratto linfa vitale al Sud, indebolito l’intero Paese. Presidente Conte, lei ha tenuto la rotta in momenti durissimi in casa e in Europa e è un uomo del Sud, non consenta a tecnocrati che pure avevamo apprezzato nelle trattative internazionali di mettere sotto scacco la politica per continuare a fare i soliti giochetti tra Nord e Sud. Non sappiamo come dirlo, ma non è aria.


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