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LA LAGARDE fa quello che gli dicono. Il presidente della Banca Centrale Europea ha fatto qualche giorno fa quello che volevano i tedeschi alla Weidmann e si è coperta di ridicolo, ma è riuscita a dare una bella botta ai titoli di Stato italiani. Ha fatto qualche anno fa quello che voleva Sarkozy, è stata una soldatina fedele, a tratti zelante, è arrivata a un passo da fare commissariare l’Italia.
Il problema di oggi è chi comanda in Europa e chi è in grado di dare ordini alla Lagarde. Il problema dell’Italia di oggi sono quei tedeschi alla Weidmann che la storia continua a bocciare ma non hanno perso il loro ascendente su lussemburghesi, olandesi, baltici, la nuova Lega Anseatica. Hanno in testa una sola cosa. Noi spendiamo perché possiamo, gli altri si arrangino. Noi mettiamo a posto la scassatissima economia tedesca con la spesa pubblica, facciamo crescere di trenta punti il debito e arriviamo al 100% nel rapporto con il prodotto interno lordo. Insomma: noi possiamo spendere perché siamo sani e non vogliamo essere infettati da voi.
Non capiscono questi signori che non devono salvare l’economia tedesca ma l’Europa. Non capiscono che il mondo è alle prese con qualcosa che non ha mai visto perché quello che è successo negli anni Trenta è una cosa più piccola di ciò che sta accadendo oggi per cui il loro unico interesse è che l’Europa non la Germania sia più forte. Sono fatti così. Vogliono sbattere sul muro. Poi tornano indietro, ma prima devono sbattere sul muro. Sono dogmatici, la Lagarde non è dogmatica. Non è tecnica non è politica, non si capisce perché sta lì, ma almeno non è dogmatica. Deve capire chi comanda per prendere ordini.
Che cosa può fare oggi la Lagarde? Può fare un pacchetto di acquisti di titoli di stato molto grande, sempre più grande, e se capisce che non comanda Weidmann, lo farà. L’importante è che qualcuno faccia entrare nella sua testolina che quando compra i titoli pubblici italiani non è – come pensa il Governatore della Banca Centrale tedesca – una istituzione che aiuta un Paese ma una istituzione che dà il suo contributo al coordinamento mondiale delle monete e fa esattamente il suo dovere perché ciò che fa è nell’interesse di tutti. Perché se noi andiamo a ramengo va a ramengo tutto, ma ancora prima di noi tutti stanno già andando a ramengo. Bisogna salvare l’euro che ha perso il suo timoniere rispettato e temuto nel mondo e bisogna che parta un piano europeo finanziato con i titoli europei.
Siccome non è facile smontare la testa di Weidmann e dei suoi discepoli popolari e socialdemocratici – in Germania la politica pesa ancora – la Bce deve fare da ponte, deve continuare a supplire ai governi con la sua azione sui mercati. Poi, a un certo punto uscirà di scena e entrerà l’Europa che comincerà finalmente a finanziare seriamente la spesa pubblica. Siamo in tempi di economia di guerra e entriamo in acque inesplorate. Il grafico del crollo cinese nel primo trimestre dell’anno ci fa capire quello che avverrà nel secondo trimestre in Europa e negli Stati Uniti.
Il ministro del Tesoro francese, Bruno Le Maire, ha detto che nazionalizzerà tutto quello che va nazionalizzato. Nel 1936 con una crisi molto più leggera in Italia fecero l’Iri, salvarono tutte le imprese private e nazionalizzarono le banche. Oggi in casa si faccia altrettanto con le banche a partire da Bari e Carige. In Italia e in Europa la si smetta di farsi le pippe con gli aiuti di stato. Si vari subito piuttosto il piano europeo finanziato con i titoli europei. Nel frattempo l’Italia spenda a rotta di collo e non si interroghi troppo su come fare a finanziare questa spesa. So benissimo che ci ritroviamo con un debito alto e che devi mettere sul mercato titoli pubblici e che la cosa più semplice (e giusta) per poterli comprare a prezzi ragionevoli è un sistema europeo integrato che ti aiuta a finanziarli al prezzo giusto. Al momento, però, ci sono solo le frontiere chiuse. Per evitare che i giochetti francesi e tedeschi si ripetano l’Italia deve fare da sola. Deve dare la linea esattamente come ha fatto per l’emergenza sanitaria. Deve spendere quello che ha e quello che non ha. Gli altri capiranno perché la catastrofe mondiale li aiuta a capire. Anche la Lagarde capirà.
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