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Vergognatevi. Non ho voglia di elencare neppure un numero per il senso di nausea che mi prende. Sono tutti con dovizia algebrica desunti dalle dichiarazioni ufficiali di trasparenza delle singole Regioni compilate con criteri omogenei. Sono indicati e valutati nei resoconti puntuali della magistratura contabile e sono esposti con il consueto rigore dai nostri Vincenzo Damiani e Carlo Porcaro. I carrozzoni regionali di Piemonte, Lombardia e Veneto guidati da Alberto Cirio, Attilio Fontana, Luca Zaia hanno costi di funzionamento, per i soli servizi generali, abnormemente superiori alla Regione del Mezzogiorno che ha la popolazione più numerosa e che spende, quindi, di più. Una goccia nel mare magnum del regionalismo predone, ma estremamente significativa.
Per capirci, il Piemonte e il Veneto con un milione di abitanti in meno della Campania (poco sopra e poco sotto) spendono il primo quasi cinque volte di più e il secondo due volte e mezzo di più. La Lombardia spende tre volte e mezzo di quello che spende la Campania che è un’enormità, nonostante la sua popolazione sia più numerosa. Per ragioni di decenza non apriamo qui il capitolo del poltronificio di enti collegati a Regione e Comuni che dà lavoro in Lombardia a oltre 50 mila persone contro le 16 mila della Campania e le 10 mila della Puglia, con una galassia di micro municipalizzate dove il numero degli amministratori è, sovente, superiore a quello dei dipendenti.
Lo sprechificio nauseabondo delle Regioni del Nord mette addirittura in imbarazzo i simboli storici dello sprechificio nazionale che un luogo comune tanto diffuso quanto immotivato individua in Napoli e Bari. Non è possibile che tutto ciò sia potuto avvenire nel silenzio complice di tutti. Non è ammissibile che i campioni regionali dell’assistenzialismo e della clientela si proclamino campioni dell’efficienza e reclamino l’Autonomia per aumentare il saccheggio pubblico e i favori agli amici degli amici. Che cosa si aspetta a dare alla Corte dei Conti tutti i poteri reali perché si passi dalla “parifica” all’esame di “congruità comparata” nell’utilizzo delle risorse pubbliche delle singole Regioni?
Da oggi entreremo ogni giorno nei singoli capitoli di spesa, cercheremo di capire dove finiscono le centinaia di miliardi del bilancio pubblico nazionale che le Regioni bruciano e che cosa si cela dietro la foglia di fico della copertura costituzionale della Spesa Storica e delle sue numerose sorelline che tolgono i soldi dello sviluppo al Sud e regalano la cassa dell’assistenza al Nord. Se non si blocca questa spirale perversa il Paese muore.
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