Carla Ruocco
3 minuti per la letturaNon vogliamo guastare la festa della vittoria di Milano e Cortina per le olimpiadi invernali del 2026. Vogliamo chiarire subito che siamo contenti perché dimostra che questo Paese, quando vuole, sa fare gioco di squadra e mette da parte il populismo pauperista. Non a caso oggi, ne siamo certi, a mordersi le mani saranno Roma e Torino per avere rinunciato la prima perfino alla candidatura ai giochi olimpici del 2024 e la seconda per avere masochisticamente deciso di non concorrere con Milano e Cortina. Riteniamo che quando si mettono da parte egoismi, eccessi di bullismo sovranista e spinte affaristiche, non solo dimostriamo di essere un Paese serio ma come tale siamo riconosciuti.
Per questo, riteniamo che oggi una lode speciale la meriti Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze della Camera, per avere squarciato il velo di omertà che ha accompagnato fino a oggi la discussione sull’autonomia differenziata dove c’è la sintesi cromosomica di tutto ciò che disintegra invece di unire e dove la talpa scavatrice della “banda del buco” del Grande Partito del Nord estrae risorse per decine e decine di miliardi dal bilancio pubblico nazionale, sottraendole indebitamente al Sud, in un generale silenzio complice.
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Fermi tutti, dice la Ruocco, apriamo un’indagine informativa sui numeri – dove, a chi e perché va la spesa pubblica – facciamo un’operazione verità sui conti, chiamiamo a conferire tutte le autorità coinvolte, verifichiamo perché si utilizza sempre e solo il marchingegno della spesa storica per cui il ricco è sempre più ricco e il povero sempre più povero. Non è uno spettacolo bello, anche se la Ruocco è più diplomatica di me, che la ministra per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi, dica alla ministra degli Affari regionali, Erika Stefani, che non ha detto la verità in Parlamento. Non è bello, ma necessario, perché siamo di fronte a una ministra-Pinocchio che ha in mano il dossier che può spaccare per sempre il Paese e spaccia per spesa totale ciò che ne vale poco più di un quarto mentre gli altri tre quarti vanno nel senso opposto.
La ministra Stefani-Pinocchio può esercitare la sua competenza ai massimi livelli nel gioco delle tre carte ma non può restare nemmeno un secondo di più al governo. Non si gioca a nascondino con la carne viva di venti milioni di persone, risparmiateci la replica (miserabile) del copione con la flat tax. Nel frattempo, piuttosto, i deputati e i senatori eletti nel Mezzogiorno di tutti i partiti la smettano di fare Alice nel Paese estrattivo del Grande Partito del Nord perché l’oggetto delle estrazioni sono i portafogli dei loro elettori e gli asili nido dei loro bambini.
Prima che gli elettori se ne accorgano, la smettano di firmare disegni di legge per estendere le zone economiche speciali (Zes) alle aree italiane al confine con la Svizzera e si occupino del più clamoroso scippo di Stato che la storia economica repubblicana abbia mai conosciuto. Abbiamo posto loro una serie di quesiti che hanno anche il pregio di esporre dati di fatto, vogliamo aiutarli a capire, e invitarli a prendere a loro volta informazioni. Perché almeno l’alibi non c’ero, non ho capito, nessuno mi ha detto niente, per una volta non valga. Noi li seguiremo ovunque, nel loro interesse e nell’interesse del Mezzogiorno, ma prima ancora dell’Italia. Perché come insegna il gioco di squadra che ha portato Milano e Cortina a vincere la gara per le olimpiadi invernali del 2026, il nostro Paese ha bisogno di investimenti e di una più equa distribuzione delle poche risorse pubbliche disponibili non di venti staterelli in guerra tra di loro dove la regola è che il ricco si mangia il povero. Alla fine, anche il ricco si accorgerà di essere diventato povero.
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