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Il professore, Giuseppe Candido, insegna matematica, alla scuola media di Sellia Marina, provincia di Catanzaro. Ci ha ringraziato per avere deciso di aprire il giornale venerdì 10 maggio con la lettera di Maria Giovanna Rullo e la sua voglia pulita di Europa.
LA LETTERA DI UNA GIOVANE: NOI GENERAZIONE ERASMUS, SOGNIAMO GLI STATI UNITI D’EUROPA
Che è tante cose insieme. La speranza dei giovani della generazione Erasmus contro gli egoismi. La migliore idea che hanno avuto i loro nonni e la forza viva della democrazia. La fatica quotidiana dei nipoti per costruire oggi l’unione politica europea, da Stoccolma a Lisbona, in uno slalom silenzioso tra gilet gialli, rumore di fondo, disagio reale e fake news, vecchie e nuove pulsioni sovraniste. Tra le tante manifestazioni di apprezzamento arrivate in redazione per il testo della Rullo, laureata in relazioni internazionali all’Università della Calabria, abbiamo scelto la lettera del professor Candido (CLICCA QUI PER LEGGERLA).
Ci ha colpito, tra gli altri, un passaggio: “(…) c’è bisogno di costruire la Patria europea dei cittadini europei”.
Leggere la lettera della Rullo mi ha fatto correre con i ricordi personali a Carlo Azeglio Ciampi e a quella sua irredimibile voglia di parlare al cuore dei giovani. La lettera del professor Candido ha avuto il merito di farmi cogliere il senso profondo dei gesti e delle parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella: “L’Europa deve recuperare lo spirito degli inizi. Deve curarsi di più della sorte delle persone…” Quest’uomo si sta spendendo in uno dei momenti più difficili della storia del nostro Paese senza che nessuno possa mai dirgli che sta tirando la barca da una parte, ma sa che lui deve tirare perché la banca non affondi: la cambiamo l’Europa, ma restiamo lì, perché questa è l’idea più bella che abbiamo avuto.
I ceti popolari ti dicono è colpa dell’Europa (tutto, alibi di comodo); la classe dirigente sa dire solo: state tranquilli (troppo poco, per chi soffre). Risultato: crescono le tribù dell’Europa e si moltiplicano i micronazionalismi all’interno delle tribù. I cittadini europei della patria europea hanno bisogno di Timonieri con la tempra dei fondatori, uomini capaci di dire oggi guardando gli altri negli occhi: risolveremo noi la crisi e noi abbiamo bisogno dell’Europa per farlo. Questa partita, in casa, entrerà nel vivo il giorno della festa della Repubblica quando si faranno i conti con il verdetto dell’urna e bisognerà evitare che l’Italia sbandi. Noi, non siamo preoccupati. Perché sappiamo che chi è al timone non ci farà sbandare.
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