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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

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Nella accresciuta attività sulla scena pubblica del presidente Mattarella siamo ad uno stadio più avanzato di quello che Giuliano Amato caratterizzò con la metafora della fisarmonica: la presenza del presidente si amplierebbe e si restringerebbe a seconda dello spazio che gli viene richiesto dalle necessità di interazione con gli altri poteri dello stato, a cominciare da quelli del governo e del parlamento.

Anche se qualcuno non vuole ammetterlo, siamo invece semplicemente all’attuazione di ciò che Mattarella individuò come suo compito nel discorso di investitura: essere anche l’arbitro di contese in cui sarebbe stato suo dovere richiamare i giocatori all’osservanza delle regole del gioco.

LEGGI L’INCHIESTA SULLO “SCIPPO” AL SUD
IN RIFERIMENTO ALLA SPESA PUBBLICA PER IL MEZZOGIORNO

All’epoca questo venne inteso come un generico impegno a moderare gli ardori di scontri politici in cui la tentazione di fare fallo era sempre dietro l’angolo. Oggi vediamo che la faccenda è ben più complessa. Il Presidente della Repubblica è intervenuto più volte per ricordare che le regole del gioco non sono un generico fair play, ma il quadro costituzionale che regge la nostra repubblica.

Un quadro che non può essere alterato perché una maggioranza, neppure schiacciante, ha vinto una singola tornata elettorale. Se mettiamo in fila i principali interventi di Mattarella riscontriamo facilmente quanto si è appena detto. 

IL TESTO INTEGRALE DELL’EDITORIALE DI PAOLO POMBENI SULL’EDIZIONE CARTACEA DI OGGI 


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