X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Dagli analisti di S&P arriva il requiem per il mercato delle auto elettriche: «Le vendite sono in calo oltre ogni previsione»


A fronte di un Elon Musk trionfante ci sono gli analisti di S&P che mettono una pietra tombale sull’auto elettrica. Un report che non farà piacere al patron di Tesla ormai diventato il più grande comunicatore del mondo oltre a essere l’uomo più ricco del pianeta. Il suo patrimonio è stimato il 310 miliardi di dollari metà del quale però è rappresentato dalle azioni della casa automobilistica.

Lo studio di S&P Global segnala un significativo cambiamento nelle stime per il 2024 e oltre. In particolare in Europa. C’è infatti una revisione al ribasso sostanziale delle previsioni per la quota di mercato delle vetture a batteria nel 2025. Inizialmente stimata al 27%, la quota è ora data al 21%. Secondo gli esperti, il calo rappresenta una sfida diretta per gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Ue rendendo sostanzialmente irraggiungibili sia il rispetto degli obiettivi di emissioni di CO2 per il 2025 sia la futura competitività dell’industria automobilistica. I dati di S&P Global evidenziano ulteriormente il grande impegno finanziario richiesto ii produttori, che faticano a rispettare gli obiettivi verso il target di emission zero.

AUTO ELETTRICHE E VENDITE IN CALO, I DATI DEL 2024

Nella prima metà del 2024 sono stati venduti a livello globale poco meno di sette milioni di veicoli elettrici con una crescita del 20%. Il punto è che solo in Cina, secondo Rho Motion, ne sono stati venduti 4,1 milioni (+30%). In Europa appena un milione e mezzo (+1%). Negli Usa e in Canada solo 800 mila pur facendo registrare +10%. Nel resto del mondo 600 mila (+26%). Da inizio d’anno le vendite di auto a batteria e ibride plug-in in Europa segnano -4% e a fine 2024 non si andrà oltre un pareggio con il 2023, a 3,1 milioni. Cina: 10,5 milioni e +30%.

Questi numeri, insieme a stime di nuove immatricolazioni di vetture elettriche entro fine decennio abbattute al 30-40% del totale contro il precedente 50%, avranno effetti significativi sulle strategie dell’industria. Nel breve le case europee che hanno più investito nella flessibilità delle piattaforme multi-energy) hanno avviato un aggiornamento della gamma, con più modelli ibridi in vetrina. Nel tentativo di avvicinare i nuovi limiti Ue di emissione della CO2, che potrebbero costringere le case, in mancanza di una turbo-crescita dello stock elettrico, a un taglio alla produzione di 2-2,5 milioni di unità per evitare maxi-sanzioni.

ACEA: «IL PERCORSO ATTUALE DIVERGE DALLE PREVISIONI»

Dice Sigrid de Vries, direttore generale dell’Associazione dei costruttori automobilistici europei (Acea); “Il percorso attuale diverge in modo netto dalle previsioni precedenti. Abbiamo urgente bisogno di una revisione completa dell’approccio agli obiettivi di emissioni”, ha continuato de Vries. “L’Europa deve rimanere sulla strada della trasformazione verde adottando una strategia che funzioni, che supporti l’industria, favorisca l’innovazione e assicuri che i produttori europei possano competere su un piano di parità”. Acea, in questo senso, ha chiesto una revisione urgente degli standard di CO2 per i veicoli leggeri e pesanti, oltre a un immediato sollievo dai costi per i produttori nel 2025, alla luce delle crescenti pressioni derivanti da fattori esterni e dal contesto economico generale.

Come spiegano gli analisti di S&P : “Per garantire lo sviluppo coordinato del mercato e delle infrastrutture occorre una pianificazione strategica a lungo termine e adottare politiche pubbliche più incisive e continuative per favorire concretamente l’acquisto di veicoli elettrici”. La sintesi è che senza incentivi, al momento, il mercato non tira: a prescindere dalla validità dei motivi, ci sono le aspettative (razionali o meno) dei consumatori.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE