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Sanità: nuove tariffe per garantire i Lea dopo l’ok in Conferenza Stato-Regioni; meno risorse al Nord, ci si muove verso la perequazione
L’obiettivo – ed è qui il vero passo in avanti – è quello di garantire su tutto il territorio nazionale la piena erogazione dei nuovi Lea previsti dal Dpcm del 12/1/2017, assicurando a tutti di poter usufruire, a prescindere dal territorio di appartenenza, sottolinea il ministero della Salute, “di prestazioni al passo con le innovazioni medico-scientifiche per la specialistica ambulatoriale e per la protesica”. E, quello che più conta, “superando le disomogeneità assistenziali tra i cittadini”. Quelli di seria A e quelli di serie B, sottoposti fin qui alle diseguaglianze di accesso a numerose prestazioni, erogate in modo insufficiente o non erogate affatto dalla rispettiva regione di residenza, con tutto ciò che ne è derivato in tema di insufficienza assistenziale, povertà sanitaria, migrazione sanitaria e rinuncia alle cure.
Il nuovo decreto tariffe per l’assistenza specialistica, sanitaria e protesica che entrerà in vigore il 30 dicembre – oltre 7 anni per trovare un accordo tra i presidenti delle regioni e il ministero della Salute e rinnovare un nomenclatore vecchio di 25 anni – è arrivato con l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni di due giorni fa. E, al di là delle disposizioni sul numero e la qualità delle prestazioni aggiornate (1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35% del totale), proprio alla luce delle pregresse e gravi diseguaglianze territoriali e geografiche, avrà ricadute diverse.
INCREMENTO DELLE RISORSE FINO A 550 MILIONI DI EURO
Se infatti rispetto alle tariffe vigenti (2012), ha evidenziato il Ministero, “l’impatto in termini di incremento delle risorse messe a disposizione dal Governo raggiunge i 550 milioni di euro”, mentre l’adozione del nuovo nomenclatore rispetto a quello pubblicato nel 2023, avrà un impatto di 147,3 milioni di euro per la finanza pubblica che si tradurrà in rimborsi più congrui riconosciuti a tutti gli operatori, pubblici e privati, alcune regioni – a fare i conti è il Quotidiano sanità.it – come il Lazio e la Campania registrano un incremento consistente, rispettivamente di circa 139,3 e 146,8 milioni di euro, pari a un aumento del 16,6% e del 20,2% rispetto al precedente sistema.
Al contrario, regioni come la Lombardia e il Veneto, che già adottano gran parte delle prestazioni incluse nel nuovo nomenclatore, mostrano un impatto minore o addirittura negativo, dato che l’aumento dei costi è compensato da riduzioni nelle tariffe delle prestazioni già erogate. Le tariffe massime riportate nel testo sostituiranno le tariffe allegate al precedente decreto ministeriale del 23 giugno 2023 e costituiscono riferimento massimo per tutte le Regioni e le Province autonome. Il provvedimento entrerà in vigore dal 30 dicembre 2024 e aggiornerà, dopo 28 anni, il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e, dopo 25 anni, quello dell’assistenza protesica fermi rispettivamente al 1996 e al 1999.
LE NOVITA’
Molte le novità: l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di Procreazione medicalmente assistita incluse nei Lea; prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare; prestazioni per approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini; enteroscopia con microcamera ingeribile, screening neonatali. Introdotta poi la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico e si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.
Per quanto riguarda invece le prestazioni previste per l’assistenza protesica, si prevedono, “ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti; arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo”. L’adozione del nuovo nomenclatore tariffario, precisa il Ministero della Salute, “oltre a garantire l’accesso ai nuovi Lea permette di procedere con l’aggiornamento dei Lea contenuto in due decreti (un Dm e un dPcm) già predisposti dal ministero della Salute.
Questi provvedimenti assicurano un ulteriore ampliamento del diritto alla tutela della salute dei cittadini inserendo nuove importanti prestazioni all’interno dei Livelli essenziali di assistenza tra cui l’estensione degli screening neonatali a ulteriori patologie tra cui la Sma, e incrementeranno di 700 milioni di euro rispetto al 2012 le risorse a disposizione per l’assistenza ambulatoriale e protesica”.
AGGIORNAMENTO DELLE TARIFFE GIA’ NEL 2025
Il ministero della Salute, inoltre, ha proposto l’inserimento in Legge di Bilancio di un provvedimento che dovrà aggiornare le tariffe già nel 2025. La stessa norma prevede anche la revisione della metodologia per l’aggiornamento biennale delle tariffe “riferite alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica, di assistenza ospedaliera per acuti e per il post-acuto da basare sull’analisi dei costi rilevati in un panel di strutture sanitarie pubbliche e private su tutto il territorio nazionale consentendo così un più tempestivo allineamento tra i costi e le tariffe riconosciute agli operatori pubblici e privati”.
“Una buona notizia per i cittadini dopo anni di attesa e di rimpalli fra Stato e Regioni. Un passo che abbiamo a lungo sollecitato, da ultimo con l’esposto inviato alle Procure regionali della Corte dei Conti per chiedere trasparenza sull’utilizzo da parte delle Regioni dei fondi ricevuti al fine di erogare le prestazioni sanitarie contemplate dai Lea, e che sono stati utilizzati in gran parte per altro – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – Ci riserviamo di leggere con attenzione il Decreto, per evidenziare eventuali criticità e continueremo a vigilare perché il diritto alla salute dei cittadini sia davvero garantito in ugual modo e misura su tutto il territorio nazionale”.
Nel periodo transitorio
Nel periodo transitorio, in attesa dell’entrata in vigore del nuovo nomenclatore ambulatoriale nazionale con le relative tariffe, – riporta il comma 3 dell’articolo 5 del Decreto – “le prescrizioni emesse entro il 29 dicembre 2024 relative a codici e prestazioni, anche in esenzione, contenute nell’elenco della specialistica ambulatoriale di cui al decreto ministeriale 22 luglio 1996 e nei cataloghi regionali, sono erogabili con le relative tariffe entro e non oltre 12 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni del presente decreto, prorogabili di ulteriori 6 mesi, secondo le specifiche tecniche indicate per la trasmissione elettronica delle prescrizioni mediche dematerializzate, nell’ambito del Sistema Tessera Sanitaria”.
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