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C’è chi vuole il medico e chi nuovi incentivi, ma le risorse sono sempre incerte e rischiose: il solito assalto alla spesa tra proposte ed emendamenti al Decreto Sud
«Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte». Questa citazione (possibilmente apocrifa) attribuita a Otto von Bismarck, l’abbiamo riportata nella prima puntata del «Transatlanticus» (20 ottobre 23), ed è da tenere in mente leggendo i resoconti di come “vengono fatte le leggi” nelle Commissioni e nelle Aule parlamentari. Oggi entreremo – a proposito delle salsicce di Bismarck – nella ‘carne viva’ del “come si fanno le leggi”, e segnatamente su quello che la Quinta Commissione della Camera sta esaminando in questi giorni: il DL 124/2023 (di iniziativa governativa): “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione”.
Quanti dicono che i parlamentari sono fannulloni, dovrebbero ricredersi. Ogni progetto di legge attira profluvi di emendamenti, causando probabilmente molti ‘crampi dello scrivano’. E, per il presidente Giuseppe Mangialavori, la prima cosa da fare è quella di accertare l’ammissibilità dei numerosi emendamenti (qualche centinaio). Il 16 ottobre ne ha dichiarato inammissibili una trentina, salvo poi, dopo un supplemento d’esame, rimetterne sette in gioco il 17 ottobre.
L’ASSALTO AL DECRETO SUD, ALCUNI DEGLI EMENDAMENTI PER I QUALI RESTA IL NODO DELLA COPERTURA DI SPESA
Scegliamo fior da fiore, fra quelli inammissibili (le cause di inammissibilità sono molte, ma la principale è quella dell’estraneità alla materia del contendere) e quelli ripescati.
- Andrea Barabotti (Lega) & C., propongono, nel nobile intento di sfoltire le ‘cabine’, l’abrogazione di una legge del 2018, che istituisce la Cabina di regia Strategia Italia;
- Marco Furfaro (PD) & C. vogliono estendere ai lavoratori autonomi l’erogazione dell’APE sociale; senza, naturalmente, indicare uno straccio di copertura;
- Marco Sarracino (PD), vuole istituire presso il Ministero della salute un fondo (10 milioni di euro), finalizzato a incentivare la presenza nelle aree interne di medici di medicina generale, di pediatri di libera scelta e di personale infermieristico; copertura? Boh…
- Lo stesso Marco Sarracino chiede di istituire un altro fondo (1 milione di euro), al fine di assicurare la presenza di edicole per la vendita di giornali e riviste nelle aree interne e nei piccoli comuni; qui, però in uno slancio di resipiscenza, suggerisce la copertura, tramite una corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307 (in quel Fondo ci aveva già pescato il buon Barabotti di cui sopra, in un’altra proposta emendativa di febbraio per un altro provvedimento). E allo stesso Fondo il medesimo generoso Sarracino vuole ricorrere per autorizzare una spesa di 10 milioni di euro finalizzata a potenziare il servizio di mobilità attraverso il trasporto pubblico locale. Ora, c’è capienza in questo Fondo, che non è il pozzo di San Patrizio? Controllerà la Ragioneria, ma intanto quello che importa è far vedere a colleghi ed elettori che ci si sbraccia per risollevare le sorti dell’Italia…
- Augusto Curti (PD) vuole riconosce un’esenzione d’imposta pari al 40 per cento, ai medici di assistenza primaria e ai pediatri di libera scelta che avviino la propria attività in uno dei comuni delle aree interne e la mantengano per almeno cinque anni. Copertura? A un altro Fondo, quello “per far fronte ad esigenze indifferibili” di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190. Capienza? Boh…
- Toni Ricciardi (PD) &C. prevedono il rifinanziamento della misura «Resto al Sud», al fine di promuovere la costituzione di nuove imprese nelle regioni del Mezzogiorno e nei comuni colpiti dal sisma nelle regioni Lazio, Marche e Umbria e nei comuni delle isole minori. Copertura? Ulteriori risorse a valere sul Fondo sviluppo e coesione per il periodo di programmazione 2021-2027 di cui all’articolo 1, comma 178, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, pari a 300 + 100 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030 (e quindi oltre il 2027…). Insomma, se c’è un Fondo, è meglio prenotarsi, anche se forse, come con il click day, non rimane più nulla…
- Poi c’è chi rema contro. Giorgetti non dovrebbe essere contento dell’emendamento di Rebecca Frassini (Lega): al fine (nobile) di favorire gli investimenti volti alla qualifica dell’offerta turistica, proroga di ulteriori tre anni, a determinate condizioni, i termini di ultimazione dei lavori come indicati nei permessi di costruire rilasciati o comunque formatisi fino al 31 dicembre 2023; col che si aggiungeranno altri oneri a quei famigerati superbonus che già sono l’incubo del ministro dell’Economia.
- Sergio Costa (5 Stelle) & C. chiedono di incrementare, per 10 milioni annui, la dotazione finanziaria del Fondo, istituito dall’articolo 227 del decreto-legge n. 34 del 2020, per il sostegno alle micro e piccole imprese che svolgono attività economiche eco-compatibili nell’ambito delle zone economiche ambientali (ZEA). La copertura è ormai in una nostra vecchia conoscenza: il Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all’articolo ecc. ecc.
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