Il ministro Fitto con la premier Giorgia Meloni
5 minuti per la letturaSI RIPARTE dal Sud: l’orrore dello stupro delle due cuginette di 11 anni nel rione Parco Verde di Caivano ha acceso i riflettori del Governo su una realtà degradata e abbandonata dalla Stato – una condizione che vivono anche molte aree del ricco Nord – che ha dato l’avvio a una mobilitazione delle forze di polizia per ristabilire il controllo del territorio, che si accompagna ai progetti sul fronte dell’istruzione e del sociale annunciati dalla premier Giorgia Meloni, e “affiancata” da un piano di interventi infrastrutturali di riqualificazione delle aree comunali previsti nel del decreto legge Sud che oggi sarà discusso durante il pre Cdm che dovrebbe svolgersi questa mattina, per approdare sul tavolo di Palazzo Chigi – il primo “operativo” dopo la pausa estiva – probabilmente giovedì. Il provvedimento, ancora oggetto di limature, prevede un pacchetto di misure e risorse che scommettono sulla crescita e sul consolidamento economico del Mezzogiorno, puntando a creare le condizioni per lo sviluppo, anche dimensionale, del suo sistema produttivo.
Dall’utilizzo delle risorse nazionali ed europee in materia di coesione al rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali meridionali – oltre che dello stesso dipartimento coesione – con l’inserimento di 2.200 nuovi assunti; dall’istituzione di una cabina di regia al Governo per potenziare la strategia nazionale per le aree interne a quelle connesse alla Zona economica speciale Sud – la Zes unica per il Mezzogiorno che ha avuto il via libera anche da Bruxelles – che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 -, fino agli interventi, oltre che per Caivano, per la riqualificazione di Lampedusa e Linosa: il decreto legge “confezionato” dal ministro degli Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr, Raffaele Fitto conta 22 articoli. I primi mettono nero su bianco la strategia cui il ministro affida un maggiore coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione, quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Fondo per lo sviluppo e la coesione targate 2021-2027, e più in generale per razionalizzare l’uso delle risorse, con un riferimento agli interventi ammessi a finanziamento ad opera del Fondo Fsc 2021-2027. In particolare, si precisa che le risorse Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il periodo di programmazione 2021-2027 sono destinate a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, nel rispetto della formula 80-20, ovvero l’80% delle risorse impiegate nelle aree del Mezzogiorno, il 20% in quelle del Centro-Nord, che negli anni saranno così distribuite: 4.000 milioni di euro per l’anno 2021, 5.000 milioni di euro annui dal 2022 al 2029 e 6.000 milioni di euro per l’anno 2030.
Si estende, poi, ai fondi nazionali ed europei il monitoraggio del sistema Regis, la piattaforma che “governa” l’attuazione e la rendicontazione dei progetti del Pnrr: le amministrazioni dovranno infatti mettere sul sistema i dati anagrafici e di avanzamento finanziario, fisico e procedurale dei progetti finanziati con le risorse in questione, identificati con il Codice unico di progetto (Cup) e Codice Identificativo Gara (Cig). E questo con decorrenza immediata. Si stringe sui controlli ma si accelera sull’erogazione delle risorse, con l’istituzione di apposite contabilità speciali intestate alle amministrazioni regionali, titolari degli interventi, sulle quali affluiscono le risorse, europee e nazionali, destinate alla realizzazione degli interventi. L’attuazione del Pnrr ha messo in luce le carenze dell’apparato amministrativo degli enti locali, non solo meridionali in verità. Intanto si avvia un programma di assunzioni per rafforzare le amministrazioni di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia che, dal 2024, potranno assumere complessivamente, con un contratto a tempo indeterminato, fino a 2.200 unità, di queste 71 riservate al dipartimento per la Coesione della presidenza del Consiglio.
Il governo punta sulla Zes unica del Sud per spingere la competitività delle imprese del territorio e attirare nuovi capitali, nazionali e stranieri, estendendo a tutte le aree delle otto regioni meridionali le agevolazioni finora concentrate soprattutto nelle aree portuali. Le imprese di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, oltre che delle zone assistite dell’Abruzzo, potranno usufruire di un credito d’imposta – dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 – per gli acquisti di beni strumentali nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico. Restano esclusi i soggetti “che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione, dello stoccaggio, della trasmissione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, della banda larga nonché ai settori creditizio, finanziario e assicurativo”. Viene poi istituito uno sportello unico digitale (S.u.d. Zes) che, tra le altre cose, gestirà i procedimenti amministrativi inerenti alle attività economiche e produttive di beni e servizi, la realizzazione, l’ampliamento, o la rilocalizzazione di impianti produttivi. Mentre un portale web ad hoc, “operativo” anche in inglese, contribuirà a far conoscere e spiegare le opportunità e i vantaggi della Zes unica, oltre che garantire l’accessibilità allo sportello unico digitale.
Nel dl Sud il Governo si fa carico anche di un pacchetto di primo intervento per realtà territoriali in emergenza, come Caivano, per cui stanzia un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione – per un importo massimo di 30 milioni, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione – per tamponare situazioni di degrado e di vulnerabilità sociale. Quarantacinque milioni sono invece destinati agli interventi nei comuni di Lampedusa, meta degli sbarchi dei migranti, e Linosa per la realizzazione e la manutenzione straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria, la realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue, la costruzione di nuovi edifici pubblici nonché di interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico di quelli esistenti.
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