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Piazza Affari a Milano

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Btp decennale ai livelli del 2012, i super rendimenti obbligazionari abbattono le Borse. E intanto il Bpt Valore si prepara a fare il pieno

I super rendimenti obbligazionari abbattono le Borse. Il Treasury Usa è arrivato a quota 4,76% che non vedeva da sedici anni. Il Btp è salito di 13 punti base, al 4,93%, nuovo massimo da metà novembre del 2012. Lo spread con il Bund si è allargato di 8,7 punti, a quota 196. Incide sui bond governativi mondiali uno scenario di tassi alti protratti nel tempo, mentre i dati solidi sul mercato del lavoro Usa consolidano le aspettative di un nuovo rialzo di 25 punti base da parte della Fed prima di fine anno.

LE BORSE EUROPEE

In questo contesto i titoli italiani pagano lo scotto di un debito pubblico elevato in un contesto di crescita incerta. Sia la Fed sia la Bce dicono che i tassi resteranno alti a lungo, per combattere l’inflazione. Si mantengono alte anche le preoccupazioni per la congiuntura economica, con i dati che disegnano una situazione di debolezza per le principali economie mondiali. A Milano il Ftse Mib ha perso l’1,32%, a Francoforte il Dax40 l’1,06% e a Parigi il Cac40 l’1,01%, sotto i 7mila punti, come non accadeva dal marzo scorso.

Il Btp Valore, invece, fa il pieno. Complessivamente in due giorni il Tesoro ha tirato su 9,311 miliardi che fanno liquidità in vista della manovra e, soprattutto, delle maxi spese legate al Superbonus. Non è un record, comunque. A giugno scorso, durante l’offerta precedente, al secondo giorno di collocamento il controvalore totale era di 10,6 miliardi nonostante gli interessi fossero più bassi. A giugno il Tesoro chiuse in anticipo la sottoscrizione, fermandosi a 18,191 miliardi di raccolta in meno di 5 giorni. Praticamente una rata del Pnrr. Si trattò del risultato più elevato di sempre in termini di valore ma anche per numero di contratti registrati, 654.675, in un singolo collocamento.

Riuscirà il ministero dell’Economia a battere questo primato venerdì, giorno di scadenza dell’offerta? I 18 miliardi rappresentano poco più dei 15 miliardi in deficit – secondo la Nadef – che l’Esecutivo utilizzerà nella manovra di bilancio per confermare il cuneo fiscale. Risorse che – secondo il ministro dell’Economia, Giorgetti – sono sparite a causa dell’aumento dei tassi di interesse che ha spinto la spesa per interessi del debito italiano oltre 100 miliardi all’anno nel 2026, quando dovrebbe chiudersi l’ombrello europeo del Pnrr.

LE NECESSITÀ DEL GOVERNO E IL BTP DECENNALE AI LIVELLI DEL 2012

Il governo ha deciso dunque di finanziarsi presso gli italiani, che nei conti corrente hanno ancora oltre mille miliardi di liquidità, ed evitare un’emissione di Btp che, viste le condizioni di offerta, potrebbe costare molto cara. L’ultima emissione è stata fatta al 4,9% e la corsa non è finita. Anche ieri Philip Lane, capo economista della Bce, ha ribadito: «Non siamo ancora al target d’inflazione del 2%, c’è ancora della strada da fare».

Così Giorgia Meloni, parlando al festival delle Regioni a Torino, ha sottolineato che «i margini di manovra sono limitati, dall’eredità di una politica che ha preferito scelte più facili di quelle dettate dalla ragione». Le risorse della manovra saranno «concentrate a sostenere il potere di acquisto delle famiglie, confermare il taglio del cuneo contributivo e cercare, se possibile, di fare passi avanti».

Sgarrare non sembra possibile: se l’Italia uscisse dal seminato dell’austerità imposta dai costi Bce, lo spread si allargherebbe, gli interessi sul debito salirebbero e si ridurrebbero anche le poche risorse a disposizione per questa manovra. In questo senso il Btp Valore garantisce almeno liquidità


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