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Arriva il piano casa per il nord: Incentivi per trasferirsi, l’Italia sta somatizzando la convinzione che i giovani del Sud possano avere un futuro solo al Nord


E alla fine Confindustria è stata accontentata: arrivano gli incentivi al trasferimento da una parte all’altra del Paese. Il tutto dopo l’eliminazione, per molti versi opportuna, del reddito di cittadinanza che aveva portato molti a non trasferirsi dal Sud al Nord, considerato che era più conveniente prendere 700 euro al mese a casa propria che il doppio in un ristorante di Venezia, magari messi in regola: il salario sarebbe finito tutto nei costi da affrontare per sopravvivere, senza lasciare la possibilità di mandare un euro a casa.
Un reddito di cittadinanza che peraltro avvantaggiava prevalentemente il Mezzogiorno, nel quale, come dicono ormai tutti i centri di ricerca accreditati, la povertà è in continuo aumento.

IL PIANO CASA E GLI INCENTIVI AI TRASFERIMENTI DA SUD A NORD

Visto che non è bastata la comunicazione propalata che dice che il Sud è un inferno e che non vi è futuro per i giovani in questa realtà, grazie anche a diversi opinionisti ascari che si prestano a editoriali convinti, anche nei quotidiani meridionali, adesso il governo si è messo all’opera.
Cosi come sono state previste le esigenze di asili nido, scontando in anticipo le previsioni demografiche che vedono diminuire il numero di bambini nel Meridione, allo stesso modo adesso vengono incentivati i trasferimenti da una parte all’altra dell’Italia.
Sembra che questo nostro Paese abbia già somatizzato una condizione per la quale i giovani del Mezzogiorno possono avere un futuro solamente al Nord, visto che la Microsoft o le grandi multinazionali scelgono Milano. Visto che avranno bisogno di ingegneri e laureati di ottimo livello, e considerato che ormai al Nord vi è quasi la piena occupazione, la scelta è quella di continuare su questa strada e incentivare i trasferimenti.

L’alternativa dell’attrazione di investimenti dall’esterno dell’area nelle aree meridionali è evidentemente un’opzione alla quale non crede nessuno. E la Zes unica che dovrebbe fare miracoli e che ha già cominciato a farli, secondo alcuni? Fumo negli occhi.
La realtà operativa, quella della quale si tiene conto, spunta in un’adesione alle richieste di Confindustria, che continua il suo percorso di promozione di un modello che è stato criticato da tanti, e che completa il disegno di un Nord bulimico che vuole tutto.
Con l’autonomia differenziata si cerca di avere maggiori risorse con la giustificazione che esse sono prevalentemente create al Nord, dimenticando completamente che non sono le Regioni a versare le imposte, ma i singoli contribuenti.

A PARITÀ DI LIVELLI DI TASSAZIONE UN CITTADINO DEL SUD HA MENO SERVIZI DI UNO DEL NORD

E si dimentica anche che, a parità di livelli di tassazione, già oggi avviene che un cittadino del Sud abbia minori servizi di uno del Nord.
Sì annacquano le agevolazioni previste per il Sud, per cui diventa indifferente per una qualunque realtà localizzarsi anche nella zona industrializzata del Paese. Anzi, spesso, considerate le condizioni complessive dei territori, è molto più conveniente, come si vede da quello che accade.
Si continua a investire in infrastrutture e nel welfare molto più nell’area settentrionale, in modo che la gente vada via dalle aree meridionali non solo alla ricerca di lavoro, ma anche alla ricerca di diritti.

Adesso la ciliegina sulla torta. Se ti sposti, cosa che già fanno in 100.000 ogni anno, con un costo per le casse regionali di provenienza di 20 miliardi di euro, poiché il costo della casa è un elemento che non aiuta a trasferirsi, o meglio, a emigrare, si prevede un’agevolazione costituita da una detrazione.
Essa è riconosciuta a chi si trasferisce a non meno di 100 chilometri di distanza dal precedente domicilio. Ma evidentemente il pensiero nascosto è che non saranno 100 km, ma oltre 1.000. Perché sappiamo tutti che il lavoro non lo trovi a 100 km da Bari, né a 100 km da Palermo, né a 100 km da Napoli, ma lo trovi a Bergamo, a Brescia o a Treviso o a Bologna.
L’importo del bonus è differenziato in base al reddito ed è pari a 991,60 euro annui se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro; 495,80 euro se il reddito complessivo è più alto ma non supera i 30.987,41 euro.

UN PIANO CASA A VANTAGGIO DEL NORD, PER IL SUD SOLO PROPAGANDA

In generale si ha diritto alla detrazione a partire dal giorno di trasferimento della residenza nel Comune di lavoro o in un Comune confinante. La detrazione spetta per i primi tre anni dal trasferimento di residenza, ed è riconosciuta esclusivamente ai lavoratori dipendenti. È ammessa anche la possibilità che il contratto stipulato sia un contratto a termine. Inoltre occorre essere già titolari di un contratto di lavoro, anche appena stipulato, prima di trasferire la residenza.
Si tratta solo di un piccolo assaggio, visto che in realtà parliamo di cifre contenute, ma l’indicazione di una strada pericolosissima che, su richiesta di Confindustria, prevede per il futuro anche la costruzione di immobili, insomma un approccio che dimentica totalmente che le aree di cui parliamo sono sovrappopolate, sovraesposte da un punto di vista ambientale, come si vede dalle continue alluvioni in Emilia-Romagna, inquinate a tal punto che il Covid ebbe facilità di trasmissione proprio in quelle aree.

Ma dire al costruttore di tondini bresciano che non può più allargare il suo stabilimento lì e si deve spostare nel sud del Paese è qualcosa di inimmaginabile. D’altra parte, non solo i movimenti territoriali come la Lega, ma anche il Partito Unico del Nord è ben attento a evitare che ciò avvenga.
Cosi continua quel percorso che vede il Mezzogiorno centrale solamente a parole, in tutte le manifestazioni pubbliche, in tutte le dichiarazioni dei governi, che a questo punto diventano solo propaganda: il Sud, alla fine dei conti, rimane soltanto un territorio da sfruttare.

GLI SQUILIBRI TERRITORIALI

Batteria dell’Europa, che vuol dire vi riempiamo di pale eoliche, di impianti solari, e di rigassificatori che portano pochi posti di lavoro ma un inquinamento ambientale incredibile, continuando il percorso iniziato con il petrolchimico e l’industria pesante che ha devastato molti territori, così la struttura industriale padana avrà a disposizione l’energia e i giovani, mentre il Sud resterà un territorio con molti vecchi e pochi bambini.

Se tutto questo facesse bene al Paese, si potrebbe accettare anche il sacrificio. In realtà, con il 40% del territorio lasciato ai margini e il 33% della popolazione impegnata solamente per un quarto, non si potrà che continuare ad avere i tassi di crescita nell’ordine dello “zero virgola” che abbiamo avuto finora, e sarà complicato pagare il debito pubblico sempre più ampio, avere un welfare adeguato, a cominciare dalla sanità, e si continuerà con la battaglia tra le Regioni a chi riesce a strappare più risorse.
In un quadro simile, è assolutamente evidente che i nostri competitor, Francia e Germania e Inghilterra, continueranno a farci mangiare la polvere della loro corsa.


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