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Saldi 2024, la corsa agli acquisti, stima Confcommercio, coinvolgerà 15,8 milioni di famiglie, con una spesa pro capite di 137 euro, per un giro d’affari di 4,8 miliardi

La frenata dell’inflazione ha rianimato la fiducia dei consumatori consolidando la ripresa delle vendite, puntellata anche dalla crescita dell’occupazione e da una graduale ripresa delle retribuzioni.

I numeri del Natale, tra gli acquisti per i regali da mettere sotto l’albero e la spesa per imbandire la tavola dei giorni di festa, viaggi e ristoranti, sono significativamente in crescita rispetto allo scorso anno: Codacons, per esempio, stima una spesa di circa 22,8 miliardi, in salita del 14,8% rispetto alle festività targate 2022. Secondo un sondaggio di Confesercenti-Ipsos, per lo scambio dei doni gli italiani hanno messo in conto un budget di 223 euro, il 13% in più dello scorso anno.

Coldiretti mette nero su bianco un +2% per il cenone di Capodanno, per una spesa pari a 2,5 miliardi per i cibi e le bevande che quasi nove italiani su dieci (87%) hanno consumato nelle riunioni casalinghe, mentre gli altri si sono divisi tra ristoranti e pizzerie scelti da 4,6 milioni di persone, con circa 350mila presenze negli agriturismi. Certo su questi numeri incide anche l’aumento dei prezzi, ma al netto dell’inflazione i dati restano positivi e in aumento. Una buona notizia dal momento che al recupero e all’aumento della domanda interna – che l’Istat stima per il prossimo anno pari all’1% – è legata anche la crescita, seppur rallentata, attesa per il 2024.

L’AVVIO DEI SALDI 2024 UNA SPINTA ALLA DOMANDA INTERNA

Un’altra spinta sul fronte dei consumi è attesa dalla “stagione” dei saldi 2024 alle porte: si parte il 3 dalle Valle d’Aosta, dal 5 tutte le altre regioni si uniranno alla corsa all’acquisto scontato che, prevede l’Ufficio studi di Confcommercio, coinvolgerà 15,8 milioni di famiglie, con una spesa pro capite di circa 137 euro, per un giro d’affari atteso pari a 4,8 miliardi.

“Sono stime che evidenziano una tenuta della propensione al consumo degli italiani, dopo un anno complesso in cui la moda ha contribuito in maniera determinante alla discesa ed al contenimento dell’inflazione – afferma il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni – Questi saldi rappresentano un’eccezionale opportunità per i consumatori che potranno trovare nei negozi di moda un vasto assortimento di prodotti di qualità a prezzi molto convenienti. Il fashion retail si conferma una componente essenziale per il valore e la vitalità di vie, piazze e centri storici e contribuisce alla crescita del Pil e dell’occupazione in Italia”.

Dopo le ferite della lunga stagione del Covid – che l’ha ridotto in uno stato di grande sofferenza – il settore moda ha registrato un forte recupero. La crisi non ha risparmiato nemmeno il settore dei prodotti supergriffati e dei capi di lusso per cui già il 2022, più che il recupero, ha registrato una significativa espansione.

IL SETTORE DELLA MODA FA SEGNARE UNA RIPRESA

Nel corso dell’anno fiscale 2022, infatti, le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 347 miliardi di dollari, 42 miliardi in più rispetto all’anno passato, con una crescita complessiva del 20% con un margine di profitto del 13,4% (+1,2%). Nella lista della top 100, 23 sono le aziende italiane. La “foto” è quella dalla decima edizione del Global Powers of Luxury Goods, lo studio annuale di Deloitte che esamina e classifica i 100 Top Player del settore Fashion & Luxury a livello globale, sulla base delle vendite consolidate nell’anno fiscale 2022. Sul podio, alle prime due posizioni della Top 10 dei big del lusso si confermano i colossi francesi Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton e Kering, mentre al terzo posto Richemont (Compagnie Financière Richemont) ha preso il posto di The Estée Lauder.

“Il settore del lusso mondiale sta vivendo un ottimo momento, con un giro d’affari che ha raggiunto picchi di crescita da record nell’anno fiscale 2022. Al contempo questi ottimi risultati registrati nel periodo post-pandemico lasciano presagire un futuro consolidamento del mercato e un rallentamento generale della crescita nel corso del prossimo anno, a seguito di una normalizzazione dei consumi – commenta Ida Palombella, nuova Global Fashion & Luxury Industry Co-Leader di Deloitte per l’Italia e il network Global -. In questo scenario la parte del leone continuano a farla i grandi gruppi del lusso – con le francesi Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton e Kering in testa ma anche le aziende italiane, che per i consumatori rimangono un sinonimo di eccellenza e di creatività uniche al mondo”.


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