Il ministro per l'Economia, Giancarlo Giorgetti
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I CONTI definitivi della prossima manovra economica saranno sul tavolo di Palazzo Chigi mercoledì prossimo, quando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presenterà la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (la Nadef), in pratica la cornice della Legge di Stabilità. I margini restano comunque molto stretti. Anche perchè, l’anno prossimo, continuerà a pesare il macigno degli interessi sul debito, che raggiungerà probabilmente i 100 miliardi di euro, circa 20 in più rispetto al 2023. Ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha fatto capire chiaramente che i tassi di interesse hanno ormai raggiunto il picco e non dovrebbero più aumentare. Ma, nello stesso tempo, ha anche lasciato intendere che resteranno sull’attuale livello a lungo, anche perchè l’obiettivo di riportare l’inflazione a ridosso del 2% sarà raggiunto solo alla fine del 2025. Nel frattempo, però, la cura da cavallo decisa dall’istituto di Francoforte sta dando i suoi effetti dal momento che l’inflazione nell’Eurozona ad agosto risulta più che dimezzata rispetto all’impennata di un anno fa, attestandosi sul 5,2%. Certo, non tutto è dovuto alla politica monetaria. La stessa Lagarde ammette che un’ampia quota è stata causata dal calo dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari. Ma “la politica monetaria ha avuto un impatto”.
LA NADEF
Il problema, ora, è soprattutto quello della crescita. Solo alcuni mesi fa, a fine aprile, il Documento di Economia e Finanza aveva confermato le precedenti stime dell’autunno, compreso il saldo di bilancio e quelle relative al debito pubblico. Poi, il quadro è peggiorato, l’Azienda Italia ha rallentato il passo, con una revisione al ribasso delle stime della crescita e al rialzo per quelle del deficit. Secondo la commissione Europea quest’anno non si dovrebbe andare oltre lo 0,9% (in ogni caso più della medie europea) mentre il rapporto deficit Pil dovrebbe passare dal 4,5 al 5% (o anche più, soprattutto per effetto degli sconti fiscali del superbonus). Per quest’anno non ci sarebbero problemi, dal momento che il Patto di Stabilità è ancora sospeso. Le incognite, però, sono tutte per il 2024, quando il governo aveva previsto un aumento del Pil dell’1,5%. In questa manovra, molto probabilmente nella Nadef la cifra sarà ritoccata all’1% con un conseguente aumento del deficit dal 3,7 al 4%. Un ritocco che potrebbe liberare almeno 6 miliardi di euro da utilizzare per far quadrare i conti della prossima Legge di Stabilità.
LA NADEF E IL REBUS MANOVRA
Il vero nodo resta quello delle coperture. L’esecutivo punta ad una Legge di Stabilità di circa 25 miliardi di euro. Dieci miliardi saranno assorbiti dal taglio del cuneo fiscale, altri 4 dall’accorpamento delle aliquote Irpef. Se aggiungiamo i 6 miliardi di spese incomprimibili arriviamo già a 20 miliardi di euro. Per accontentare le richieste già arrivate dai partiti ne restano in cassa appena 5 miliardi, meno della metà di quello che sarebbe necessario. Ancora più complesso il quadro delle coperture. Oltre ai 6 miliardi di deficit aggiuntivo e i 4 di extragettito Iva dovuto all’aumento dei prezzi della benzina, ci sono solo i 4 miliardi (tutti da verificare) della revisione degli sconti fiscali e gli incassi del cosiddetto “concordato preventivo”. Ai quali occorrerà aggiungere quelli della nuova sanatoria degli scontrini varata ieri e la nuova digital tax che dovrebbe fare il suo esordio il prossimo anno. Per questo, nelle ultime settimane, sta crescendo il “partito” delle nuove sanatorie. A lanciare il sasso è stato il vicepremier, Matteo Salvini, che anche ieri ha rilanciato l’idea di un condono sui piccoli abusi edilizie e sulle microcartelle esattoriali. Una mossa che non è piaciuta agli altri alleati di governo, a cominciare da Fdi e che è stata già ridimensionata dall’altro vice della Meloni, Antonio Tajani.
STRETTA SU GIOCHI E BONUS
Più praticabile l’altra strada, già allo studio del ministero dell’economia, che prevede un generale riordino dei bonus per l’edilizia, con una nuova stretta sull’incentivo del 110% (per il quale non ci sarà proroga per chi non ha concluso i lavori entro il 31 dicembre) e per un ridimensionamento legato al reddito su tutti gli altri sconti previsti per chi ristruttura un immobile. Ma, per fare cassa, si sta anche pensando di anticipare al 2024 la gara per l’assegnazione del gioco del lotto, aprendo il bando ad almeno due concorrenti. L’incasso previsto potrebbe attestarsi sul miliardo di euro. Una strategia che potrebbe essere ampliata anche agli altri asset del gioco pubblico, come il gratta e vinci o le lotterie on line. Ma non è escluso neanche una nuova imposta sulle vincite ai giochi. In tutto, il pacchetto potrebbe portare nelle casse dello Stato almeno altri due miliardi di euro.
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