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Rincari record per le bevande più bevute al mondo: caffè, tè e cacao schizzano ai massimi storici per gli sbalzi climatici che riducono le produzioni
Colazione non più al bar, ma direttamente da Tiffany. È proprio il caso di dirlo, vista l’impennata dei prezzi di caffè, tè e cacao. A provocarli sono stati gli sbalzi climatici che riducono produzione ed esportazioni delle bevande più consumate al mondo, dopo l’acqua. I contratti future del caffè Arabica e della Robusta per il prossimo settembre registrano nuovi massimi, rispettivamente a 247 cent di dollaro per libbra e a 4,540 dollari per tonnellata metrica, mentre la Robusta di luglio ha toccato un massimo storico e l’Arabica il top di 2-3/4 mesi, ma sempre su livelli vicini al picco degli ultimi 10 anni.
Pesa il timore che condizioni più secche del normale possano avere effetti negativi sui raccolti del Brasile e del Vietnam.
LE OMBRE SU CAFFÈ, TÈ E CACAO: LA SICCITÀ SUL CAFFÈ
Somar Meteorologia ha riferito lunedì che la regione brasiliana di Minas Gerais ha ricevuto 1,3 mm di pioggia la scorsa settimana, ovvero solo il 24% della media storica. Minas Gerais rappresenta circa il 30% del raccolto di arabica del Brasile. Inoltre, la National Oceanic and Atmospheric Administration ha affermato che, nonostante le recenti piogge, alcuni produttori di caffè in America Centrale devono ancora affrontare un deficit di umidità a seguito di una siccità all’inizio della stagione.
Il caffè Robusta ha invece raggiunto un massimo storico dopo che il Dipartimento generale delle dogane del Vietnam ha segnalato che l’export di giugno è calato dell’11,5% mensile e del 50,4% annuale a 70.202 tonnellate, la quantità più piccola di esportazioni per il mese di giugno in 13 anni. La paura è che l’eccessiva siccità in Vietnam finirà per danneggiare i raccolti di caffè e frenerà la futura produzione globale di Robusta.
LE OMBRE SUL TÈ
Sul fronte tè, invece, «la situazione in India ricorda l’ dello Sri Lanka nel 2021 – scrive il Financial Times – La produzione agricola è crollata allora dopo i divieti sull’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi. Le esportazioni di tè, la più grande coltura commerciale del Paese, sono diminuite del 19% a un minimo di 20 anni e i prezzi globali sono aumentati di conseguenza. In India, le inondazioni e le ondate di calore nella regione di Assam sono state considerate la causa del deficit di quest’anno. Si stima che la produzione sia stata inferiore del 30 per cento anno su anno. Anche il divieto di pesticidi sta contribuendo e i prezzi del tè locale sono aumentati di circa il 20 per cento rispetto all’anno scorso».
Oltre al clima, c’è la geopolitica che fa impennare le quotazioni del tè, coltivato in oltre 60 Paesi, principalmente nei continenti asiatico e africano. La Cina è il maggiore produttore, fornendo il 47 per cento del tè mondiale nel 2022, seguita da India, Kenya e Sri Lanka.
Gli attacchi degli Houthi yemeniti nel Mar Rosso hanno interrotto le tradizionali catene di approvvigionamento negli ultimi sei mesi, costringendo le navi a reindirizzarsi attorno alla punta meridionale dell’Africa.
Dato che tra l’11% e il 15% del volume del commercio marittimo globale passa attraverso il Mar Rosso, questo reindirizzamento ha causato problemi e rincari di oltre il 50% dall’inizio dell’anno.
«La tipica bustina di tè europea – conclude il Financial Times – potrebbe contenere solo il 30 percento di tè indiano di qualità superiore. La mercificazione delle bustine di tè europeo insipide è fonte di angoscia sia per i coltivatori che per gli esperti del settore. E un divario più ampio tra i prezzi delle miscele di qualità superiore e inferiore non farà che accelerare questo processo».
CACAO IN COSTANTE ASCESA
Cresce anche il prezzo del cacao. Secondo Eurostat, a maggio il prezzo era superiore del 6,3% rispetto al maggio 2023. Il prezzo al consumo del cacao e del cioccolato in polvere, già in aumento dall’inizio del 2022, ha registrato una significativa accelerazione nell’ultimo trimestre del 2022, con tassi di inflazione annuali superiori al 10%.
L’aumento ha raggiunto il picco nel maggio 2023, con un tasso di inflazione del 18,5% rispetto al maggio 2022. Da allora i prezzi sono aumentati più lentamente, ma il tasso di inflazione non è sceso al di sotto del 10% fino al febbraio 2024.
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