Il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto
3 minuti per la letturaOLIO, grano e chilometro zero. Partono dal Sud le nuove sfide dell’agricoltura. L’economia cresce e l’agroalimentare, che vale un quarto del Pil italiano, offre un contributo importante all’andamento positivo del sistema. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, nel suo intervento al Villaggio della Coldiretti, che ha aperto i battenti ieri a Bari. Sulla scena della kermesse agricola l’agroalimentare che produce, investe e vince sui mercati mondiali. Fitto, che ha annunciato la presentazione nei prossimi giorni della rimodulazione del Pnrr, ha affermato che per spendere bene (e nei tempi) e non ripetere i vecchi errori le misure vanno concordate con il mondo produttivo.
Sembrano dunque aprirsi concreti spiragli per la richiesta della Coldiretti di rafforzare il budget per l’agroalimentare, per i contratti di filiera in primis, ma anche per tutti gli interventi di carattere strutturale.
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha ricordato che sulle filiere (molte del Sud) sono stati presentati progetti per 12 miliardi a fronte dello stanziamento di 1,2 miliardi. Ma il settore è pronto a spendere anche per le reti idriche e le agroenergie. L’amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi, Roberto Vecchioni, ha annunciato un investimento nella logistica di 200 milioni in Puglia. Solo investendo a 360 gradi, a partire dalle autostrade del mare, si potrà puntare allo sviluppo delle imprese. Intanto nel Sud sono in difficoltà i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea. Sull’ortofrutta, ha spiegato Prandini, l’Italia è stata superata dalla Spagna: si partiva da 3,5 miliardi di export di Madrid e 4,9 miliardi del nostro Paese, ma negli ultimi anni l’ortofrutta spagnola è schizzata a 14 miliardi, quella italiana è rimasta al palo.
E poi c’è la partita dell’olio extra vergine di oliva. Al Villaggio è stato avviato un confronto tra il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e la Coldiretti per fare di Bari la capitale internazionale dell’extravergine, così come Verona lo è diventata per il vino. E infine, un’altra spina nel fianco, il grano duro. In questi ultimi mesi è cresciuto l’import soprattutto da Nord America e Canada. Si tratta di un prodotto che – ha denunciato il segretario generale Vincenzo Gesmundo – è realizzato utilizzando il glifosato, un pericolo pesticida, in modalità non consentite in Italia. Da qui la proposta di un patto con Emiliano per rafforzare le coltivazioni in Puglia e sbarrare la strada al frumento che contiene scorie di un prodotto cancerogeno che finiscono nella pasta. E a questo proposito il presidente della Coldiretti ha chiesto reciprocità negli scambi, e cioè l’applicazione ai prodotti esteri delle stesse regole valide per i nostri agricoltori. Per esempio la frutta che arriva dalla Turchia o Tunisia utilizza pesticidi vietati e fa concorrenza sleale ai produttori italiani, con impatti sui redditi degli agricoltori.
Ma la madre di tutte le sfide è quella sulla carne sintetica. Felice Adinolfi, professore di economia agraria all’Università di Bologna, ha messo in guardia dai rischi per la salute, ma anche per la costruzione di monopoli del cibo con filiere ingegnerizzate e brevettate. L’europarlamentare Paolo De Castro, che ha lavorato sul fronte europeo per ottenere una prima esclusione degli allevamenti dalla direttiva emissioni, sulla carne finta ha evidenziato come per produrre questo prodotto si utilizzino ormoni “che in Europa sono vietati dal 1996”.
Anche Fitto si è schierato contro i cibi in provetta, ha affermato che con il ddl del Governo l’Italia svolge un ruolo importante, ma ha anche detto che l’iniziativa va portata a livello europeo perché è lì che si deve discutere. Intanto per sensibilizzare i cittadini su un modello di alimentazione sempre più corretto e in linea con le eccellenze che il Paese produce, Coldiretti è partita dai bambini. E’ stato infatti firmato un protocollo tra il presidente Prandini e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per garantire prodotti del territorio a chilometro zero alle mense scolastiche. Sono infatti 1,8 milioni gli studenti che pranzano a scuola e con questo protocollo si punta a dare garanzie alle famiglie, soprattutto dopo gli ultimi controlli che hanno evidenziato l’irregolarità di una struttura su tre delle aziende della ristorazione scolastica.
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