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La Coldiretti chiede più soldi per Pac e sulla transizione ecologica Governo e opposizione concordano: i costi non devono ricadere solo sugli agricoltori


Al “day after” la nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue confronto diretto tra esponenti del Governo e dell’opposizione all’assembla della Coldiretti che tra i temi centrali ha posto la trasparenza, le questioni ambientali e le risorse della Politica agricola comune. Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito l’importanza del messaggio di stabilità lanciato con la conferma della presidente e ha detto di essere convinto che l’Italia incasserà un commissario pesante. Ha negato un possibile indebolimento dell’Italia: “la Ue ha bisogno di noi, siamo la seconda manifattura e la terza economia della Ue”. Quanto poi alle assicurazioni sulle questioni agricole contenute nel discorso della von der Leyen ha spiegato che il fatto di averle dato la fiducia non vuol dire che si starà a guardare: “i nostri parlamentari stanno là per vigilare che venga applicato quello che è stato deciso”.

Sul contrasto tra agricoltura e ambiente, che ha dominato soprattutto l’ultimo scorcio del governo Ue e che ha scatenato la guerra dei trattori, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha ricordato come l’agricoltura abbia riconquistato il suo ruolo centrale e ha assicurato che il governo lavorerà per invertire la tendenza sostenuta dall’ex vice commissario Frans Timmermans che aveva individuato negli agricoltori i nemici dell’ambiente da educare attraverso la Politica agricola comune.

COLDIRETTI CHIEDE PIÙ SOLDI PER LA PAC

Anche per il presidente del M5S, Giuseppe Conte e per il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia il costo della transizione ecologica non deve ricadere sulle spalle degli agricoltori. Entrambi hanno avuto parole dure per la scelta dei parlamentari di Fratelli d’Italia di non votare la riconferma di “Ursula” definendola una sconfitta che porta all’emarginazione del nostro paese. Ma sulla questione dei rapporti tra agricoltura e ambiente il numero uno dei Cinque Stelle, pur contestando il passaggio “dalla transizione ecologica a quella militare”, ha però detto che i costi non devono comunque pesare sugli agricoltori e per questo ha proposto un piano finanziario per sostenere i processi green.

Per Boccia la maggioranza dei Verdi farà cambiare passo alla Ue, perché non si possono più negare i disastri provocati dai cambiamenti climatici, ma ha aggiunto che la transizione è una priorità che va finanziata e ha lanciato l’idea di un nuovo Next generation Ue per l’ambiente. Da parte sua il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha affermato di aver apprezzato il discorso della neo presidente che ha dato ampie assicurazioni sul futuro dell’agricoltura ma ha aggiunto “ verificheremo se quello che ha dichiarato corrisponderà alla verità”. In realtà brucia ancora la ferita Timmermans, il commissario che ha messo gli agricoltori in una condizione di subalternità rispetto alle logiche ambientali con una serie di regolamenti da quello sulle emissioni al taglio degli agrofarmaci che per l’Italia si sarebbe tradotto in una riduzione del 30% della produzione agricola.

POSITIVO L’IMPEGNO DELLA COMMISSIONE A RAFFORZARE IL CONTRASTO ALLE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI

La Coldiretti ha valutato positivamente anche l’impegno della nuova Commissione a rafforzare il contrasto contro le pratiche sleali commerciali, una normativa che ha consentito di denunciare qualche mese fa la Lactalis che aveva modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori riducendo i prezzi del latte. Alla Commissione Coldiretti ha trasmesso anche un promemoria sulle priorità necessarie per sostenere l’agricoltura in una fase difficile per gli effetti devastanti delle condizioni meteo e per le tensioni geopolitiche. Tra le richieste la modifica del codice doganale per evitare che grazie all’ultima lavorazione prodotti di importazione possano acquisire il passaporto italiano. E ancora, no al Nutriscore che mette a rischio big del made in Italy per un valore di 13 miliardi e intervento sul regolamento packaging che crea problemi al settore dell’ortofrutta e rischia anche di favorire lo spreco alimentare. Ma soprattutto più soldi alla Politica agricola comune.

Fino al 2027 il budget della Pac è di 386 miliardi. Tanti? Sicuramente una salutare iniezione di ossigeno finanziario, ma poca cosa se si considera la pioggia di dollari che inonda l’agricoltura degli Stati Uniti. “Il Farm bill vale 1400 miliardi di dollari in dieci anni, mentre la Cina con molto più sostegno pubblico attualmente produce il 70% in più dell’intera produzione agricola dell’Unione Europea. Per stare al passo con la sfida geopolitica – ha spiegato il presidente Coldiretti Prandini – servono quindi più soldi per la Pac”.

COLDIRETTI NON CHIEDE SOLO PIÙ SOLDI PER LA PAC MA ANCHE UNA RIMODULAZIONE DEI FONDI

La richiesta è di affiancare a un incremento dei finanziamenti anche una rimodulazione dei fondi blindandoli ai veri agricoltori. Ed evitando, come accade, che tra i beneficiari figurino anche gli aeroporti con terreni. Per sostenere uno sviluppo nel segno dell’innovazione, della sostenibilità e della qualità che sono le carte vincenti dell’agroalimentare italiano servono infatti contributi perché oggi le imprese sono tartassate dagli effetti del clima pazzo (alluvioni e siccità) e dalle tensioni internazionali. Ma anche da una concorrenza senza regole. Un caso, il grano duro, prodotto simbolo del Sud. La produzione è crollata e i prezzi pure, contro ogni regola di mercato che vorrebbe in caso di penuria del prodotto un rialzo dei listini. Ma oggi il grano arriva dall’estero.

Da qui la richiesta di reciprocità nelle importazioni, sia in termini di disciplinari produttivi che di sostenibilità sociale. All’apice dell’azione dell’organizzazione agricola c’è comunque la difesa a oltranza della Dieta Mediterranea che rischia di essere messa sotto attacco dallo strapotere delle multinazionali. Secondo Prandini alcune multinazionali che operano all’interno della neo nata associazione Mediterranea (costituita da Unionfood e Confagricoltura) che sostengono il Nutriscore e il cibo artificiale, rappresentano un rischio per il Made in Italy. Coldiretti ha dunque annunciato battaglia contro i cibi ultra processati, sintetici e che si rifanno all’italian sounding.
E il primo atto sarà una manifestazione a Parma, nel cuore della Food Valley italiana, sede anche dell’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare che secondo il segretario generale Vincenzo Gesmundo “sembra solo preoccupata di non far dispiacere le multinazionali come Bayer per il glifosate o a quelle che presenteranno i cibi processati a base cellulare”.


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