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I rendimenti Usa al top dal 2007 Il voto di S&P aiuta Piazza Affari, i tassi sui BTP tornano indietro e lo spread scende sotto i 200 punti
L’ira di Biden e l’atteggiamento aggressivo della Federal Reserve sui tassi fanno salire il costo del debito Usa ai massimi da 16 anni, appesantiscono il prezzo del petrolio e innervosiscono le Borse. Si salva piazza Affari con un rialzo dello 0,74%. Il mercato ha premiato il voto favorevole arrivato venerdì da S&P. È sceso anche lo spread dopo un avvio a 198 punti, ha chiuso a 196 punti dai 204 di venerdì. Il Btp è arrivato al 4,83% dal 4,9%nin apertura e il 4,92% di venerdì. Per la prima volta dal 2007 il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni americano ha superato il 5%, spinto dalle aspettative che la Federal Reserve manterrà tassi di interesse elevati e il governo piazzerà ulteriormente obbligazioni per coprire i crescenti deficit.
Non solo Btp e spread: Capitolo Fed
La scorsa settimana il presidente Jerome Powell ha suggerito che i banchieri centrali sarebbero propensi a mantenere un costo del denaro stabile nella riunione di novembre, ma resteranno aperti a nuovi rialzi se un’economia ancora forte favorisse rischi di inflazione. Capitolo Casa Bianca. Il Tesoro Usa emette quantità crescenti di titoli pubblici: il deficit degli Stati Uniti è salito, in parte a causa dell’aumento del costo degli interessi, in parte perché il mega piano anti-inflazione verso la transizione, varato dall’amministrazione Biden lo scorso anno, incrementa la spesa pubblica americana e di conseguenza richiede maggiore debito.
Il Tesoro americano ha aumentato l’entità delle emissioni trimestrali di obbligazioni per la prima volta in 2 anni e mezzo in agosto, e il dipartimento del Segretario Janet Yellen sta ora preparando i piani di finanziamento di novembre. Un nuovo rapporto di Bloomberg Economics evidenzia inoltre che l’impatto combinato di livelli persistentemente elevati di indebitamento pubblico, maggiore spesa per combattere il cambiamento climatico e crescita più rapida può significare un rendimento nominale dei titoli a 10 anni del 6%.
Rendimenti al rialzo in Europa
Questo trend, a cascata, ha trascinato al rialzo anche i rendimenti in Europa: il rendimento dei titoli decennali tedeschi, italiani e britannici è tornato verso i massimi da un decennio. I tassi alti però significano costi maggiori di finanziamento per famiglie e imprese fungendo così da freno per l’economia americana e globale, aiutando la Fed e la Bce a combattere l’inflazione. Questa battaglia, nell’altra faccia della medaglia, porta inevitabilmente a una domanda minore, ovvero meno produzione e meno consumi. Per questo il prezzo del petrolio, nonostante l’alta tensione in Medio Oriente, cede oltre l’1,5% restando comunque su livelli elevati ma non corre – almeno per adesso – verso i 100 dollari benché l’offerta sia a rischio.
A frenare le quotazioni del greggio anche la debolezza dell’economia cinese, primo consumatore globale di oro nero. Va a rimorchio dei timori di frenata dell’economia anche il prezzo del gas. Stoccaggi pieni in Europa al 98% e previsioni di clima mite fanno tornare il valore del Ttf attorno ai 50 euro per megawattora (sale di un punto percentuale a fine seduta), anche se il mercato del metano non essendo ancora globalizzato come quello del greggio – lo diventerà quando il Gnl sarà predominante – segue logiche diverse, non a caso il prezzo del gas Usa è ai minimi da un mese a circa 10 euro per megawattora: un quinto rispetto alla quotazione europea.
SCENDE L’INDICATORE DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI IN EUROPA
Restando nel Vecchio Continente, a ottobre l’indicatore della fiducia dei consumatori nell’Eurozona è sceso di 0,1 punti rispetto al mese precedente a -17,9, il livello più basso in sette mesi. I tassi di interesse elevati, insieme all’aumento dei prezzi del petrolio derivante dal conflitto in Medio Oriente, hanno ulteriormente colpito la fiducia dei consumatori. Giovedì si riunirà la Bce per decidere come proseguire la propria politica monetaria nella lotta all’inflazione. Le stime di mercato indicano una pausa, ma per dicembre non è escluso un altro rialzo dei tassi.
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