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ROMA – Nel 2020 l’Istat segnala come l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria.
In particolare, il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651.595 milioni di euro correnti, con una caduta del 7,8% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è diminuito dell’8,9%.
A trascinare la caduta è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato cadute marcate, particolarmente nelle attività manifatturiere e in alcuni comparti del terziario. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una decisa riduzione dell’input di lavoro e dei redditi.
L’indebitamento netto in rapporto al Pil è stato pari a -9,5% (-1,6% l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di -156.338 milioni, in peggioramento di circa 128,4 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente.
Il saldo primario è negativo e pari a -99.029 milioni, con un’incidenza sul Pil del -6,0% (+1,8% nel 2019). Il saldo di parte corrente è negativo e pari a -70.699 milioni (+29.790 milioni nel 2019). Le entrate correnti hanno registrato un calo del 6,4%, attestandosi al 47,5% del Pil.
In particolare, le imposte dirette sono diminuite del 2,1%, principalmente per la forte contrazione dell’Irpef. Le imposte indirette hanno registrato una caduta più marcata (-11,2%), con diminuzioni significative del gettito Iva, delle accise, dell’imposta sul Lotto e lotterie e dell’Irap. La pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all’anno precedente.
In collaborazione con Italpress
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