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Valeria e Celeste

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CROTONE – «Abbiamo tirato un lungo sospiro di sollievo e poi abbiamo esclamato: “Finalmente”. Non è stata, infatti, una cosa semplice». Questa la prima reazione di Valeria e Celeste, le due donne che si sono unite civilmente a Crotone. Si tratta della prima unione civile della storia di Crotone, la 43enne Valeria e la 42enne Celeste, e grazie a questo, le due figlie della coppia, di 7 anni e tre anni, hanno ottenere la cittadinanza italiana, jure sangunis, anche perchè hanno dei parenti italiani (i nonni).

«Siamo arrivate a Crotone da Buenos Aires, nel settembre 2019. A mia moglie Celeste – dice Valeria – l’ho conosciuta su Facebook. Lei mi ha cercato e trovato e poi ci siamo conosciute. In Argentina ci siamo sposate, con il così detto matrimonio egualitario, ed abbiamo gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Poi, con la fecondazione assistita sono arrivare le due nostre figlie, partorite da mia moglie Celeste. In questo modo, se dovesse succedere qualcosa a mia moglie, io sono il tutore legale delle bimbe».

In Italia la coppia era già stata «ma solo per vacanza». Poi la decisione di arrivare a Crotone, modificando radicalmente la loro vita e stabilirsi sulle rive dello Jonio. «In questa città ci troviamo bene – continua Valeria – e ci hanno accettato. Nessuno ha detto niente per il fatto che noi siamo una coppia. Anche perché, io, così come mia moglie Celeste, non intendiamo nasconderci ed abbiamo detto sempre tutto, sul lavoro e altrove. Io non mi devo vergognare di quello che sono». Dopo l’unione civile hanno incontrato il sindaco Vincenzo Voce, mentre le pratiche legali le ha seguite l’avvocato Francesco Pesce.

«Abbiamo contattato l’avvocato Francesca Pesce per i problemi che avevamo riscontrato sulla nostra cittadinanza e la ringraziamo per tutto quello che ha fatto per noi: è stata bravissima a capire l’iter giusto da seguire».

Alla domanda su cosa avrebbe da dire a chi si trova nella loro stessa posizione e non hanno il coraggio di fare lo stesso loro passo, Valeria è categorica: «Andando in giro per la città vedo tante altre persone che sono nelle nostra stessa situazione ma non si sono aperte come abbiamo fatto noi. C’è tanta gente che si vergogna di dire ciò che sono. Non capisco perchè. In Argentina la situazione è un po’ diversa da qui, la gente è più aperta. Uno è quello che è e nessuno ti deve dire niente. Mi piacerebbe che anche a qui a Crotone la situazione possa essere un po’ diversa, che fossero un po’ più aperte e potessero fare lo stesso passo che abbiamo fatto io e Celeste. Fare l’unione civile ed andare avanti con la propria coppia, felice, senza nascondere niente. Mi piacerebbe davvero tanto».

Messa a conoscenza che non tutti sono d’accordo con la scelta fatta da lei e Celeste, Valeria è altrettanto tranchant: «Se c’è qualcuno a cui non piace la mia mentalità e quella di mia moglie Celeste, facciano come vogliono. Non è che mi importi molto del pensiero degli altri e non mi faccio certo condizionare: la mia vita è la mia. L’importante è la felicità della mia famiglia, e ciò che pensano le mie figlie, ed i miei amici».


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