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Dopo i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale “si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati”.
Lo rileva l’Istituto superiore di sanità nel report settimanale esteso pubblicato oggi. Sempre in calo, ma meno evidente, la protezione dopo 6 mesi dalla malattia severa: “Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa 10 punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 92% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati”.
Quanto ai ricoveri, quelli tra i non vaccinati sono 7 volte più alti rispetto ai vaccinati da meno di sei mesi e 6 volte più alti rispetto ai vaccinati da oltre sei mesi. Tra gli over 80, infine, i decessi tra i non vaccinati sono 10 volte più alti contro i vaccinati entro sei mesi e 6 volte più alti contro i vaccinati da più di 6 mesi. Rasi: la terza dose potrebbe essere l’ultima La terza dose del vaccino anti Covid potrebbe essere l’ultima, se non emergeranno nuove varianti del virus SarsCoV2: si dice “ottimista” in proposito il microbiologo Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.
Intervenendo nel programma di Radio1 ‘Sabato anch’io’, sulla terza dose Rasi ha detto: “Sembrerebbe emergere che potrebbe essere davvero l’ultima”. Molti immunologi valutano che il ciclo tradizionale è quello di tre dosi” perché queste “sono per il sistema immunitario un ciclo completo, che stabilizza la memoria immunologica. Se le varianti del virus restano queste, potremmo aver finito qui. Sono fra gli ottimisti”.
Poi però aggiunge: “Siamo in un equilibrio molto precario. Se saremo molto disciplinati in questo mese che rimane, potremo avere un Natale migliore di quello dell’anno scorso, ma normale direi di no”. Rasi: la quarta ondata non risparmierà i bambini “La variante delta e la quarta ondata non risparmieranno i bambini”, sottolinea Rasi. “Il vaccino – ricorda – serve a proteggere loro stessi, è questo il grido di dolore lanciato dai pediatri”.
L’allentamento delle regole sulla quarantena nelle scuole? “È stata una scelta difficile – ammette Rasi – ma il problema vero è che per le scuole non è stato fatto niente di strutturale: non è tanto una questione di classi affollate, quanto di gestione dei flussi in entrata e in uscita”. Quanto al vaccino per gli under 12, “l’Ema sta valutando ovviamente dosi ridotte: un terzo dell’attuale Pfizer e un decimo dell’attuale Moderna”. La replica dei presidi: “Più di così non si può fare” “Per la morfologia degli istituti scolastici di più non si poteva fare dal punto di vista degli scaglionamenti all’ingresso e all’uscita. Per evitare assembramenti è necessario avere tanti accessi, ma la maggior parte delle scuole ne ha uno, al massimo due. Scaglionare in due orari mille alunni non risolve molto, dopodiché abbiamo sempre fatto raccomandazioni a studenti e genitori”. Così il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli rispondendo a Rasi.
“Piuttosto – aggiunge Giannelli – parlerei di problemi collaterali che vengono di fatto scaricati sulle scuole, come le comunicazioni che competono alle Asl, ovvero le informazioni da dare alle famiglie riguardo al modo di comportarsi in caso di contagio. Non solo, sul tema dei trasporti non è stato fatto praticamente niente: è sotto gli occhi di tutti che i mezzi pubblici sono strapieni, che non c’è controllo su quanti salgono e sull’uso delle mascherine. Inoltre tutti gli studi dimostrano che le scuole non sono veicoli di contagio”. Sul tema dei vaccini agli under 12, il presidente si augura “che verrà esteso anche a loro, una platea di circa 4 milioni di studenti”.
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