L'istituto Spallanzani di Roma
2 minuti per la letturaÈ iniziata allo Spallanzani la sperimentazione del vaccino italiano contro il Covid-19. Alle 8.30 è stata inoculata la prima dose al primo dei 90 volontari selezionati.
«Il vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno bisogno» ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in una conferenza stampa. «La Regione – ha aggiunto – seguirà passo dopo passo il processo di sperimentazione per arrivare prima possibile alla distribuzione del vaccino. Crediamo molto nel vaccino bene comune, per questo abbiamo finanziato questo progetto pubblico. Da oggi inizia una fase storica della ricerca: è un bellissimo traguardo che la scienza e la medicina italiane hanno raggiunto».
«Rinnovo un appello alla responsabilità delle persone. Non è corretto che ancora una volta si scarichino sul personale sanitario i pericoli del coronavirus. Stiamo facendo di tutto per incentivare il filtro per individuare i positivi, ma senza il senso di responsabilità di tutti non ce la faremo mai. Rischiamo di tornare indietro. Servono dunque comportamenti responsabili che non significa non vivere», ha proseguito Zingaretti.
Il vaccino è realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera. Il volontario ha ricevuto tramite iniezione intramuscolare la dose di vaccino e iniziato l’iter che lo porterà nei prossimi mesi a sottoporsi a una serie di ravvicinati controlli periodici che serviranno ai ricercatori per verificare la sicurezza e la tollerabilità, nonché eventuali effetti collaterali.
La sperimentazione, messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale.
Una parte della sperimentazione sarà effettuata nel Centro Ricerche Cliniche – Policlinico G.B. Rossi di Verona. Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell’anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in paesi dove la circolazione del virus è più attiva.
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