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Vincenzo De Luca

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Scontro sull’autonomia differenziata, De Luca cambia idea: non serve fermarsi al referendum per l’abrogazione, meglio le modifiche alla legge


Lo “sceriffo” Vincenzo De Luca colpisce ancora e, a sorpresa, va in direzione opposta e ostinata del “suo” Partito democratico. Prima aveva promosso la richiesta di referendum abrogativo sull’autonomia differenziata, iniziativa portata avanti con tanto di raccolta di firme dal partito guidato da Elly Schlein, poi ci ha ripensato e ha invitato gli altri governatori meridionali a “battagliare” per modificare la legge Calderoli, chiedendo di andare oltre il referendum e di lavorare in modo da tutelare gli interessi delle Regioni meridionali. De Luca ha ribadito la sua opposizione all’autonomia che spacca l’Italia, sostenendo invece un modello di autonomia che significa “burocrazia zero” e modernizzazione del Paese. Insomma il governatore-sceriffo è disposto a rinunciare al quesito referendario in cambio di un cambiamento della riforma Calderoli.

CON DE LUCA LA CAMPANIA PRIMA REGIONE AD APPROVARE LA RICHIESTA DI REFERENDUM ABROGATIVO SULL’AUTONOMIA

Andiamo con ordine. La regione Campania, seguita dalla Regione Emilia-Romagna, è stata la prima regione ad aver approvato la richiesta di referendum abrogativo sulla legge sull’autonomia differenziata. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale della Campania, presieduto da Gennaro Oliviero, aveva approvato, con 36 voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza di centrosinistra, Gruppo misto e del Movimento 5Stelle (all’opposizione della Giunta), 9 voti contrari dei consiglieri del centrodestra e l’astensione del consigliere Raffaele Maria Pisacane (Azione-Per). “Nessuno di noi ha voglia di fare crociate referendarie. Sediamoci intorno a un tavolo, costruiamo un filo di ragionamento e vediamo di ritrovare lo spirito risorgimentale” aveva sottolineato il governatore in Aula.

Sta di fatto che le due delibere campane presentano tuttavia quesiti diversi l’una dall’altra. Il primo quesito chiede l’abolizione totale della legge, ma i dubbi sull’ammissibilità di un referendum che preveda l’abrogazione totale di un provvedimento collegato alla legge di bilancio ha convinto i promotori a presentare un secondo quesito che preveda l’abrogazione di diversi passaggi della legge, in particolare quelli che danno la possibilità alle Regioni di richiedere l’autonomia su materie non collegate ai Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Proprio sui Lep il ministro per gli Affari regionali e padre della legge, Roberto Calderoli, aveva specificato che sarà difficile trovare le risorse per metterli a terra prima del 2026, mentre il ministro delle Infrastrutture e leader del Carroccio, Matteo Salvini, aveva risposto direttamente a De Luca.

LA QUESTIONE DEI LEP

L’autonomia «è stata messa in costituzione dallo stesso centrosinistra di De Luca», aveva sottolineato il vicepresidente del Consiglio, ed «è una grande opportunità di crescita di un Sud che oggi è più arretrato non per colpa di autonomia che non c’è ma per la pessima politica». Non le ha mandate a dire a De Luca neanche il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Devo prendere atto che molti colleghi governatori che fino a ieri chiedevano l’Autonomia insieme a noi, adesso non la vogliono più. Quando nel 2018 intavolai le trattative con il governo Gentiloni per disporre di più competenze, la Regione Emilia Romagna – ha spiegato Zaia – era dalla mia parte. Stesso dicasi per la Campania, che nel 2019 avanzò ufficialmente la richiesta di autonomia differenziata al governo Conte. Ho il massimo rispetto per tutti, anche per quelli che cambiano idea. Però non posso accettare che oggi si dipinga l’Autonomia come la fine dell’unità nazionale. Non è ammissibile. Chi sventola la bandiera dell’uguaglianza vorrebbe vedere tutti gli italiani egualmente poveri. Gli oppositori dell’autonomia pretendono un’equa divisione del malessere, e non del benessere”.

Dura anche la presa di posizione dell’opposizione regionale campana. Infatti, i partiti del centrodestra, nel dibattito dei giorni scorsi in Aula, avevano accusato i promotori di puntare al referendum soltanto per consolidare il campo largo, ricordando come lo stesso centrosinistra in passato fosse a favore dell’Autonomia. “La riforma del Titolo V – aveva risposto Vincenzo De Luca – è stato un errore drammatico. È stata una scelta di debolezza ed opportunismo; scelta fatta a maggioranza, un errore che ha creato un precedente e l’attuale governo ripete quell’errore”.

DE LUCA CAMBIA IDEA: MEGLIO LE MODIFICHE ANZICHE’ L’ABROGAZIONE

Tuttavia, oggi De Luca ha deciso di cambiare strategia sottolineando che non è sufficiente fermarsi al referendum, ma è necessario lavorare per modificare la legge Calderoli in modo da renderla più equa e giusta per tutte le Regioni italiane. “Non dobbiamo essere appassionati di referendum, di scontri o confronti fra Nord e Sud – ha sottolineato il governatore campano – Dobbiamo guardare al merito dei problemi e dobbiamo chiarire sempre che la nostra bocciatura della legge sull’autonomia differenziata si lega a una battaglia che dobbiamo fare sulla linea burocrazia zero”.

Il presidente della giunta regionale della Campania ha ribadito che l’autonomia differenziata non deve essere un modo per dividere l’Italia, ma deve essere un modo per modernizzare il Paese e ridurre la burocrazia. “No all’autonomia che spacca l’Italia, sì all’autonomia che significa burocrazia zero, cioè trasferimento di poteri e normative che, senza spaccare l’Italia, modernizzano il Paese” ha rimarcato il governatore della Campania. De Luca ha inoltre chiesto che prevalga una linea di responsabilità e di rispetto per il Sud e per la gente del Mezzogiorno, sottolineando che attualmente non è così. La sua posizione è stata accolta positivamente dalle Regioni meridionali, che vedono nella sua proposta un modo per tutelare i loro interessi e promuovere lo sviluppo del Paese.

LE REAZIONI POLITICHE

“È opportuno che i gruppi del centrodestra diano seguito unitariamente alla disponibilità del Presidente della Regione, dichiarata in aula, di ritirare la proposta di indizione del referendum votata in consiglio, in luogo di un approfondimento anche con l’opposizione su alcune garanzie per il sud da introdurre nel percorso del procedimento legislativo sull’autonomia differenziata”.

Così in una nota Livio Petitto e Gennaro Salvatore, rispettivamente capogruppo e coordinatore politico di Moderati e Riformisti. “In particolare – sottolineano Petitto e Salvatore – con una chiara esclusione dalle materie trasferite sulla possibilità di sostenere con incentivi differenziati il personale sanitario e della scuola, e del sostegno differenziato sulla previdenza integrativa e complementare”. “Sono questioni queste legate alla decisione del Governo all’atto della sottoscrizione delle singole intese. Per quanto ci riguarda, – si legge nella nota – il Governo Meloni, ed il Presidente del Consiglio in particolare, offrono tutte le garanzie del caso ma se c’è bisogno di ulteriori provvedimenti di tutela siamo disponibili a discuterne”.


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