La sede della DGSN di Rabat
1 minuto per la letturaLA POLIZIA del Marocco ha arrestato quattro persone perché sospettate di far parte di una rete criminale di traffico di organi e droga, attiva tra Marocco e Turchia.
La direzione generale della Sicurezza nazionale (DGSN) di Rabat ha precisato che l’inchiesta è stata aperta dopo un annuncio pubblicato sui social network. L’inserzione offriva grosse somme di denaro, in cambio di espianto di reni, effettuati in cliniche private all’estero
Finora gli inquirenti marocchini hanno già identificato due vittime in Turchia e, secondo il quotidiano con base a Casablanca, Al Ahdat Al Maghribiya, le vittime avrebbero percepito 14.000 dollari per la cessione di un rene. Le quattro persone arrestate – 3 donne e un uomo – fungevano da intermediari in questo losco traffico, prestando il loro “aiuto” ai disgraziati, pronti vendere un loro rene per fuggire alla povertà.
La DSGN ha aggiunto che talvolta i criminali sfruttavano le vittime anche per ricezione e trasporto di stupefacenti, sia in Marocco sia in altri Paesi. Tutte queste attività sarebbero da attribuirsi a una rete che non opera direttamente nel regno ed sarebbe composta da cittadini stranieri. Durante una perquisizione nelle abitazioni dei 4 arrestati, gli inquirenti hanno trovato grosse somme di denaro – sia in dirham marocchini che in valuta estera – ricevute di trasferimento di soldi oltrefrontiera, nonché telefoni cellulari, analisi di gruppi sanguigni di potenziali vittime e cannabis.
Grazie al coinvolgimento della filiale Interpol di Ankara, le indagini procedono a tutto campo anche in Turchia, per scovare tutti responsabili di questo traffico illecito.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA