Matteo Renzi
5 minuti per la letturaFIRENZE – La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 indagati, di cui 4 sono società, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open su presunte irregolarità nei finanziamenti: tra di essi figurano il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo Iv alla Camera, e il deputato del Pd Luca Lotti. Il 4 aprile si terrà l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Sara Farini.
Nell’avviso di fissazione dell’udienza compaiono come parti offese la Camera dei Deputati e l’Agenzia delle Entrate.
L’inchiesta della Procura, guidata da Giuseppe Creazzo, è stata condotta dal 2019 dal procuratore aggiunto Luca Turco e il pubblico ministero Antonino Nastasi. Renzi è imputato per il reato di finanziamento illecito ai partiti assieme all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditori Marco Carrai e Patrizio Donnini, a Boschi e Lotti. La Fondazione, gestita dal cosiddetto “giglio magico” dell’ex presidente del Consiglio, è stata attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere finanziariamente l’ascesa e l’attività politica di Matteo Renzi, prima come sindaco di Firenze e poi come segretario del Pd, organizzando tra l’altro le convention della Leopolda.
“I soldi sono bonificati e chiari, ma la tesi della Procura, dopo anni di indagine, è che la Leopolda non sia stata organizzata da una fondazione ma da un partito. Io sono assolutamente certo che non c’è nessun reato – ha detto Matteo Renzi – sono tre anni che ci fanno il processo sui giornali, finalmente andiamo in un’aula di tribunale. È un processo politico alla politica. Siccome io sono stato premier e ho il dovere di rispettare le istituzioni, devo dire che credo nella magistratura ma non mi fido di questi magistrati e li denuncio – aggiunge – la legge è uguale per tutti, anche per i magistrati e siccome sono convinto che abbiano violato alcuni articoli di legge, chiedo che siano processati per abuso di ufficio e violazione della norma costituzionale. Il procuratore Creazzo è stato sanzionato dai suoi colleghi del Csm per aver molestato sessualmente una donna”.
Due gli episodi di corruzione per l’esercizio della funzione che vengono contestati entrambi a Lotti, ex membro del cda della Fondazione e membro del governo tra il 2014 e il 2017, prima come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e poi come ministro dello Sport, periodo in cui, secondo le accuse della Procura, si sarebbe adoperato per promuovere l’approvazione di disposizioni normative favorevoli a due società che avevano finanziato Open, la Toto Costruzioni Generali e la British American Tobacco Italia. Lo stesso reato di corruzione attribuito a Lotti è contestato anche a Bianchi e Donnini, considerato collaboratore diretto della Fondazione (è ritenuto responsabile anche di autoriciclaggio in aziende operanti nel settore del turismo e in acquisti immobiliari).
A Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, in quanto componenti del consiglio direttivo di Open, e a Renzi (che i pm qualificano come “direttore” della Fondazione) è contestato il reato di finanziamento illecito continuato “perchè in concorso tra loro” avrebbero utilizzato la Fondazione come “articolazione politico-organizzativa del Partito democratico (corrente renziana)”, ricevendo “in violazione della normativa” sul finanziamento pubblico ai partiti contributi in denaro per un totale quantificato dalla procura in 3.567.562 euro provenienti dalle donazioni private dei finanziatori: 257mila per il 2014, 332.500 per il 2015, 1.420.988 per il 2016, 805.010 per il 2017 e 752.064 per il 2018. Talune delle somme versate alla Fondazione sarebbero state utilizzate, inoltre, per fornire a Renzi, Lotti e Boschi “beni e servizi” di cui avrebbero fruito personalmente. L’ex presidente Bianchi è accusato anche del reato di fatture false, per aver emesso quattro fatture (una nei confronti di Toto Costruzioni Generali Spa dell’importo di 750mila euro; due a favore di Utopia Lab Srl per circa 32.000 euro; un’altra di 83.000 euro della British American Tobacco Italia) che in realtà per i pm sarebbero andate a finanziare Open. Sono imputate di vari illeciti amministrativi le società Toto Costruzioni Generali Spa, Immobil Green Srl, British American Tobacco Spa e Irmb Spa.
L’imprenditore Alfonso Toto è imputato di corruzione, finanziamento illecito e traffico di influenze illecito. L’imprenditore Riccardo Maestrelli è accusato di finanziamento illecito. Accuse di corruzione e finanziamento illecito per Carmine Ansalone (all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio relazioni esterne della British American Tobacco Italia) e Giovanni Caruci (sempre all’epoca dei fatti vice presidente della British American Tobacco Italia). L’imprenditore Pietro Di Lorenzo, amministratore delegato della Imbr di Pomezia (società operante nel settore farmaceutico, che ha partecipato alla filiera della produzione del vaccino AstraZeneca) è accusato di traffico di influenze illecite per aver consegnato a Bianchi la somma di 130mila euro in cambio del suo appoggio con Lotti riguardo all’erogazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di una tv scientifica su piattaforma digitale a cui era interessato.
Secondo gli atti della procura, il gruppo Toto avrebbe versato all’avvocato Bianchi 800.000 euro a fronte di una prestazione professionale fittizia: il presidente della fondazione avrebbe poi versato 200.000 euro nelle casse di Open e 200.000 euro al comitato per il sì al referendum sulla riforma costituzionale del 2016. Per quest’episodio sono accusati di corruzione, insieme a Lotti, Bianchi, Donnini e Alfonso Toto, all’epoca uno dei vertici della Toto Costruzioni. Carucci e Ansalone sono accusati di aver corrotto il parlamentare Lotti: nella sua veste di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e segretario del Comitato Interministeriale per la programmazione economica si sarebbe “ripetutamente adoperato in relazione a disposizioni normative di interesse per la spa British American Tobacco Italia, nel periodo temporale 2014 – 2017”. A Carucci e Ansalone è contestato anche il finanziamento illecito alla Fondazione Open per contributi totali di 178.200 euro.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA