Una parte degli ex terroristi arrestati in Francia
2 minuti per la letturaROMA – La richiesta di estradizione dall’Italia nei confronti degli ex terroristi italiani e gli arresti di ieri effettuati in Francia “è assolutamente irricevibile sia dal punto di vista giuridico che politico. Non solo questa procedura avviata viola alcuni articoli della dichiarazione dei Diritti Umani ma è in violazione del diritto di asilo conferito dalla Francia intera e non da Mitterrand. L’allora presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy aveva respinto la richiesta di estradizione di Marina Petrella e non si può dire che Sarkozy abbia qualcosa da spartire con l’ex presidente socialista”.
Ad affermarlo all’Adnkronos è Irene Terrel, l’avvocata francese di sei dei dieci ex militanti fermati in Francia: l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, l’ex militante delle Brigate Rosse, Roberta Cappelli, l’ex brigatista Marina Petrella, l’ex membro dell’organizzazione dei Nuclei armati, Narciso Manenti, dell’ex militante dei Proletari armati Luca Bergamin e l’ex Br, Giovanni Alimonti.
Nessuno di loro, del resto, ha fatto richiesta di tornare in Italia dichiarando, anzi, la volontà di rimanere in Francia. Sono stati tutti rilasciati in libertà vigilata dalla Corte d’Appello di Parigi, in attesa della decisione sulla loro estradizione. Resta latitante Maurizio Di Marzio, i cui reati fra 10 giorni cadranno in prescrizione.
Il diritto d’asilo, sottolinea l’avvocata Terrel, “è stato riconfermato da tutti i governi francesi negli ultimi 40 anni. Sono molto scioccata e questa vicenda non ha niente a che vedere con la giustizia. In 40 anni di vita si tessono dei legami, si costruiscono delle famiglie, si crea una vita lavorativa: non sono oggetti che si possono spostare a piacimento e poi buttarli via. Per me si tratta di abusi e di un tradimento dello Stato. Non ha niente a che vedere con la giustizia né con le vittime” di questi anni di Piombo.
“Serve e serviva un’opera di pacificazione e di riconciliazione. Cosa che è avvenuta in Francia attraverso delle amnistie anche per delle vicende storiche molto sofferte come la Guerra di Algeria o le vicende che hanno riguardato la Nuova Caledonia”.
Per Terrel “non bisogna far passare questa decisione come una preoccupazione per le famiglie delle vittime. Si tratta di una questione politica e pertanto è assolutamente irricevibile”.
Per la storica avvocata francese “servirebbe invece una riflessione su quegli anni, comprendere quello che è avvenuto e spiegare. Invece questa vicenda riapre delle ferite per tutte le parti coinvolte e questo non aiuta nessuno”.
Per quanto riguarda la salute dei suoi assistiti, Terrel sottolinea “che la reiterazione di questa procedura è assolutamente molto stressante”.
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