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L'incontro tra il primo ministro di Israele Netanyahu il segretario di Stato Usa, Antony Blinken

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Il primo ministro Netanyahu ha ricevuto in Israele a Tel Aviv il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken

IN ISRAELE e nei Territori palestinesi la situazione continua a essere precaria. Lanci di razzi e droni provenienti sia dalla Striscia di Gaza che dal sud del Libano non mancano, con le conseguenti risposte delle forze israeliane. Dopo l’attacco a sorpresa – denominato “Alluvione Al Aqsa” -lanciato sabato 7 ottobre dal movimento islamista palestinese Hamas, e la successiva operazione “Spade di ferro”, lanciata da Israele in risposta, la Striscia di Gaza sta affrontando ora una nuova catastrofe umanitaria, rimanendo senza elettricità, acqua e risorse di ogni tipo.

PALESTINESI ALLO STREMO

Fabrizio Carboni, direttore regionale per il Vicino e Medio Oriente del Comitato internazionale della Croce rossa, ha affermato: «Senza la fornitura di energia elettrica nella Striscia di Gaza, gli ospedali rischiano di trasformarsi in obitori. La miseria umana causata da questa escalation è ripugnante e imploro le parti in causa di ridurre le sofferenze dei civili. Mentre Gaza perde energia, anche gli ospedali perdono energia, mettendo a rischio i neonati nelle incubatrici e i pazienti anziani sotto ossigeno. La dialisi renale si interrompe e non è possibile eseguire le radiografie. Le famiglie di Gaza hanno già difficoltà ad accedere all’acqua pulita. Nessun genitore vuole essere costretto a dare acqua sporca a un bambino assetato».

Due giorni fa il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il leader centrista attualmente all’opposizione, Benny Gantz, avevano raggiunto un accordo sulla formazione di un governo di emergenza per affrontare le attuali tensioni nel Paese. Ieri il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha annunciato che non si unirà al governo d’emergenza perché «si tratta di una struttura che non potrà funzionare. Non farà altro che aumentare il disordine», ha dichiarato Lapid alla Knesset, il Parlamento israeliano. «Netanyahu e il ministro della Sicurezza nazionale Ben Gvir non sono le persone che ripristineranno la fiducia infranta del popolo israeliano nel governo – ha detto Lapid – Lascio sul tavolo la mia proposta, richiesta, supplica: eliminiamo dal governo gli elementi estremisti e uniamo le forze per un governo sano, ampio e forte».

Contemporaneamente, a livello internazionale, molte sono state le reazioni e i commenti alle attuali tensioni in corso nell’area. Due giorni fa i ministri degli Esteri della Lega araba si sono riuniti al Cairo per discutere dell’attuale situazione in Medio Oriente, concordando sul fatto che Israele deve adempiere agli «obblighi del diritto internazionale in quanto potenza occupante dei palestinesi».

LA LEGA ARABA

«L’unico percorso razionale che preservi la vita, la sicurezza e il futuro delle persone di entrambi i popoli – ha detto il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit – è porre fine all’occupazione e stabilire uno Stato di Palestina indipendente in base ai confini stabiliti nel 1967, con Gerusalemme Est come capitale», Nel corso della sessione straordinaria, presieduta dal Marocco, i ministri arabi hanno emanato una risoluzione intitolata “La continua aggressione israeliana contro il popolo palestinese”, annunciata dall’ambasciatore Hossam Zaki, segretario generale aggiunto della Lega degli Stati Arabi. La Lega araba ha chiesto la fine immediata delle operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza e ha messo in guardia sulle catastrofiche conseguenze umanitarie e di sicurezza del protrarsi della escalation, invitando tutte le parti coinvolte a dare prova di moderazione.

Inoltre, la Lega araba ha condannato l’uccisione di civili palestinesi e israeliani, sottolineando la necessità di proteggere i civili, in linea con i valori umanitari universali e il diritto internazionale, e di «liberare i civili nonché tutti i prigionieri e i detenuti». L’Egitto continua intanto a lavorare con alcuni Paesi per porre fine al conflitto tra Israele e Gaza. Nel corso di una conferenza stampa, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha ribadito il «totale rifiuto e condanna della presa di mira di civili in qualsiasi circostanza», aggiungendo che «i diritti dei palestinesi non sono inferiori ai diritti di chiunque altro» e che il principio di una soluzione a due Stati per palestinesi e israeliani non è stato ancora raggiunto. «Abbiamo sottolineato fin dall’inizio l’apertura del valico di Rafah per soddisfare le esigenze dei palestinesi nella Striscia di Gaza», ha detto Shoukry.

Da parte sua, la Giordania ha inviato un aereo carico di aiuti e medicine per sostenere i palestinesi nella Striscia di Gaza, attraverso il valico di Rafah, che separa Gaza e l’Egitto.

BLINKEN (USA) IN ISRAELE A TEL AVIV

Ieri il primo ministro Netanyahu ha ricevuto a Tel Aviv il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nel pieno della escalation tra il movimento palestinese Hamas e Israele. Netanyahu ha ringraziato Blinken per il sostegno degli Usa a Israele. In una conferenza stampa, il segretario di Stato statunitense ha affermato: «Gli Stati Uniti sono al fianco di Israele, ora e per sempre. Durante i miei incontri con il presidente Herzog e il premier Netanyahu abbiamo discusso le necessità di Israele alla luce dell’attacco di Hamas, alle quali stiamo facendo fronte anche in questo momento: siamo anche pronti a fornire ulteriore assistenza, in base all’evolversi della situazione». Le prossime tappe di Antony Blinken sono Ramallah, dove incontrerà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, e Amman, per incontrare il re di Giordania, Abdullah II.


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