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Attacco a sorpresa in Medio Oriente, razzi lanciati da Hamas dalla striscia di Gaza contro Israele, Benjamin Netanyahu: «Siamo in guerra»

TEL AVIV (ISRAELE) – Un attacco lanciato questa mattina dalla Striscia di Gaza contro Israele ha causato decine di morti, centinaia di feriti e decine di ostaggi tra civili e militari israeliani. Un attacco su più fronti, avvenuto il giorno dopo che Israele commemora il 50esimo anniversario dell’invasione a sorpresa dello Yom Kippur (1973), che “sembra aver colto completamente di sorpresa l’esercito e le forze di sicurezza israeliane”, scrivono i media israeliani.

Oltre 2.500 razzi lanciati da Hamas dalle prime ora della mattina sulle città del centro e del sud di Israele, mentre miliziani del gruppo palestinese sono riusciti a “infiltrarsi nelle comunità del sud del paese via terra, mare e aria”, ha ammesso l’esercito dello Stato ebraico, che ha inviato truppe a sud dove sono ancora in corso scontri al confine con Gaza. La polizia israeliana ritiene che siano ancora 60 i miliziani presenti in 14 località. Secondo stime non confermate, ma rilanciate dai media israeliani dopo la diffusione di alcuni video, sono almeno 52 gli israeliani catturati e portati nella Striscia di Gaza.

In risposta, Israele ha lanciato attacchi aerei contro obiettivi di Hamas a Gaza, facendo 161 morti e 931 feriti, secondo il ministero della Sanità palestinese.

MISSILI DA HAMAS CONTRO ISRAELE, NETANYAHU: «È GUERRA»

“Israele è in guerra. Questa non è una cosiddetta operazione militare”, ha rimarcato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, che entrerà in vigore in serata.

“Il nostro primo obiettivo è ripulire l’area dalle forze nemiche che si sono infiltrate e riportare sicurezza e pace negli insediamenti attaccati – ha detto il premier israeliano – il secondo obiettivo, allo stesso tempo, è far pagare un prezzo enorme al nemico, anche nella Striscia di Gaza. Il terzo obiettivo è fortificare altre arene in modo che nessuno
commetta l’errore di unirsi a questa guerra”.

Dopo l’annuncio dell’operazione “Al-Aqsa Flood” da parte di Mohammed Deif, capo delle Brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas, il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha dichiarato che obiettivo di questa “campagna eroica è difendere la moschea Al-Aqsa, i luoghi santi e i prigionieri (palestinesi)”. Da parte sua, il presidente palestinese, Abu Mazen, ha rivendicato il diritto dei palestinesi di difendersi dal “terrorismo dei coloni e delle forze di occupazione”.

L’IRAN SI SCHIERA AL FIANCO DI HAMAS

Hamas ha ricevuto la dichiarata solidarietà dell’Iran, mentre dall’Europa e dagli Stati Uniti sono arrivate nette condanne dell’aggressione al territorio israeliano. Mosca da parte sua ha esortato entrambe le parti a un cessate il fuoco e a tornare a seri negoziati per una soluzione pacifica che preveda la creazione di “uno stato palestinese indipendente entro i confini del 1967 con capitale a Gerusalemme Est, che viva in pace e sicurezza con Israele”.

Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha dichiarato che “il Pentagono lavorerà per assicurare che Israele abbia quello di cui ha bisogno per difendersi”. Gli Stati Uniti sono impegnati in un intenso lavoro diplomatico per la normalizzazione delle relazioni tra Arabia Saudita e Israele, prospettiva ora complicata dalla nuova escalation. E proprio Riad oggi ha lanciato un appello per “l’immediata cessazione dell’escalation del conflitto tra palestinesi e Israele”, affermando di “seguire da vicino gli sviluppi della situazione senza precedenti” e ricordando di aver “più volte ammonito sul rischio che la situazione esplodesse”.

In collaborazione con Askanews


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Francesco Ridolfi

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