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Darya Dugin, figlia del politologo e filosofo russo Alexsandr Dugin, è morta per l’esplosione dell’automobile di cui era alla guida, nei pressi del villaggio di Bolshiye Vyazemy nella regione di Mosca.
Le autorità russe hanno aperto un procedimento penale “per omicidio”, lo riferiscono le agenzie russe citando il Comitato investigativo, che ipotizza la presenza di “un ordigno esplosivo” piazzato sull’automobile, una Toyota Land Cruise di proprietà del padre. “Un ordigno sarebbe esploso, dopo di che il Suv ha preso fuoco”, si legge nel rapporto degli inquirenti, riportato da Ria Novosti.
“La persona al volante è morta sul colpo”, continua la ricostruzione. Per l’accaduto, il capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha puntato il dito contro i “terroristi ucraini”.
Alexsandr Dugin, conosciuto per essere il principale fautore del rilancio delle teorie eurasiatiste, è considerato come uno degli ideologi che sono stati più vicini al presidente russo Vladimir Putin. Secondo media russi citati dal Daily Mail, Darya Dugin sarebbe stata “fatta a pezzi” nell’esplosione del veicolo di cui era alla guida, e si avanzano i sospetti di natura dolosa circa un complotto il cui obiettivo sarebbe stato il padre Aleksandr.
Secondo il violinista russo Petr Lundstrem, Darya stava rincasando da un festival e aveva programmato di riportare indietro anche suo padre, il quale tuttavia sarebbe poi salito in un’altra vettura.
Un video girato sulla scena dell’incidente – con ogni probabilità un attentato – e diffuso sui social mostra la disperazione di Aleksandr Dugin mentre osserva impotente il rogo dell’auto in cui è rimasta uccisa la figlia Darya. Il filosofo probabilmente la seguiva da vicino in un’altra vettura su cui era salito all’ultimo momento scampando così alla morte.
Una breve biografia di Darya Dugin
Darya Platonova Dugina, la figlia del filosofo eurasiatista russo Aleksandr Dugin rimasta uccisa nell’esplosione della sua auto nei pressi di Mosca, svolgeva un intenso impegno intellettuale nella scia del padre. In una recente intervista, rilasciata a maggio scorso alla testata online geopolitika.ru, era intervenuta sull’aggressione russa all’Ucraina. Sposando, senza sorprese, le posizioni del padre e la linea del Cremlino.
“La situazione in Ucraina è davvero un esempio di scontro di civiltà; può essere visto come uno scontro tra la civiltà globalista e quella eurasiatica” aveva detto. “Dopo ‘la grande catastrofe geopolitica’ (come il presidente russo ha definito il crollo dell’Urss), i territori dell’ex Paese unito sono diventati ‘confini’ (zone intermedie) – quegli spazi su cui è aumentata l’attenzione dei vicini, con la Nato e soprattutto gli Stati Uniti interessati a destabilizzare la situazione ai confini della Russia”.
Aggiungeva Darya Dugina: “Se le élite liberali occidentali insistono così tanto nel sostenere Kiev e demonizzare Mosca, è perché dietro c’è una logica di profitto. Tutto deve essere messo in discussione. Questo è un principio importante che ci permette di mantenere un occhio lucido. Nella società dello spettacolo, della propaganda e della natura totalitaria dei sistemi occidentali, il dubbio è un passo essenziale per uscire dalla caverna…”.
La donna aveva trenta anni, era laureata in filosofia all’Università Statale di Mosca e aveva approfondito gli studi sul neoplatonismo ma rivendicava come riferimenti culturali anche Antonio Gramsci, Martin Heidegger e il sociologo francese Jean Baudrillard. Il 4 giugno scorso fu inclusa nella lista delle persone sanzionate dal governo del Regno Unito (tra loro il magnate Roman Abramovic) per avere espresso appoggio o promosso politiche favorevoli all’aggressione russa dell’Ucraina.
Figurava al numero 244 dell’elenco delle 1.331 persone fisiche sanzionate, quale “autore di alto profilo della disinformazione circa l’Ucraina e riguardo all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online”, nonché responsabile per il supporto e la promozione di politiche o iniziative di destabilizzazione dell’Ucraina per comprometterne o minacciarne “l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza”.
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